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Agostino e il bambino sulla spiaggia
ABRAHAM WILLEMSEN
1640-1650
MutualArt, asta 18 marzo 2016
Agostino e il bambino sulla spiaggia
Il dipinto è stato attribuito ad Abraham Willemsens e raffigura il celebre e leggendario episodio dell'incontro di Agostino con un bambino sulla spiaggia, che costituisce una allegoria del mistero della Trinità.
Il dipinto vede protagonista Agostino nella sua ricerca del mistero della Trinità. Il santo sta camminando sulla riva del mare, meditando sulla Trinità mentre si imbatte in un bambino, che gioca scavando una buca dove mettere tutta l'acqua del mare. Sullo sfondo si vede una ampia baia con acque tumultuose in un cielo crepuscolare e minaccioso. Agostino indossa l'abito nero monacale. Con la mano destra regge un libro dalla copertina rossa. Con la mano sinistra si rivolge al bambino interrogandolo sul suo gioco.
L'episodio descritto in questa leggenda è abbastanza noto: Agostino, grande indagatore del problema del Bene e del Male, un giorno passeggiava per una spiaggia quando incontrò un bambino-angelo che con un secchiello prendeva dell'acqua di mare e la versava in una piccola cavità nella sabbia. Alla domanda del Santo su che cosa stesse facendo, il bambino avrebbe risposto che voleva porre tutto il mare dentro quel buco. Quando il Santo gli fece notare che ciò era impossibile, il bambino avrebbe replicato che così come non era possibile versare tutto il mare dentro la buca allo stesso modo era impossibile che i misteri di Dio e della SS. Trinità entrassero nella sua piccola testa di uomo.
Ciò detto sparì, lasciando il grande filosofo nell'angoscia più completa. Secondo il parere di alcuni studiosi di parabole e leggende la narrazione potrebbe essere considerata un sogno effettivamente fantasticato dal Santo. Altri aggiungono che forse il colloquio non si sarebbe svolto esattamente come è stato raccontato, perché, prima di sparire, il Santo aveva potuto a sua volta replicare che la risposta non lo convinceva, in quanto - avrebbe obiettato - il mare e i misteri di Dio sono due realtà assai diverse. Pur impossibile, sarebbe stato teoricamente verosimile immaginare il versamento del mare in una buca e allora allo stesso modo si sarebbe potuto supporre che i misteri divini avrebbero potuto entrare in un cervello umano adatto allo scopo e se l'uomo non aveva ricevuto una mente con tali qualità la colpa sarebbe da imputare a Dio, che non aveva appunto voluto che i suoi misteri fossero concepiti dall'uomo, per lasciarlo nell'ignoranza e nel dubbio più atroci.
Il dipinto è stato realizzato a olio su lastra di rame con le dimensioni di 70 x 88 cm circa. Agostino, vestito da monaco, presenta una foltissima barba e capo stempiato. Alle sue spalle si nota un gruppo di monaci che lo seguono alle sue spalle. Potrebbe essere una scena che ricorda la sua leggendaria visita al monte Pisano, che talvolta è accoppiata alla scena trinitaria. Sullo sfondo a sinistra, dietro un folto assembramento di alberi, si stagliano le architetture di una città.
Abraham Willemsen
E' conosciuto anche come Abraham Willemsens.
Probabilmente nacque fra il 1605 e il 1610 in una località sconosciuta delle Fiandre. Nel 1627-1628 lo troviamo fra gli iscritti della Corporazione di San Luca di Anversa come allievo di Gilliam Antonissens o Guillaume Anthoni, un pittore francese attivo ad Anversa. Si è sposato con Maria de Lang e nel 1645 fu eletto decano della Gilda. In quel periodo si trasferisce a Parigi dove apre un laboratorio per produrre quadri per l'estero, soprattutto per la Spagna. Si sa che lavorò per il noto mercante d'arte di Anversa Guillam Forchondt così come per Matthijs Musson. Morì ad Anversa nel 1672.
Praticamente sconosciuto nel mercato dell'arte, la sua opera è stata rivalutata dopo la scoperta di un suo quadro autografo.
Numerosi tuttavia sono stati problemi di attribuzione poichè altri pittori suoi contemporaneo usavano il monogramma AW, quali Artus Wolffort e Adriaen Willemhoudt.
Willemsens è registrato a Parigi verso il 1645 e questo può spiegare l'influenza dei fratelli Le Nain sulle sue opere. Questi due artisti erano attivi a Parigi in quel periodo in cui dipingevano scene di contadini. Un'altra ragione, oltre alle tematiche, che ha fatto confondere lavoro di Willemsens con quello dei Le Nain sta nell'uso dil lino grezzo come supporto per la tela. Willemsens ha riprodotto un gran numero di opere di Rubens, assieme a Pieter van Lint e Willem van Herp, per i mercanti d'arte di Anversa. Willemsens dipinse anche paesaggi su rame, spesso animati da scene religiose o di genere. Le sue figure derivano principalmente dai dipinti di Rubens, Hendrick van Balen e Gerard Seghers.