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PITTORI: Bernardo Lorente German

Agostino è ferito d'amore per il Cristo

Agostino è ferito d'amore per il Cristo

 

 

BERNARDO LLORENTE GERMAN

1730-1740

Cadice, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino è ferito d'amore per il Cristo

 

 

 

Sul lato sinistro della crociera della chiesa di sant'Agostino a Cadice si trovano due tele raggruppate in una unica intelaiatura, che in precedenza erano situate nel Coro. Le due scene raffigurano e raffigurano episodi della Vita di sant'Agostino e sono copie molto precise di altrettante opere di Murillo. Le due tele sono attribuite a Bernardo Lorente German.

 

L'opera originale di Murillo si rifaceva a sua volta alle incisioni di Bolswert, che conosceva abbastanza bene. In questa circostanza Lorente segue Murillo che a sua volta aveva ripreso in parte e in parte trasformato il soggetto di Bolswert. Murillo modifica poco le immagini ma cambia l'insieme dell'opera sviluppando la composizione in altezza. Ingentilisce il modellato e le luci, eliminando il decoro inutile. La Vergine è vicina ad Agostino e tiene in braccio Gesù che si gira verso di lei. Il viso di Agostino, con l'abito degli eremitani, è cambiato: ha gli occhi infossati, la barba e i baffi che invadono le gote. E' la faccia di un mistico in preda alle angosce della sua anima e della sua vita interiore. La parte superiore della tela con la sua ghirlanda di angioletti seduti sopra una nuvola, conferisce alla tela una grande spontaneità e leggerezza. La tela di Murillo che Lorente ha preso come modello, si trova nel Museo di Siviglia.

 

Ci avevi bersagliato il cuore con le frecce del tuo amore, portavamo le tue parole conficcate nelle viscere e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi, da morti vivi ... Tanto ne eravamo infiammati che tutti i soffi contrari delle lingue perfide avrebbero rinfocolato, non estinto l'incendio. AGOSTINO, Confessioni 9, 3, 1

 

 

Llorente German Bernardo

Nato a Siviglia nel 1680, viene istruito dal padre e quindi si forma nella bottega di Cristóbal López, che lo fa lavorare sui modelli di Murillo. E' stato chiamato il pittore del pastore a motivo dei suoi dipinti che raffigurano la Vergine vestita come una pastorella che pasce un gregge. Queste sue opere contribuirono alla diffusione della iconografia della Divina Pastora, una devozione diffusa nel primo Settecento come visione del frate cappuccino Isidoro di Siviglia. Al Museo del Prado si conserva una raffigurazione proprio della Divina Pastora. Llorente ha ritratto l'Infante don Felipe nel periodo del soggiorno a Siviglia di Filippo di Borbone, figlio di Isabella Farnese e del futuro duca di Parma, esprimendosi in uno stile che ricorda l'influenza del ritrattista di corte francese Jean Ranc.

Questo lavoro gli permise di acquisire una certa notorietà che gli permise di ampliare il cerchio della sua clientela. Inoltre nel 1756 Llorente fu nominato Accademico della Real Academia de Bellas Artes de San Fernando a Madrid. Degno di nota è anche il suo trompe l'oeil conservato al Museo del Louvre. Lavorò anche negli ultimi anni fino alla sua morte nel 1759, soprattutto nelle chiese.