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PITTORI: Luigi Agricola

Sant'Agostino scrittore

Sant'Agostino scrittore

 

 

AGRICOLA LUIGI

1780-1790

Roma, Stampa da Agapito Franzetti al Corso

 

Sant'Agostino scrittore

 

 

La stampa presenta un tema caro alla iconografia agostiniana, dove viene raffigurato sant'Agostino con in mano una penna mentre sta scrivendo sotto illuminazione dello spirito divino che scendendo dall'alto lo colpisce in volto.

La dicitura ricorda che si tratta proprio di S. Agostino. L'opera fu eseguita a Roma presso Agapito Franzetti al Corso, dove si vendevano anche le stampe, su disegno di Luigi Agricola. L'incisore fu Giovanni Petrini.

 

L'Agostino delle Confessioni è anche poeta. Gli studiosi non hanno tralasciato d'illustrare quest'aspetto. " È il suo senso di poesia - scrive uno di essi - che dà alla realtà spirituale un volto ed una voce, alla realtà sensibile un'anima ed un palpito, sicché, mentre la prima viene accostata a noi senza perdere la sua immateriale purezza, la seconda, senza che ne abbiamo la concretezza visibile, ci si fa scala per salire a Dio ".

Ed un altro afferma che tutte le qualità di Agostino scrittore, che furono molte, non spiegano la loro efficacia " se non si tiene conto della grandezza del genio poetico del figlio di Monica ". La poesia è l'espressione più alta delle vibrazioni dell'anima, spesso della mistica. Così fu per Agostino. La sua fu la poesia dell'amore, dell'amicizia, della bellezza, del bisogno di Dio, della speranza; la poesia, per dirla con un sua immagine, d'un " filo d'erba assetato ": " Non abbandonare i tuoi doni - dice egli a Dio -, non disdegnare questo tuo filo d'erba assetato".

Si sa che le Confessioni sono una lettera a Dio, nella quale Agostino narra, loda, ringrazia, adora, implora, canta; canta le profondità abissali del cuore umano e le misericordie di Dio. L'uomo e Dio: ecco i due temi sui quali tesse i tredici libri delle Confessioni. Essi, scrive rileggendoli, " lodano Dio giusto e buono per i miei mali e per i miei beni, e verso di lui sollevano l'intelligenza e il cuore degli uomini."

La lode si trasforma spesso in preghiera d'implorazione o in ascesa interiore fino alle vette più alte della contemplazione. Nelle Confessioni ci sono le pagine più affascinanti dell'esperienza contemplativa agostiniana, pagine che si collocano per la forza narrativa e mistica tra le più belle della spiritualità cristiana. Aveva ragione uno scrittore, che era insieme filosofo e poeta, di dire, riferendosi alla narrazione dell'estasi di Ostia, che è una pagina di " profonda poesia " e " una delle cose più vertiginose dello spirito ... "; con essa " nasceva per la prima volta la poesia dell'estasi, il poema della comunicazione con Dio, la vertigine sublime dell'altezza, lo stupendo ascendere dell'anima sino all'assoluto Amore ... "

 

 

Agrìcola Luigi

Questo pittore nacque a Roma verso il 1750 circa e fu il padre di Filippo. Ricevette i primi insegnamenti artistici dal padre Gioacchino, per passare poi, sotto la guida di Christian Unterberger. Frequentando gli artisti del movimento neoclassico, conobbe e si legò con una forte amicizia a Antonio Canova. Molto attivo nel campo della grafica, realizzò molteplici disegni da tradurre in stampa per opere di documentazione storico-artistica. Agricola è famoso anche come incisore di gemme. Tra le sue opere possiamo ricordare l'Orazio Coclite e un Giustiniano che decreta le Pandette; Santa Elisabetta, regina del Portogallo, riconcilia il marito col figlio (Roma, Sant'Antonio dei Portoghesi). Il suo stile e le sue opere piacquero a Stendhal che parla dei suoi quadri nelle Promenades dans Rome. Suoi allievi furono il figlio Filippo, Giovanni Costa e Crescenzio Roti. Morì a Roma nel 1821.