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Monica e la Vergine incoronata
NIKOLAUS BINTERIM
1752
Magonza, chiesa di S. Agostino
Monica e la Vergine incoronata
L'ordine mendicante di Sant'Agostino risiedette nel suo monastero di Magonza nella Augustinestrasse dal 1260 al 1802. La chiesa, con navata unica, fu costruita insieme al monastero tra il 1768 e il 1772. Dal 1805 vi è ospitato il Seminario diocesano.
La decorazione della chiesa si presenta ricca grazie alle generose donazioni dei mecenati e dei Principi Elettori tedeschi. All'interno, il pittore Johann Baptist Enderle da Donauwörth ha glorificato la città di Sant'Agostino con degli splendidi affreschi sul soffitto.
Oltre l'ingresso in arenaria rossa, una moderna vetrata permette di ammirare le splendide decorazioni in stile Rococò sulla facciata della chiesa, fra cui centralmente la Vergine attorniata da Agostino e sua madre Monica. La facciata mostra pertanto le vivaci forme del Barocco Franconiano fra cui spicca la citata Incoronazione della Vergine realizzata dallo scultore magonzese Nikolaus Binterim.
La madre di Agostino viene spesso raffigurata nell'iconografia agostiniana, da sola o assieme al figlio. Ella partecipa a scene fondamentali, come l'estasi di Ostia, la partenza da Cartagine o il soggiorno milanese e poi a Cassiciaco. La ritroviamo ancora assieme ai monaci ed ella stessa monaca o vestita da monaca mentre illustra la regola agostiniana nella versione femminile. Toccanti sono pure le scene che la vedono in azioni caritative. Con Agostino lasciò Milano diretta a Roma, e poi a Ostia, dove affittarono una casa, in attesa di una nave in partenza per l'Africa. Fu un periodo carico di dialoghi spirituali, che Agostino ci riporta nelle sue Confessioni. Lì si ammalò, forse di malaria, e in nove giorni morì, all'età di 56 anni. Drammatiche e toccanti sono le rappresentazioni della sua morte a Ostia. Di lei Agostino offre una biografia stupenda nella parte finale del libro IX delle Confessioni.
L'evento dell'Incoronazione della Vergine è descritto come immediatamente successivo a quello dell'Assunzione in cielo, grazie a cui, secondo l'interpretazione di San Gerolamo, Maria viene condotta fino al trono di Dio. Questo soggetto solitamente costituisce la scena finale dei cicli dedicati alla Madonna, dopo la morte e l'ascesa al cielo. Come tema dotato di vita propria è apparso per la prima volta nell'arte gotica, dapprima scolpito sui portali delle cattedrali, poi dipinto sulle pale d'altare destinate a luoghi di culto posti sotto il patronato della Vergine. Solitamente la cerimonia è officiata da Cristo, che pone la corona in capo alla Madre seduta sullo stesso trono o inginocchiata davanti a lui. Frequenti sono tuttavia anche le immagini in cui solo il Padre Eterno incorona Maria o quelle che raffigurano il Padre Eterno e il Figlio uniti in Trinità con lo Spirito Santo.
La scena in genere avviene al cospetto della corte celeste ed è spesso affollata: il gruppo principale è di solito attorniato da angeli musicanti, santi, beati, martiri, patriarchi. I santi presenti in queste rappresentazioni assumono lo stesso ruolo e significato che hanno nelle sacre conversazioni.
Sei tutta bella, e in te non vi è macchia. - Un giardino recintato tu sei, sorella mia, Sposa, un giardino recintato, una fonte sigillata. - Veni, coronaberis. Vieni, sarai incoronata.
Ct 4, 7, 12 e 8