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Sant'Agostino cardioforo
FENNINGER CRISTOPH
1735-1738
Chiesa parrocchiale di Mülln, Salisburgo
Sant'Agostino cardioforo
La raffigurazione del santo si trova all'interno di una bella architettura a stucco opera di Christoph Fenninger che la realizzò fra il 1735 e il 1738. La scena si trova su una delle sei colonne mascherate in stile barocco, ma nel centro gotiche, che furono abbellite da questo stuccatore con scene che vogliono rappresentare il "cielo".
Oltre ai quattro Padri della Chiesa, vi trovano posto la colomba centrale dello Spirito Santo, il nome di Gesù e Maria come anche, lateralmente, l'Annunciazione. In una cornice fastosa, principesca nella sua impostazione, con due angioletti sotto un maestoso baldacchino, si apre un medaglione che racchiude la figura di Agostino. Il santo è in atteggiamento estatico con lo sguardo rivolto verso il cielo. Alle sue spalle si leva il bastone pastorale che esprime la sua dignità episcopale. Indossa gli abiti vescovili, ma si intravede la cocolla dei monaci, secondo una tipica consuetudine dei monasteri agostiniani di ritenerlo il vero fondatore del loro Ordine. Alla sua destra si nota la mitra vescovile, mentre con la mano destra tiene in mano un cuore fiammante, il simbolo che meglio esprime nel Settecento la figura di Agostino.
Nel libro nono delle Confessioni Agostino si esprime con queste parole: sagittaveras tu cor meum charitate tua, hai ferito il mio cuore - ricorda Agostino - con il tuo amore. Esse esprimono in forma poetica il grande amore che Agostino aveva per Dio. Un amore così grande da essere rappresentato simbolicamente con un cuore fiammante trafitto da una freccia. Questo tipo di rappresentazione godrà di grandissima fortuna iconografica dal 1600 in poi, tanto da essere un punto fermo nel logo che lo stesso Ordine Agostiniano adotterà per il suo Stemma Ufficiale. Il cuore è l'elemento caratteristico di questo tema iconografico: Agostino lo tiene in mano, talvolta è attraversato da una freccia, o anche viene offerto al Signore.
Tu stesso ci avevi folgorati con le frecce del tuo amore, e portavamo conficcati nel ventre gli arpioni delle tue parole e gli esempi dei tuoi servi, che da oscuri avevi reso splendidi e da morti, viventi. Bruciavano ammassati nel fondo della mente divorando la sua pesantezza e il torpore, per impedirci di scendere in basso, ed era un tale incendio che tutto il fiato soffiatoci contro dalle subdole lingue l'avrebbe ravvivato, non estinto. Tuttavia nel tuo nome, che hai reso sacro per tutta la terra, il nostro proponimento avrebbe certamente incontrato il plauso di alcuni, e quindi poteva sembrare ostentazione non aspettare quel poco che mancava alle vacanze, e congedarsi prima da un pubblico ufficio che era sotto gli occhi di tutti in modo da attirare sulle mie azioni l'attenzione universale. Così, se avessi dato l'impressione di non voler neppure attendere il termine tanto prossimo dei corsi, avrebbero molto chiacchierato, e sarebbe parso che volessi farmi notare. E a che pro favorire congetture e discussioni sui miei intenti e oltraggi al nostro bene?
AGOSTINO, Confessioni 9, 2, 3