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PITTORI: Miguel Melendez

El entierro del conte di Orgaz a Madrid

El entierro del conte di Orgaz

 

 

MIGUEL JACINTO MELENDEZ

1734

Madrid, Museo del Prado

 

El entierro del conte di Orgaz

 

 

 

L'opera è una tavola ad olio (46 cm x 78 centimetri) oggi conservata al Museo del Prado a Madrid, che descrive i funerali del conte di Orgaz. Si tratta di uno schizzo per uno dei due dipinti commissionati a Miguel Jacinto Meléndez nel 1734 e destinati ai lati del transetto della chiesa del convento agostiniano di San Felipe a Madrid. Entrambe le tavole si riferiscono alle apparizioni miracolose di Agostino che hanno avuto luogo a Toledo.

Don Gonzalo Ruiz da Toledo conte di Orgaz morì nel 1332, e Melendez qui rappresenta la leggenda secondo la quale al momento della sepoltura del conte apparvero Sant'Agostino e Santo Stefano a deporne il corpo nel sepolcro.

In un perfetto equilibrio tra cielo e terra, vengono raffigurati, in forma molto allegorica, i funerali del Conte di Orgaz, un dignitario di Toledo molto devoto, tanto che a seppellirlo non sono due preti qualunque, bensì Santo Stefano e Sant'Agostino. Sullo sfondo assistono alla scena una folla di personaggi quasi tutti anch'essi cavalieri (la croce rossa che portano sul petto è quella dell'Ordine di Calatrava, riservata alla nobiltà più vicina al re e della quale era fregiato lo stesso Orgaz), o frati.

 

Melendez Miguel Jacinto (1679-1734) nacque a Oviedo. La sua formazione artista si formò alla bottega di José Garcia Hidalgo a Madrid. Durante questo periodo di tirocinio presso la Corte, suo fratello, anche noto pittore Francisco Antonio Melendez si trasferì in Italia per apprendere dai maestri italiani e vi rimase fino al suo ritorno nel 1717. Nel 1704 sposò Maria del Rio: a quest'epoca Melendez ha completato la sua fase formativa e si guadagna da vivere come pittore alla corte essenzialmente con ritratti di Filippo V e di Maria Luisa di Savoia. La sua attività artistica era infatti rivolta principalmente ai ritratti, in particolare quelli della famiglia reale che realizzò tra il 1708 e 1708. Nel 1712 fu nominato pittore di corte dal re di Filippo V di Spagna. Dopo la morte della prima moglie, nel 1716 si risposa con Alejandra Garcia de Ocampo dalla quale ebbe due figlie Maria e Maria Josefa Vicenta, quest'ultima morta ancora infante. Il suo stile ebbe un grande influsso nell'opera di Van Dyck e della scuola fiamminga, anche se le sue immagini di vergini sono influenzate dall'opera di Juan Carreno de Miranda. I suoi quadri esprimono il suo tentativo di concentrare gli sforzi nel campo della ritrattistica di persone vere. Negli ultimi anni della sua vita, Miguel Jacinto Meléndez si specializza in ritratti di nobili spagnoli (in particolare i due splendidi ritratti del Marchese de Vadillo) e in tematiche di pittura religiosa commissionate da diverse congregazioni. Meléndez muore a Madrid nell'agosto del 1734 lasciando alla vedova e ai bambini una discreta eredità.