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PITTORI: Giuseppe Milani

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa di Giuseppe Milani a Cesena

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

GIUSEPPE MILANI

1770-1777

Cesena, chiesa di sant'Agostino

 

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

La decorazione a muro che troviamo nella chiesa di sant'Agostino a Cesena è opera di Giuseppe Milani che la portò a compimento con l'aiuto del figlio Ferdinando.

In questa scena il pittore ha raffigurato sant'Agostino come vescovo e Dottore della Chiesa intento a scrivere una sua opera. Il santo veste gli abiti episcopali. Due angioletti lo aiutano reggendogli un libro e altri strumenti. Ai suoi piedi è appoggiato un libro assieme al bastone  pastorale in segno simbolico di umiltà. Agostino è stato raffigurato seguendo la forma prevalente nella sua iconografia che lo vede un vescovo con una folta barba, maturo nell'espressione del viso, intento a scrivere.

La raffigurazione di sant'Agostino in questa pittura è da collegare alla secolare devozione nutrita nei confronti del santo che si sviluppa in località Santa Maria del Butriolo con la predicazione di S. Giovanni Bono. Con lui sorse intorno al 1208 un convento di Giamboniti che seguivano la regola di S. Agostino. I frati si trasferirono in città dove fecero costruire una prima chiesa. Agli inizi del Quattrocento l'edificio venne completamente ricostruito e nuovamente modificato nel 1457, per volontà di Violante da Montefeltro, moglie di Novello. Tra il 1516 e il 1518 il pittore urbinate Girolamo Genga, seguace di Raffaello, giunge dai frati agostiniani per realizzare una colossale Disputa sull'Immacolata Concezione, di cui oggi resta a Cesena la sola Annunciazione. Nel 1748 i monaci decidono di ristruttura il complesso che assume l'aspetto attuale. Rotto l'accordo con G. A. Landi, il nuovo progettista è Luigi Vanvitelli che avvia i lavori nel 1752, per concluderli nel 1763. Fu ristrutturato anche il convento su progetto di N. Fagioli e supervisione di Azzolini. Nel 1777, dopo 25 anni di lavori, la chiesa fu infine consacrata. Per effetto delle soppressioni napoleoniche il convento scomparve e la chiesa divenne parrocchiale. Attualmente è stata incorporata nella Parrocchia del Duomo. La facciata è incompiuta mentre l'interno si presenta a pianta longitudinale, con tre cappelle per lato.