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Sant'Agostino in gloria consegna la regola alla famiglia agostiniana
PACHECO BASILIO
1744-1746
Lima, chiesa di sant'Agostino
Sant'Agostino in gloria consegna la regola alla famiglia agostiniana
Il tema della posterità agostiniana diventa ricorrente soprattutto nel Seicento, che fu il secolo d'oro della diffusione dell'ordine agostiniano. Lo ritroviamo in forme magniloquenti anche in questo esempio coloniale spagnolo settecentesco del pittore Basilio Pacheco che lo dipinse per la chiesa di sant'Agostino a Lima. Il grandioso evento celebrato nel quadro ha un significato alquanto celebrativo e vuole manifestare l'importanza raggiunta dai monaci nell'ambito della società del tempo. Viene descritta la grande famiglia agostiniana nei vari rami e congregazioni in cui si è suddivisa nei secoli, o anche i movimenti religiosi che in qualche modo si ispiravano ad Agostino o ne seguivano la regola. In qualche caso sono rappresentati i più famosi esponenti dell'Ordine. Il testo che accompagna l'opera spiega bene lo spirito che animava il pittore: "Mysticae Agustiniensis Eremi Sacrum Gloriae Decorisq. Theatrum"
L'immagine è una notevole espressione del barocco peruviano (cfr. Il barocco peruviano I tesori d'arte del Perù, Lima, Banco de Credito del Peru 2002). Agostino è posto al centro di una miriade di personaggi, nobili, fedeli, monaci, religiosi, vescovi, cardinali e persino papi, che gli fanno da corona. Il santo è seduto su una specie di trono e imbraccia un grosso libro sorretto da un frate, dove si legge la sua regola.
La facciata della chiesa di sant'Agostino a Lima è un'opera architettonica di stile barocco Churrigueresque, sovraccarico di ornamenti, scolpito in pietra, che è stata completata nel 1710. Nelle nicchie della facciata ci sono dieci statue, oltre a quella di S. Agostino, che si trova al centro, con cuore fiammante in mano levato in alto. La chiesa occupa lo stesso posto fin dalla sua fondazione, avvenuta nel 1573 per opera di Fray Luis Lopez de Solis, anche se è stata ricostruita più volte a causa dei terremoti che si sono verificati a Lima. Uno dei più grandi interventi è stato prodotto nella ricostruzione della chiesa dopo il devastante terremoto del 1746 che ha causato ingenti danni alla struttura e che ha comportato il ripristino quasi totale dell'edificio. Anche gli eventi del 1895, anno in cui la chiesa ha subito ingenti danni per le schegge prodotte durante gli scontri tra le forze caceristas e pierolistas, hanno contribuito a rimodellare la struttura. In quella occasione gli interventi hanno portato alla distruzione della torre e allo smantellamento della cupola sulla crociera, il transetto e presbiterio, lasciando queste aree inutilizzate. Nel 1908 la chiesa è stata riaperta dopo i molti cambiamenti che aveva sofferto, tra cui la modifica dell'ingresso principale, in particolare la sua terza sezione che comprendeva un grande rosone. Quest'ultima modifica è stata eliminata decenni dopo ripristinando la sua configurazione originale, fatta eccezione per la ringhiera.
Basilio Pacheco
Pittore settecentesco della Scuola di Cuzco lavora in stile barocco tra il 1738 e il 1752. I suoi dipinti più noti e famosi sono il cilo che racconta la vita di S. Agostino (1744-1746) nel chiostro del Convento di San Agustín a Lima, la sepoltura di S. Agostino, la Circoncisione, con l'uso della prospettiva rinascimentale e Gesù tra i dottori.
Con Basilio Pacheco la scuola artistica di Cusco ha raggiunto uno dei suoi più alti vertici interpretativi. Sue opere si trovano a La Merced e Huamanga. Esprime una pittura religiosa e decorata con elementi della flora e della fauna peruviana, talora una plastica e ingenua interpretazione che si identifica con il gusto popolare. La linea, il colore e la forma sono curati con molti dettagli.
Il XVIII secolo ha espresso anche attraverso le sue opere una ricchezza artistica raramente raggiunta in America coloniale, dove una notevole proliferazione di grandi officine segue i bisogni della nobiltà impegnata in una espansione territoriale che ha creato le città più importanti del Sud America. Due sono i soggetti iconografici che sono stati introdotti nel Seicento e che nel Settecento godranno di grande fortuna diffondendosi un po' ovunque: "gli arcangeli moschettieri" e "la difesa dell'Eucaristia". Le sue opere mostrando da un lato la sicurezza formale delle loro innovazioni iconografiche, dall'altro esprimono la qualità tecnica della sua pittura nell'ambito della Scuola di Cusco, la cui importanza si riflette nel suo status di capitale del Vicereame.