Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Giulio Quaglio

PITTORI: Giulio Quaglio

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

QUAGLIO GIULIO

1712

San Paolo d'Argon, chiesa di san Paolo Apostolo

 

Sant'Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Giulio Quaglio dipinge nel 1712 questo dipinto murale che raffigura sant'Agostino e che fa parte dell'Insieme della decorazione pittorica della chiesa di san Paolo d'Argon.

Il santo è stato raffigurato seduto sulla sua cattedra episcopale con tutti i suoi attributi di vescovo.

Con la mano sinistra dispiega un libro aperto, mentre con la destra impugna ima penna con l'intenzione di scrivere.

Un angelo gli regge il libro, ed altri due. sulla sinistra, impugnano il bastone pastorale e altri libri.

La scena si svolge all'interno di una chiesa. L'architettura è sontuosa e curata nei particolari.

 

 

Giulio Quaglio o Quaglia detto il Giovane (Laino, 1668-1751)

Giulio Quaglio apparteneva a una famiglia di artisti comaschi. Formatosi a Bologna alla bottega di Marcantonio Franceschini, lavorò in Lombardia, Friuli, Austria, Svizzera e Slovenia. A Udine eseguì il primo lavoro nel 1692,  incaricato di affrescare lo scalone e la sala d'onore del palazzo della famiglia Strassoldo. Nel 1694 affrescò la cappella del Monte di Pietà, nel 1696 fu impegnato a realizzare affreschi per il palazzo Piccoli, oggi palazzo Attimis-Maniago. Nel 1697 lavorò per la famiglia Antonini nel palazzo Antonini-Belgrado, affrescando la Verità che mette in fuga le tenebre del paganesimo e la caduta di Fetonte. Terminato il ciclo udinese fece ritorno in città solo nel 1724 per restaurare la cappella del Monte di Pietà. Ad Alzano Lombardo suoi sono gli affreschi nelle terza sagrestia che raffigurano episodi dell'antico testamento quali il sacrificio di Abele, il sacrificio di Melchisedec ed il sacrificio di Abramo. Nel 1706 a Trieste nella cattedrale di San Giusto Martire affresca le pareti della cappella di san Giuseppe. Tutto il complesso scenografico, dalla Gloria di San Giuseppe, alla suo Transito, alla Fuga in Egitto, è caratterizzato da diverse tonalità di rosa e di azzurro. La sua produzione pittorica è frutto della cultura settecentesca, nella suggestione di trasportare i soggetti pittorici oltre i limiti della struttura muraria, senza ricorrere allo sfondato grazie alla leggerezza diafana della pennellata. A Bergamo nel 1712 esegue gli affreschi delle volte della seconda sagrestia nella chiesa di Sant'Alessandro in Colonna. Nella chiesa parrocchiale di San Paolo d'Argon dipinge infine i tondi a fresco con episodi delle vite di San Paolo e San Benedetto da Norcia e l'Annunciazione.