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PITTORI: Maestro di Ripi

Agostino, Monica e la Madonna della cintura

Agostino, Monica e la Madonna della cintura

 

 

MAESTRO DI RIPI

1750-1770

Ripi, chiesa di sant'Agostino

 

Agostino, Monica e la Madonna della cintura

 

 

 

La chiesa è dedicata ai santi Agostino e Bartolomeo. Le prime documentazioni che la riguardano così come l'adiacente convento risalgono all'inizio del 1600. Precisamente nel 1605 la Comunità di Ripi fece richiesta ai padri Agostiniani di Cori perché venissero ad operare a Ripi in un luogo che Bartolomeo Stefanio Ripano avrebbe messo a disposizione.

Nel corso del Settecento chiesa e convento vennero ampliati ma nell'Ottocento con l'avvento del Regno d'Italia furono confiscati dallo Stato e i monaci dovettero andare via. La chiesa si presenta a unica navata con l'abside fornita di volta a catino. Un'artistica balaustra di marmo proveniente da un altro edificio sacro delimita il presbiterio. A destra dell'ingresso si trovano le cappelle di S. Tommaso da Villanova, quindi della Madonna della Cintura con S. Agostino e S. Maria, a sinistra quella di S. Nicola da Tolentino e di Gesù Crocifisso con S. Rita da Cascia e S. Chiara da Montefalco. Le tele collocate sugli altari raffigurano i Santi cui è dedicato l'altare corrispondente. Dietro l'altare maggiore è collocata una grande tela che raffigura S. Bartolomeo apostolo: il Santo, ritto in estasi, senza vesti per l'esecuzione capitale, tende il braccio in un anelito estatico. Ai suoi piedi, in un atto di stupore e venerazione, sono dipinte due figure di devoti sotto lo sguardo ammirato di angeli. Il dipinto è attribuito al polacco Kuntze Tadeus. Sul lato destro su un altare si trova la tela che raffigura il vescovo agostiniano S. Tommaso da Villanova. La tela seicentesca presenta il Santo rivestito dei paramenti solenni con piviale e mitra, nel gesto di dispensare elemosina a una povera donna con un bambino. Sempre sul lato destro si trova un'altra tela che mostra la Madonna della Consolazione o della cintura con ai lati Agostino e Monica, vestiti della nera tunica dei monaci eremitani, in atto di ricevere la Cintura. La tela risale alla seconda metà del 1700. Attiguo al presbiterio nel lato sinistro, collocato sull'altare, di ignoto autore c'è il dipinto del Crocifisso con le due grandi mistiche agostiniane S. Chiara da Montefalco e S. Rita da Cascia. L'ultimo dipinto raffigura S. Nicola da Tolentino e risale alla seconda metà del Settecento. La tela è dominata dalla figura del Santo che giganteggia al centro, con in una mano un giglio e nell'altra il Vangelo. Un suo piede calpesta Satana, il mondo e la carne. Il suo sguardo si volge verso l'alto nella contemplazione di Dio Padre e, ai lati, la Vergine e S. Agostino, che gli porgono ognuno il diadema della vittoria.

 

L'episodio della consegna della cintura ad Agostino e Monica, frequentemente diffuso nella iconografia agostiniana, riprende le parole di Isaia Et erit Iustitia cingolum lomborum eius et Fides cingolum renum eius, che formano il riferimento teologico del culto della cintura, soprattutto in ambito agostiniano. Il culto mariano ha origini piuttosto antiche: già sant'Ambrogio nel IV sec. promosse un grande sviluppo della marianologia soprattutto in relazione alla Verginità della Madonna. L'eredità teologica mariana ambrosiana fu raccolta da Agostino e dai movimenti religiosi che a lui si ispirarono nei secoli successivi. Il culto mariano costituì un elemento unificante e di resistenza per occidentali e bizantini durante le fasi di espansione araba.

Sarà nel corso del VII secolo che i Franchi assumeranno su di sé questa missione riportandola ad esperienze puramente occidentali, grazie all'aiuto dei missionari delle isole britanniche e dell'Irlanda. Nei secoli precedenti era stato l'accordo tra Longobardi e Roma e diffonderne il culto in ogni città. Dal V secolo la Chiesa di Costantinopoli influì notevolmente sul culto mariano in Lombardia, soprattutto attraverso i monaci che hanno lasciato numerose testimonianze. All'epoca di san Carlo, dal 1560 al 1584, furono promosse nelle diverse parrocchie le istituzioni delle Confraternite del SS. Sacramento in collegamento a quelle già esistenti di ispirazione mariana.

Fra queste era particolarmente attiva la Confraternita della Madonna della Cintura o Confraternitas Cinturatorum. Proprio per l'influsso degli agostiniani, largamente presenti nel XVI secolo a Milano, tale confraternita prese il nome di Arciconfraternita dei Cinturati di S. Agostino e santa Monica sotto l'invocazione di Nostra Signora della Consolazione, ricordando così nella denominazione il fondatore del culto e sua madre. La prima grande festa in onore della Madonna della Cintura si tenne la prima domenica d'Avvento del 1575 in Roma con la partecipazione del papa, di cardinali e di una numerosa popolazione. Per secoli si continuò a celebrare questa festa la prima domenica di Avvento.

Papa Clemente X, con il breve Ex iniucto nobis del 27 marzo 1675, fissò la festa il giorno successivo a quello di S. Agostino. Nel 1700 è nota l'esistenza di confraternite della Madonna della Cintura in tutta Italia, in altre nazioni, nonché a Tagaste.