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Percorso : HOME > Iconografia > Pittori > Elenco > Settecento: Sagrestani CamilloPITTORI: Sagrestani Camillo
Agostino scrive sul cuore di Maddalena de' Pazzi
CAMILLO SAGRESTANI
1700
Firenze, chiesa di San Frediano in Cestello
Agostino scrive sul cuore di Maddalena de' Pazzi
L'opera è attribuita a Camillo Sagrestani (1660-1731) o all'entourage della sua bottega. Il grandioso quadro che raffigura S. Agostino mentre scrive sul cuore della santa si trova a Firenze nella chiesa di San Frediano in Cestello. L'opera è datata all'anno 1700 circa e si presenta nella dimensioni di cm 178x264.
Maria Maddalena de' Pazzi nasce nel 1566 e appartiene alla casata de' Pazzi, potenti (e violenti) per generazioni a Firenze, e ancora autorevoli alla sua epoca. Battezzata con il nome di Caterina, a 16 anni entra nel monastero carmelitano di Santa Maria degli Angeli in Firenze e come novizia prende il nome di Maria Maddalena. Nel maggio 1584 soffre di una misteriosa malattia che le impedisce di stare coricata. Al momento di pronunciare i voti, devono portarla davanti all'altare nel suo letto. Da questo momento vivrà diverse estasi, che si succederanno per molti anni. Le descrivono cinque volumi di manoscritti, opera di consorelle che registravano gesti e parole sue in quelle ore. Più tardi le voci dall'alto le chiedono di promuovere la «rinnovazione della Chiesa» (iniziata dal Concilio di Trento con i suoi decreti), esortando e ammonendo le sue gerarchie. Scrive così a papa Sisto V, ai cardinali della curia; e tre lettere manda ad Alessandro de' Medici, arcivescovo di Firenze, predicendogli il suo breve pontificato. La mistica morirà nel 1607 dopo lunghe malattie.
A eccezione di tre lettere, Maddalena non scrisse nulla di proprio pugno. Ma perché i suoi confessori volevano determinare se l'origine di questi fenomeni era divina o no, non volendo le suore "lassar perdere nessuna" delle sue parole, fu costretta a conferire tutto quello che le accadeva ai superiori, tramite le monache, che scrivevano quello che lei diceva, fuori dell'estasi o durante le stesse esperienze mistiche. In tal modo furono raccolte sotto sua dettatura le relazioni delle sue esperienze mistiche che confluirono in quattro grossi volumi di manoscritti originali, le cosiddette "sue" opere, perché conservano le autentiche parole dei suoi discorsi, poiché lei stessa li riveduti, ridefiniti e corretti. Sono questi: (I) I Quaranta Giorni; (II) I Colloqui; (III) Revelatione e Intelligentie (o I otto giorni dello Spirito Santo); (IV) La Probatione - Renovatione della Chiesa.
Giovanni Camillo Sagrestani fu un seguace dello stile di Carlo Cignani. La sua attività, aperta agli influssi veneti, determinò l'apertura culturale di Firenze nel clima Rococò. Debitore di Giordano e Gherardini nonché delle opere fiorentine di Ricci, dopo il praticantato presso varie botteghe fiorentine, completò la sua educazione a Roma, Venezia, a Parma e a Bologna, dove risiedette presso il Cignani. Di sua mano furono varie opere di soggetto religioso, caratterizzati da un luminismo spezzato e vibrante e da raffinati passaggi tonali. Nei lavori per la nobiltà fiorentina ebbe molti seguaci e collaboratori tra cui Del Pace. Tra i suoi maggiori allievi troviamo Matteo Bonechi e Giovan Battista Ranieri del Pace. Quatto tele attribuite al Sagrestani si trovano nella Chiesa di Santa Maria della Fraternita a Foiano della Chiana. Altre sue opere si trovano nella Chiesa di San Frediano in Cestello a Firenze. Altre opere attribuite al Sagrestani si trovano nella Chiesa della Santissima Annunziata a San Giovanni Valdarno.