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PITTORI: Anovelo da Imbonate

Trionfo di S. Tommaso, particolare dei Dottori della Chiesa nella Cappella Viscontea nella Basilica di sant'Eustorgio a Milano

Trionfo di S. Tommaso, particolare dei Dottori della Chiesa

 

 

ANOVELO DA IMBONATE

1300 circa

Cappella Viscontea nella Basilica di sant'Eustorgio a Milano

 

Trionfo di S. Tommaso, particolare dei Dottori della Chiesa

 

 

 

In un angolo della Cappella Viscontea nella Basilica di sant'Eustorgio a Milano si conserva la scena del Trionfo di san Tommaso, con una iconografia semplificata, ma tradizionale con il santo assiso in trono con in mano il libro simbolo della dottrina. A livello inferiore è raffigurata la scienza religiosa e teologica con i Dottori della Chiesa e personaggi di dottrina.

 

La Cappella dei Visconti o di San Tommaso si trova tra le cappelle del fianco destro della chiesa milanese di Sant'Eustorgio, la quarta entrando sul fianco destro.

Questa cappella venne aperta nel 1297, per Matteo Visconti, vicario Imperiale e Capitano del Popolo a Milano, il cui ritratto in bassorilievo si trova sulla fronte esterna della cappella, sul fianco meridionale di Sant'Eustorgio. La cappella era realizzata secondo un impianto a piccola aula, sul quale si modellano le successive cappelle di questo lato (ad essa precedente è quella verso il Presbiterio, le altre sono ad essa successive). Era originariamente affrescata, e di queste pitture restano solo in parte quelle della volta e delle parti superiori delle pareti.

Su una parete troviamo l'affresco più complesso, che raffigura il trionfo di San Tommaso, ed è relativo alla presenza domenicana in Sant'Eustorgio (dal 1227). A San Tommaso era dedicata questa cappella Visconti, e in questo quadro si sottolineava il supporto teologico alla scelta dei Duchi di Milano. L'autore si identifica con Anovelo da Imbonate, o con un maestro vicino a Giusto de' Menabuoi.

Questa raffigurazione rappresenta il livello più elevato del ciclo pittorico della cappella, per i suoi riferimenti giotteschi, filtrati dai discepoli del grande pittore, soprattutto Giottino, o dai contatti con Giusto de Menabuoi o Giovanni da Milano. San Tommaso sta seduto al centro della composizione, sul trono visto prospetticamente, con la veste bianca e nera dell'Ordine, la mano benedicente e il libro aperto simbolo della Dottrina.

Il pittore propone una esemplificazione della Summa Teologica di Tommaso; in alto nel Cielo volteggiano gli Angeli, al centro sta il Cristo Benedicente, attorno i simboli degli Evangelisti, i Profeti ancora con il Libro aperto in mano a mostrare i loro riferimenti al Sacro Testo. Il trono di San Tommaso è affiancato dai Dottori della Chiesa, seduti nei seggi che lo attorniano (San Girolamo col cappello rosso da cardinale, rappresentante della scienza religiosa e teologica, Sant'Agostino, e gli altri).

Nella fascia inferiore al di sotto delle figure di questi Santi troviamo altri personaggi che simboleggiano la conoscenza ortodossa e le eresie: un monaco discepolo di Tommaso sulla destra, e dalla parte opposta alcuni eretici, come quello visto di spalle con abiti orientali e il cappello a larghe tese. Altri busti di profeti sono dipinti a monocromo sulla cornice che racchiude questo quadro principale. Questi profeti mostrano i loro cartigli srotolati. La personalità di maggior rilievo preso a simbolo dell'eresia era Averroé. L'averroismo contendeva alla tomistica la supremazia sull'interpretazione di Aristotele, e la sua corrente di pensiero era in Italia sostenuta da pensatori quali Taddeo di Parma ed Angelo da Arezzo, che avevano introdotto questo insegnamento nell'Università di Bologna. Nello stesso periodo si era affermata anche una corrente averroistica all'Università di Padova. La scelta di questa tematica va probabilmente ricondotta ad una operazione di riconciliazione, operata dai Domenicani di Sant'Eustorgio (la cui autorevolezza era assicurata dall'aver contato tra i loro membri San Pietro Martire) tra la Chiesa ufficiale e i Visconti, massimi esponenti del ghibellinismo italiano, dei quali nel 1320 il pontefice Giovanni XXII aveva scomunicato per eresia nel 1320 l'arcivescovo Giovanni con i fratelli, tra cui appunto Stefano Visconti, sepolto in questa cappella. Sotto il quadro principale sta una rassegna di Santi, tra cui si riconoscono San Giovanni Battista, Santa Caterina, San Lazzaro, Sant'Enrico, un Santo Cavaliere, un Santo Abate, un Santo Vescovo. Per lo stile sarebbero cronologicamente riconducibili agli anni settanta del Trecento.

 

Anovelo da Imbonate

Anovelo da Imbonate (XIV secolo - XV secolo) è stato un pittore e miniatore italiano. Fu attivo a Milano e in Lombardia, soprattutto al servizio della corte viscontea, tra la fine del XIV secolo e gli inizi del XV. Pochissime di lui le opere documentate con certezza: per la miniatura le decorazioni del Messale dell'Incoronazione di Gian Galeazzo Visconti (Milano, Biblioteca della Basilica di S. Ambrogio) e il Messale di Santa Tecla (Milano, Biblioteca Capitolare del duomo). In esse si nota uno stile ormai maturo, che ha fatto sue tutte le ultime novità del tardogotico lombardo trecentesco. Trattandosi di lavori riservati ad una stretta cerchia di artisti di fiducia della corte viscontea, si presume l'artista avesse una notevole quantità di richieste nel milanese.