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PITTORI: Baronzio Giovanni

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

Baronzio Giovanni

1380

Ravenna, chiesa di san Giovanni Evangelista

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

A metà della navata di sinistra, si apre una cappella gotica, che risale al XIV secolo. Presenta una pianta quadrata ed è coperta da una volta a crociera, dove sono conservati alcuni frammenti di affresco attribuiti a Giovanni Baronzio che raffigurano i quattro santi, dottori della Chiesa con gli evangelisti. Sull'altare della cappella, un affresco alquanto deteriorato raffigura la Maddalena che tende le braccia alla Croce.

Fra i Dottori della Chiesa Agostino è stato affrescato nel suo studiolo seduto alla scrivania mentre è intento a leggere e a scrivere su un rotolo. Indossa i paramenti episcopali con in testa una mitra.

 

La basilica dedicata a san Giovanni Evangelista è di fondazione imperiale bizantina e fu commissionata da Galla Placidia dopo la morte nel 423 del fratellastro, l'imperatore, Onorio. Galla Placidia era tornata a Ravenna ripristinando nella capitale d'Occidente la sovranità della casa regnante Valentiniano - Teodosiana, dopo l'usurpazione del trono. Sconfitto l'usurpatore per mano dell'esercito dell'imperatore di Costantinopoli Teodosio II, Galla Placidia aveva assunto la reggenza a favore del giovane figlio Valentiniano.

Le fonti medievali che descrivono i mosaici parietali che decoravano l'abside e l'arco, riportando il testo delle relative iscrizioni lasciano intendere che la chiesa fu eretta, oltre che a glorificazione dinastica, anche come ex voto all'Evangelista che avrebbe portato in salvo la famiglia imperiale nel viaggio in nave verso Ravenna.

La tradizione ricorda che Galla Placidia avrebbe fatto questo voto all'evangelista Giovanni durante la perigliosa traversata che da Costantinopoli la ricondusse a Ravenna nel 424: viste le pessime condizioni atmosferiche, la sovrana avrebbe promesso che, se avesse toccato terra, avrebbe costruito una chiesa dedicata a Giovanni nel luogo dello sbarco.

L'intervento del santo sarebbe stato dunque provvidenziale: venerato a Costantinopoli e in Oriente quale protettore dei naviganti dai pericoli del mare, avrebbe così miracolosamente salvato la legittima successione al trono d'Occidente. L'episodio garantiva la continuità della casa regnante sulle due parti dell'unico impero. La chiesa è pertanto databile agli anni immediatamente successivi all'arrivo nel 424 della sovrana a Ravenna ed è probabile che abbia avuto una iniziale destinazione a cappella palatina.

Attorno all'anno Mille la chiesa divenne sede di un gruppo di monaci benedettini che vi costruirono accanto un importante monastero.

 

Giovanni Baronzio

Scarne sono le notizie relative alla vita di Giovanni Baronzio: nacque e morì a Rimini prima del 1362. Sotto l'aspetto artistico fu certamente un giottesco della Scuola riminese. Le notizie che abbiamo di lui sono state ricavate dalle sue opere di cui una è firmata e cioè il polittico con La Madonna col bambino e due angeli con San Francesco e San Ludovico da Tolosa. La sua opera rivela la mano di un pittore raffinato vicino nei modi al suo conterraneo Pietro da Rimini. Gli sfondi dorati fanno pensare ad una tecnica vicina a certi pre-giotteschi come Duccio di Boninsegna, ma le figure e le scenografie sono eredità del giottismo maturo soprattutto perché indulge nella cura dei personaggi. Per il resto tutta l'opera che gli viene attribuita è incerta, e viene assegnata sia a lui che ad altri pittori della Scuola riminese. Circa l'anno della sua morte abbiamo una scritta posta dai suoi figli che recita "Iohis Barontii, et Deutacomandi Barontii, et Comandi filii quondam Magistri Ioliannis Barontii Pictoris de cont. S. Agnetis": la tomba non più visibile si sarebbe trovata nella Chiesa di San Francesco di Rimini, poi trasformata nel 1400 in Tempio Malatestiano da Leon Battista Alberti, ma rimane citata nei registri della chiesa all'anno 1362, anno prima del quale il Baronzio è sicuramente già morto.