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PITTORI: Gaddi Agnolo

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa di Agnolo Gaddi in Santa Croce a Firenze

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

GADDI AGNOLO

1385

Firenze, Chiesa di Santa Croce, Cappella Castellani

 

Agostino vescovo e Dottore della Chiesa

 

 

 

Nel 1385, nel cantiere di Santa Croce, affrescò la Cappella Castellani (detta anche del Santissimo) dove dipinse un sant'Agostino nelle vele della volta assieme ai Dottori della Chiesa. Il santo vi è raffigurato come vescovo.

 

8. 1. Ma il beato Valerio, ormai vecchio, che più degli altri esultava e rendeva grazie a Dio per avergli concesso quello speciale beneficio, considerando quale sia l'animo umano, cominciò a temere che Agostino fosse richiesto come vescovo da qualche altra chiesa rimasta priva di pastore, e così gli fosse tolto. E ciò sarebbe già accaduto, se il vescovo, che era venuto a sapere la cosa, non lo avesse fatto trasferire in un luogo nascosto, sì che quelli che lo cercavano non riuscirono a trovarlo.

8. 2. Il santo vecchio, vieppiù timoroso e ben consapevole di essere ormai molto indebolito per le condizioni del corpo e per l'età, scrisse in modo riservato al primate di Africa, il vescovo di Cartagine: faceva presente la debolezza del corpo e il peso degli anni e chiedeva che Agostino fosse ordinato vescovo della chiesa d'Ippona, sì da essere non tanto suo successore sulla cattedra bensì vescovo insieme con lui. Di risposta ottenne ciò che desiderava e chiedeva insistentemente.

8. 3. Qualche tempo dopo, essendo venuto Megalio, vescovo di Calama e allora primate della Numidia, per visitare dietro sua richiesta la chiesa d'Ippona, Valerio, senza che alcuno se l'aspettasse, presenta la sua intenzione ai vescovi che allora si trovavano lì per caso, a tutto il clero d'Ippona ed a tutto il popolo. Tutti si rallegrarono per quanto avevano udito e a gran voce e col massimo entusiasmo chiesero che la cosa fosse messa subito in atto: invece il prete Agostino rifiutava di ricevere l'episcopato contro il costume della chiesa, mentre era ancora vivo il suo vescovo.

8. 4. Allora tutti si dettero a persuaderlo, dicendo che quel modo di procedere era d'uso comune e richiamando esempi di chiese africane e d'oltremare a lui che di tutto ciò era all'oscuro: infine, pressato e costretto, Agostino acconsentì e ricevette l'ordinazione alla dignità maggiore.

8. 5. Successivamente egli affermò a voce e scrisse che non avrebbe dovuto essere ordinato mentre era vivo il suo vescovo, perché questo era vietato dalla deliberazione di un concilio ecumenico, che egli aveva appreso soltanto dopo essere stato ordinato: perciò non volle che fosse fatto ad altri ciò che si doleva essere stato fatto a lui.

8. 6. Di conseguenza si adoperò perché da concili episcopali fosse deliberato che coloro che ordinavano dovevano far conoscere a coloro che dovevano essere ordinati o anche erano stati ordinati tutte le deliberazioni episcopali: e così fu fatto.

POSSIDIO, Vita di Agostino, 8, 1-6

 

 

Gaddi Agnolo

Agnolo Gaddi (1350-1396), figlio di Taddeo Gaddi, visse in un periodo di transizione per l'arte in generale ed in particolare per l'arte fiorentina. Profondamente influenzato da Giotto rappresentò uno degli ultimi seguaci del grande maestro. Uno dei cantieri più significativi nel quale lavorò assieme alla sua bottega è la chiesa francescana di Santa Croce a Firenze. Qui nel 1380 affrescò la Cappella Maggiore con la Leggenda della Vera Croce, seguendo la lezione della Leggenda Aurea di Jacopo da Varagine, su commissione di Jacopo degli Alberti.

La narrazione inizia con Seth che riceve da San Michele un ramo dell'albero della conoscenza del Bene e del Male. Seth pianta il ramo sul sepolcro di Adamo. Successivamente il ciclo narrativo prosegue con la Crescita dell'albero e con la costruzione di in ponte con il suo legno. Dinnanzi al ponte la Regina di Saba si inginocchia profetizzando la futura morte del Salvatore. Salomone, messo a conoscenza del fatto fa seppellire la trave che viene poi ritrovata degli Israeliti i quali ne fanno la Croce della Crocefissione di Cristo.

Attorno al 300 Sant'Elena (la madre di Costantino) ritrova la croce e per verificarne l'origine prova a sfiorare un morto facendolo resuscitare. Sulla parete sinistra Sant'Elena riporta la Croce a Gerusalemme e Cosroe, Re dei Persiani, trafuga la reliquia. Gli ultimi tre episodi rappresentano Cosroe adorato dai propri cortigiani, il Sogno di Eraclio (l'Imperatore bizantino che si vede vittorioso) ed infine la decapitazione di Cosroe e l'entrata a piedi nudi e vestito da pellegrino in Gerusalemme. Anche se poco innovative sono estremamente interessanti sia il naturalismo che le citazioni di vicende di vita quotidiana che il Gaddi distribuisce con disinvoltura in tutto l'affresco. È questa probabilmente l'opera più significativa di Agnolo Gaddi.

Nel 1385, sempre nel cantiere di Santa Croce, affrescò la Cappella Castellani (detta anche del Santissimo). Il ciclo narrativo comprende storie di Sant'Antonio (forse opera di Gherardo Starnina), di San Giovanni Battista, di San Giovanni Evangelista e di San Nicola. Nel 1392 Agnolo Gaddi si spostò a Prato, dove affrescò il Palazzo Datini e la Cappella della Sacra Cintola nel Duomo di Prato. Nel ciclo di affreschi il Gaddi narra la storia della Sacra Cintola. Interessante, anche se attualmente poco noto, è l'immenso tabernacolo di Sant'Anna a Figline di Prato, che anticipa la composizione dell'omonima opera di Masaccio e Masolino.