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PITTORI: Lorenzetti Pietro

San Donato e san Giovanni Gualberto, Sant'Agostino

San Donato e san Giovanni Gualberto con Sant'Agostino

 

 

LORENZETTI PIETRO

1305-1348

Asciano, Castello di Gallico, collezione Salini

 

Sant'Agostino con San Donato e san Giovanni Gualberto

 

 

 

La raffigurazione di sant'Agostino, indicato con la scrittura gotica S. AGUSTINUS, si trova nella cuspide di un polittico conservato nella Collezione Salini al Castello Gallico di Asciano. In precedenza l'opera è stata segnalata presso la Collezione Briganti a Roma.

Realizzato con la tecnica a tavola il dipinto misura cm 33 in altezza e 36,5 in larghezza. Nelle due nicchie goticheggianti sottostanti troviamo i santi Donato e Giovanni Gualberto.

Agostino è raffigurato a mezzo busto con una mitra in testa e un nimbo che avvolge il suo capo. Indossa una veste scura che sembra richiamare il saio nero degli eremitani agostiniani.

Il san Donato raffigurato potrebbe essere Donato di Fiesole detto anche Donato di Scozia o di Irlanda vissuto nel secolo IX. Nell'816 partì dall'Irlanda e, nella sua peregrinazione, arrivò a Roma. Nel viaggio di ritorno, si fermò in Toscana, a Fiesole, città che aveva subito un'incursione e il saccheggio normanni. Lo stato deprecabile della popolazione lo indusse a fermarsi in città. Secondo la tradizione fu eletto vescovo nell'anno 829 nella cattedrale di Fiesole, tra l'acclamazione del popolo dei fedeli. Ricoprì questa carica per quasi quarantasette anni fino all'annpo 875. Sotto il suo episcopato Fiesole si risollevò dai danni subiti durante l'invasione dei Normanni.

San Donato potrebbe essere anche, sempre in ambito toscano, san Donato d'Arezzo, secondo vescovo di Arezzo. Notizie della sua vita si trovano nel Martirologio Geronimiano del V secolo, in una Passio Donati del VI secolo, e in varie altre Passiones e agiografie di origine medievale. Nacque probabilmente ad Arezzo ma, secondo altre fonti, sarebbe originario di Nicomedia o di Roma. La sua opera di evangelizzazione fu molto proficua. Consacrato vescovo dal papa, succedette a Satiro nella guida della Chiesa aretina e continuò nella sua opera pastorale, coadiuvato dal diacono Antimo.

San Giovanni Gualberto Visdomini (995 - 1073) fu il fondatore della Congregazione Vallombrosana. Figlio di Gualberto, nacque probabilmente a Firenze o forse nel castello di Poggio Petroio, in Val di Pesa, dalla nobile famiglia dei Visdomini.

 

 

Pietro Lorenzetti

Sono ancora purtroppo rare le notizie relative alla sua vita. Ciò che si conosce di lui e della sua attività artistica deriva fondamentalmente dalle sue opere e dalle date con cui firmò alcuni suoi importanti lavori.

Anche la biografia di lui scrisse Giorgio Vasari non è molto di aiuto, anche per i grossolani errori che commise lo scrittore aretino.

La formazione di Pietro Lorenzetti con ogni probabilità maturò nella bottega di Duccio di Buoninsegna assieme col coetaneo Simone Martini. Dal 1310 al 1320 partecipò al grande cantiere decorativo della Basilica inferiore d'Assisi, con Martini e altri pittori fiorentini della scuola di Giotto e in particolare lavorò nel transetto sud.

Il Polittico della pieve di Arezzo del 1320 è la prima opera datata che ci è pervenuta. Lorenzetti si recò successivamente a Siena, dove nel 1329 dipinse la grande Pala del Carmine. In questa città, insieme al fratello Ambrogio, eseguì nel 1335 gli affreschi ormai perduti della facciata dell'ospedale di Santa Maria della Scala.

Nelle opere della maturità l'artista è influenzato dal fratello Ambrogio, dove il giottismo più fiorentino viene stemperato nelle ricerche naturalistiche e luministiche. Verso il 1340 dipinse la pala della beata Umiltà, per una chiesa fiorentina, mentre da Pistoia proviene la Madonna in trono col Bambino tra otto angeli (1340). La Natività l'ultima opera certa di Pietro Lorenzetti e di lui non si hanno più notizie dopo il 1347: probabilmente morì, come il fratello, durante la peste del 1348.