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Sant'Agostino e san Giovanni Evangelista
PIETRO DA RIMINI
1325-1328
Tolentino, Cappellone della Basilica di S. Nicola
Sant'Agostino e san Giovanni Evangelista
L'affresco di Pietro da Rimini ritrae un classico sant'Agostino vestito da vescovo in atto di scrivere a uno scrittoio. La figura del santo è imponente e sicura di sè in un atteggiamento sereno, ma fermo e consapevole delle grandi responsabilità teologiche che si è assunto con i suoi scritti. L'affresco si trova sulla volta del Cappellone di San Nicola a Tolentino, nella celebre basilica agostiniana, che vide l'opera di Nicola, un fraticello agostiniano destinato ad essere proclamato beato e infine santo per gli innumerevoli prodigi compiuti. L'opera risale al Quattrocento ed ha un tono tipicamente narrativo secondo lo stile iconografico di quel secolo.
La scena è stata ripresa più volte da diversi artisti, che hanno rappresentato il santo nel suo scrittoio seduto in atto di scrivere. La scena è spesso il complemento o l'ambientazione preferita per le rappresentazione tradizionali di Agostino vescovo e Dottore della Chiesa: sua caratteristica è proprio quella di avere scritto un gran numero di opere. La scena tuttavia qualche volta viene scambiata dagli artisti con quella del sogno di san Gerolamo, che si svolge anch'essa nello studiolo del santo mentre è intento a scrivere.
"Qualunque cosa, diversa da sé, pensi l'uomo, un oggetto che è stato fabbricato non sarà mai simile a colui che lo ha fatto... Dio è ineffabile, più facilmente diciamo ciò che non è, anziché ciò che è.
Pensi alla terra: Dio non è questo! Pensi al mare: Dio non è questo!
Pensi a tutte le cose che sono sulla terra, agli uomini e agli animali: Dio non è questo!
A tutte le cose che sono in mare o che volano in aria: Dio non è questo!
A ciò che splende nel cielo, le stelle, il sole, la luna: Dio non è questo! Pensi al cielo: Dio non è questo!
Pensi agli angeli, alle virtù, alle potestà, agli arcangeli, ai troni, alle sedi, alle dominazioni: Dio non è questo!
E che cosa è? Questo solo ho potuto dire: ciò che non è. Mi chiedi che cosa è?
Ciò che occhio non ha visto, né orecchio ha udito, né è penetrato nel cuore dell'uomo. Come pretendi che salga sulla lingua ciò che non è entrato nel cuore?"
AGOSTINO, Esposizione sui Salmi, 85, 8-12
La vasta produzione letteraria di Agostino comprende opere di ogni genere, tra le quali 93 trattati in 232 libri, circa 500 sermoni e oltre 300 lettere.
Fra i titoli principali citiamo:
Le confessioni - Ritrattazioni - Trinità - Città di Dio - Vera religione - Unità del credere - Questioni diverse - Fede e simbolo - Matrimonio cristiano - Beni della vedovanza - Santa verginità - Menzogna - Lavoro dei monaci - Cura dei morti - Fede ed opere - Catechizzare i semplici - Dottrina cristiana - Genesi contro i Manichei - Consenso degli Evangelisti - Discorso del Signore sulla montagna - Questione sui vangeli - Esposizione alla lettera ai Galati - Alcune questioni sulla lettera ai Romani - Locuzioni e questioni sull'Ettateuco - Contro l'avversario della Legge e dei profeti - Ad Orosio contro i Priscillianisti e gli Origenisti - Contro gli Ariani - Costumi della Chiesa cattolica e costumi dei Manichei - Disputa con Fortunato - Disputa con Felice - Contro Adimanto - Contro Secondino - Battesimo - Contro la lettera di Parmeniano - Contro la lettera di Petiliano - Lettera dei Cattolici ai Donatisti - Unico Battesimo contro Petiliano - Merito e remissione dei peccati - Natura e Grazia - Perfezione della giustizia dell'uomo - Grazia di Cristo e peccato originale - Origine dell'Anima - Grazia e libero arbitrio - Predestinazione dei santi - Dono della perseveranza - Commento al Vangelo di S. Giovanni - Commento all'Epistola di S. Giovanni ai Parti - Esposizione sui salmi - Discorsi.
Pietro da Rimini
Probabilmente Pietro è attivo a Ravenna verso la metà del terzo decennio del secolo XIV, in diverse e importanti imprese pittoriche, alcune delle quali collegate alla famiglia dei da Polenta. Non lontani dal ciclo di Tolentino sono, ad esempio, i frammentari affreschi della chiesa di S. Francesco in Ravenna. In Ravenna affresca pure la chiesa di Santa Chiara. Il ciclo di affreschi di Santa Chiara è stato recentemente staccato, restaurato e collocato nel Museo Nazionale. Ultimo documento certo sulla vita di Pietro è una testimonianza datata del 1338 presso le case possedute allora dalla canonica Portuense di Ravenna, quella stessa per la quale Pietro, pochi anni prima, aveva eseguito un ciclo di affreschi, andati distrutti durante la guerra.