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PITTORI: Francesco Di Vannuccio

Agostino ai piedi della Croce con Maria e san Giovanni

Agostino ai piedi della Croce con Maria e san Giovanni

 

 

FRANCESCO DI VANNUCCIO

1388

Berlino, Staatliche Museum

 

Agostino ai piedi della Croce con Maria e san Giovanni

 

 

 

La pregevole opera di Vannuccio è stata eseguita a tempera su tavola di legno e raffigura sant'Agostino ai piedi della Croce con Maria, san Giovanni e un altro monaco, probabilmente il donatore.

Quest'ultimo sta parlando e un lungo cartiglio ne esprime le parole. E' vestito da monaco agostiniano, in ginocchio, in atteggiamento di preghiera e volge lo sguardo verso il crocefisso. Dal costato di Cristo sgorga un fiotto di sangue e nello stesso momento una una luce a forma di parole si dirige verso Agostino che, in ginocchio, sta contemplando il crocefisso.

Il santo indossa gli abiti vescovili, ha intesta la mitra e un nimbo di santità gli avvolge il capo. Sotto l'abito si nota agevolmente il nero saio dei monaci agostiniani che vogliono cos' rimarcare la paternità dell'Ordine costituito nel XIII secolo.

Consapevole della centralità della croce nel disegno salvifico di Dio sull'umanità e della straordinaria molteplicità di rimandi ad essa nell'Antico e nel Nuovo Testamento, Agostino si impegna nella sua interpretazione e meditazione lungo tutto l'arco della vita come confermano i numerosi riferimenti alla croce di Cristo, disseminati in tutta l'ampia produzione dell'Ipponate. Ciò che Agostino intende evidenziare è che la scelta di Gesù di portare la croce sulla quale verrà messo a morte è una lucida indicazione su cosa debba significare la vita cristiana. I credenti sono esortati in tal modo a seguire l'esempio del Maestro.

«La croce tiene insieme lo scandalo e la salvezza, la fine e l'inizio, perché in essa si compie qualcosa di assolutamente e radicalmente nuovo: sul legno, Cristo ci istruisce sul significato della nostra vita presente e futura, perché è con la sua morte che Egli ha vinto per noi la morte».

 

Nihilominus asserunt nonnulli viri grave (forsitan inducti verbis hisce Augustini, sageiitaveras tu Domine caritate tua cor meum etc.) non tantum spirituali vulnere seu tralaticio, verum etiam arcanis sacrorum vulnerum Iesu Christi stigmatis sanciatum Augustini cor fuisse. CORNELIUS LANCELOTZ, Sancti Aurelii Augustini Hipponensis episcopi et S.R.E. doctoris vita (Anversa 1616)

 

Di notevole interesse, fra le opere di Vannuccio, quella conservata nell'Oratorio di San Giovannino in Pantaneto a Siena dove si può ammirare la sua tavola tardo trecentesca della Madonna del Latte.

 

Francesco di Vannuccio

Questo pittore senese è documentato dal 1356 al 1389. Il percorso artistico del pittore segue quello di Paolo di Giovanni e di Andrea di Vanni d'Andrea con notevoli influssi dello stile di Simone Martini e di Lippo Memmi. La vena di Francesco si ispira al periodo avignonese di Simone Martini di cui recupera temi e mmagini con una accentuare resa psicologica dei personaggi, colti nei loro rapporti più affettuosi e coinvolgenti.

L'unica opera firmata e datata dell'artista ("Francischus de Vannuccio de Senis pinxit hoc opus MCCCLXXX") è uno stendardo processionale dipinto a doppia faccia ora conservato a Berlino, raffigurante la Madonna con il Bambino, san Francesco, santa Caterina e un monaco orante da un lato e Cristo in croce con la Vergine, san Giovanni, un vescovo e un monaco genuflessi dall'altro.

Accanto a questo dipinto si è raccolto un nucleo di dipinti di notevole livello, in cui il maestro rivela le sue capacità di grande miniaturista e uno stile fortemente legato alla tradizione martiniana di primo Trecento.