Contenuto
Percorso : HOME > Iconografia > Tematiche agostiniane > Agostino e VolusianoTematiche iconografiche agostiniane: Agostino e Volusiano
Agostino e Volusiano
AGOSTINO E VOLUSIANO
L'amicizia tra Agostino d'Ippona e il proconsul Africae pagano Volusiano, che risiedeva a Cartagine, è esemplare. Presso la dimora di quest'ultimo la dottrina e le scritture dei cristiani costituivano spesso argomento di conversazione tra dotti amici ancora legati alla fede antica. Marcellino, amico e corrispondente di Agostino, riferisce che accanto ad obiezioni piuttosto ricorrenti, nel cenacolo di Volusiano si giungeva anche a citare dei precetti biblici cercando d'intenderne il valore alla luce dei tempi presenti. Il vescovo d'Ippona si dimostra estremamente disponibile a fornire risposte articolate a tali obiezioni. Sappiamo, d'altro canto, che le sue opere, dottrinali ed esegetiche, furono spesso arricchite da risposte o addirittura motivate da domande poste da pagani. Tra la metà del secolo IV e quella del V d. C. le obiezioni dei pagani circolavano, specialmente in ambienti colti, in excerpta di varia lunghezza. Tali quaestiones disturbavano la fede dei credenti, ma ne stimolavano anche la riflessione. Esse sono sopravvissute, con adattamenti imposti dalle circostanze, incastonate in alcune opere patristiche che appartengono al genere letterario detto delle quaestiones et responsiones. Come nella basilica cristiana di Ostia è ancora eretta e visibile la colonna che reca l'iscrizione che ne attesta la proprietà di Volusianus V(ir) c(larissimus), un pagano in stretti rapporti di parentela col Volusiano prima citato, o forse proprio quest'ultimo, così la letteratura patristica delle quaestiones et responsiones, e, più in generale, tutta l'immensa produzione patristica reca l'impronta, non sempre chiaramente discernibile, di critiche, obiezioni e sollecitazioni formulate dai pagani colti, testimoni e protagonisti di un'"epoca di angoscia" tanto lontana ma, per non pochi aspetti, anche tanto simile alla nostra.
2. Mentre la nostra conversazione si prolungava in argomenti, uno fra i tanti uscì a dire: "Chi è istruito nella dottrina cristiana tanto perfettamente da potermi spiegare alcuni punti oscuri in cui mi trovo impigliato e da poter rinsaldare le mie vaghe e incerte opinioni con ragioni di fede vere o verisimili? ". Restammo stupiti e in silenzio. Egli allora proruppe spontaneamente in queste obiezioni: " Mi sembra strano che il Signore e reggitore del mondo abbia riempito il seno d'una donna intemerata; che la madre abbia sopportato le lunghe noie di dieci mesi; che, benché vergine, lo abbia dato alla luce nel modo ordinario di partorire e che in seguito a ciò la sua verginità sia rimasta intatta". A queste soggiunse altre obiezioni: "
Come mai nel corpicciolo d'un bimbo che vagisce si nasconde Colui che l'universo a mala pena potrebbe contenere? Come mai in questo corpicciolo egli soffre gli anni della puerizia, si fa adulto, si fa maturo nella giovinezza? Tanto a lungo rimane lontano dal suo regno il re (dell'universo) e il governo di tutto il mondo è rivolto a un solo corpicciolo? In seguito si abbandona al sonno, si alimenta di cibo, prova tutti i sentimenti dei mortali, senza che da alcun segno adatto a provarla appaiano indizi lampanti d'una maestà così grande? Poiché i demoni scacciati dagli invasati, gl'infermi guariti, i morti risuscitati, se si pensa che sono opere compiute anche da altri taumaturghi, son tutte piccole cose per un Dio".
Lo interrompemmo mentre voleva continuare a porre altre obiezioni e, sciolta l'adunanza, rimandammo le questioni alla competenza di uno più esperto, per evitare che, mentre si profanavano troppo imprudentemente dei misteri, un errore ancora innocente degenerasse in una colpa. Eccoti, o uomo meritevole di ogni gloria, la confessione della nostra ignoranza; ora sai bene cosa ci si attende da parte tua. Importa alla tua reputazione che noi conosciamo la tua risposta in merito ai nostri quesiti. Negli altri sacerdoti si tollera comunque l'ignoranza di questi problemi, senza che ne soffra il culto divino, ma quando si viene al sacerdote Agostino, (si può credere che) non è normale che si possa ignorare qualsiasi questione capiti. Il sommo Dio protegga incolume la tua venerabilità, o uomo veramente santo e padre giustamente venerando.
VOLUSIANO, Lettera 135, Volusiano ad Agostino vescovo
Le rappresentazioni iconografiche di Agostino e Volusiano
Amanuense di Vichy (1100-1200) a Vichy, archivio diocesano
Attavante degli Attavanti (1485-1490) a Vienna, Biblioteca Nazionale