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Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Agiografia > Santi agostiniani > Nicola da Tolentino > Cicli iconografici > SansepolcroSan Nicola da Tolentino: Sansepolcro
Il ciclo iconografico di Sansepolcro
SANSEPOLCRO
Riportiamo le otto storie del ciclo agiografico del beato Nicola da Tolentino (prima metà del XV secolo) di un pittore anonimo, custodite a Sansepolcro nel Museo Civico, già convento e chiesa di sant'Agostino. L'affresco staccato (185 x 150 cm), raffigurante san Nicola da Tolentino e otto storie frammentarie della sua vita, proviene dal convento di sant'Agostino di Sansepolcro e fu probabilmente realizzato nei primi decenni del Quattrocento per esaltare le gesta del Santo agostiniano.
L'opera fu eseguita da un pittore di livello modesto, dai caratteri popolareschi, fortemente attardati, tanto che non si può escludere che possa addirittura risalire al 1446, anno della canonizzazione del Santo. Quest'ultimo, raffigurato frontalmente in atto di benedire, è stato in passato equivocato, a causa della mancanza di specifici attributi, l'unico presente è il libro, peraltro assai generico. L'identificazione con san Francesco è stata la più frequente, nonostante l'assenza delle stimmate e la mancata concordanza fra gli episodi rappresentati e le vicende agiografiche del Santo di Assisi. In considerazione della provenienza agostiniana, si ritiene più plausibile l'identificazione con san Nicola da Tolentino, al quale sembrano meglio attagliarsi i contenuti delle otto scenette dipinte, secondo lo schema tipico del dossale duecentesco.
In alto a sinistra è parzialmente visibile san Nicola tormentato dal demonio, sotto un altro episodio forse relativo alle esequie del Santo, mentre il terzo in basso è perduto. In alto a destra san Nicola libera un'indemoniata, segue un'altra storia in cui s'incontra) con due signori, probabilmente padre e figlio. In quella successiva salva un impiccato, forse si tratta del suicida Jacobuccio Fatteboni, e infine sopraggiunge volando all'interno di una chiesa, dove è riconoscibile un altare decorato con un trittico. Essendo perduta la porzione inferiore dell'episodio, si può solo supporre che si tratti del miracolo della Resurrezione della fanciulla Filippa di Baracca da Fermo, nel momento in cui Nicola interviene durante i funerali.