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Servi di Dio dell'Ordine Agostiniano: MARIA FELICITA BASEGGIO

Maria Felicita Baseggio e il dono delle stimmate in un'opera di Hajnal

 

Maria Felicita Baseggio e il dono delle stimmate

 

 

MARIA FELICITA BASEGGIO

(1752 - 1829)

di Claudio Zerbetto

 

 

 

Anna Clara Giovanna Baseggio, nasce a Ferrara il 5 maggio 1752. I Baseggio sono tutti artisti: Giuseppe è scultore in legno, lo zio Massimo dipinge, i fratelli Antonio e Sante sono scultori. Sante è anche ingegnere, e progetta per Rovigo l'Accademia dei Concordi e il Teatro sociale. A dieci anni, Anna viene mandata a Ferrara ad imparare l'arte della doratura.

La Baseggio per ragioni di lavoro soggiornò in varie città italiane. Intanto in lei matura il germe della vocazione religiosa. Il fratello Sante si oppone alla sua scelta, ma la giovane artista la spunta, e il 10 ottobre 1783 viene accolta tra le Terziarie francescane della città, comunemente chiamate Le Muneghete. L'anno dopo veste l'abito religioso e prende il nome di suor Maria Felicita Fortunata.

Suor Maria Felicita entra speditamente nella profondità della vita contemplativa. Dio le dona di prevedere il futuro; impressiona però la partecipazione della suora alla passione di Cristo; dall'età di 18 anni porta le stimmate, ricevute come dono prezioso di Dio durante la preghiera nel duomo di Rovigo. Nel 1805 con decreto napoleonico dell'8 giugno, vengono soppresse molte case religiose. Fra queste è anche il convento delle Terziarie francescane.

Maria Felicita chiede di essere accolta fra le Eremitane di sant'Agostino, ed entra nel nuovo monastero e emette i voti solenni il 28 luglio 1806. Nel 1810 anche le agostiniane vengono soppresse. Va allora ad abitare prima nella casa del fratello Sante, e poi prende in affitto un'abitazione. Anima eletta, suor Baseggio non gode solo del dono delle stimmate, "cinque bolle rotonde" impresse nel suo petto a forma di croce, ma ha frequenti visioni di Gesù Bambino, il Bambolo come lo chiama lei. I suoi carismi li adopera per la sua ascesi, ma anche in favore della chiesa, della sua città, della sua gente.

Chiude i suoi giorni presso un suo nipote, l'11 febbraio 1829. Alla notizia della morte, la città si commuove per questa sua figlia e le tributa onori e affetto con solenni funerali. Dal 1995 la salma riposa nella chiesetta delle Suore Ancelle della SS. Trinità. Il processo canonico diocesano si apri il 30 maggio 1995. Conviene ricordare tra i "fioretti" della Baseggio quello riguardante il grano acquistato per il sostentamento della comunità, che marcisce e fa le farfalle. In ubbidienza alla superiora, Felicita prega e ottiene che il grano torni sano, mentre una miriade di colorite farfalle vola nella sua cella.

 

 

GIAVARINI F., Suor Maria Felicita Baseggio mistica rodigina, 1752-1829, Rovigo 2a ed. 1988; GIURIATI, G. P., Una donna, una città. Maria Felicita Baseggio e Rovigo, Rovigo 1991; GIAVARINI F., Cenni storici sopra la vita di Suor Maria Felicita Baseggio, riproposti e illustrati da Giovanni Paolo Giurati, Rovigo 1993; Diocesi Adria-Rovigo. Apertura del processo di canonizzazione di suor Maria Felicita Baseggio, una mistica polesana, in Palestra del clero 74 (1995) 383-392.