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Servi di Dio dell'Ordine Agostiniano: GIOVANNI BATTISTA MOYA

Giovanni Battista Moya visto da Janos Hajnal

 

Moya visto da Janos Hajnal

 

 

GIOVANNI BATTISTA MOYA

(1504 - 1567)

di Fernando Rojo  O.S.A.

 

 

 

Nacque a Jaén, Spagna, nel 1504. Nel 1522 entrò nell'Ordine Agostiniano nella città di Salamanca dove si trovava per gli studi. L'anno seguente emise la professione nelle mani di S. Tommaso da Villanova, allora superiore della casa. Fu ordinato sacerdote nel 1527. Fra i suoi compagni di noviziato possiamo ricordare il Beato Alfonso de Orozco, Alfonso de Borja e Agostino de Coruna. Con gli ultimi due faceva parte del primo gruppo di missionari agostiniani destinati in Messico nel 1533, che però, persa la nave, arriverà lì solo nel 1536.

Giunto nella Nueva Espana, fu incaricato di evangelizzare le terre dello stato di Guerrero comprese tra il fiume Balsas e la costa del Pacifico. Nel 1543 fu nominato superiore del convento di Città del Messico. Trascorso un biennio e rifiutata la rielezione, gli venne affidato il nuovo priorato di Huauacinango, nello stato di Puebla e si dedicò, in compagnia di frate Antonio de Roa, alla evangelizzazione dei popoli otomìes della Huasteca. Nel 1550 ritornò in Messico come consigliere provinciale, ma poco dopo, ammalato, fu inviato a Morelia, dove rimase due anni. Appena eletto priore di Tacambaro, nel 1554, diede inizio all'evangelizzazione di Tierra caliente, esteso territorio dal clima torrido, abitato dai tarascos, nei confini degli stati di Michoacan e Guerrero.

A quest'impresa dedicherà il resto della sua vita. Fu sempre un religioso esemplare. Povero e austero, aveva bisogno di poche cose. Quando risiedeva nelle città, si dedicava a predicare, confessare, visitare poveri e carcerati, alla ricerca, pur essendo superiore, dei compiti più umili. L'attenzione agli infermi della comunità era una delle sue occupazioni preferite. Ma dove mostrò la sua grandezza d'animo fu nei rapporti con gli indigeni. Conoscendo le lingue otomì e purepecha riuscì ad avvicinarsi a essi e a penetrare nel profondo della loro cultura e delle loro tradizioni. In questo modo gli fu possibile difendere i loro valori religiosi e considerarli degni di ricevere i sacramenti, specialmente la confessione e l'eucarestia, perché in tutto simili ai fedeli della chiesa europea. Dinamico nonostante la sua debole costituzione fisica, creò centinaia di paesi, dotati di chiesa, scuola e ospedale. Quando ormai non aveva più forze per camminare e neanche per tenersi in piedi, per la prima volta accettò previo pagamento che i suoi inditos lo portassero in barella fino al convento di Morelia.

Morì poco dopo, mentre si celebravano le posadas nel Natale del 1567. Il 15 luglio 1996 si ottene il nulla osta e il successivo 14 settembre si apriva a Morelia l'inchiesta diocesana. Conclusa questa il 18 agosto 1997, si é avuto il decreto di validità dalla Congregazione dei Santi il 17 aprile 1998.

 

 

MEDINA RINCON J., OSA., Vida del santo fra'  J. B. M, 1570, in HERRERA H., 326-335 e in VIDAL M., OSA., Agustinos de Salamanca, I, Madrid, 1732, 398-405; NAVARRETE, N. P., OSA., El Apostol de Tierra Caliente. Fray B. M, México 1938; ID., Historia de la Provincia Agustiniana de San Nicolas de Tolentino de Michoacan, I, México 1978, 202-236; APARICIO LOPEZ, T., OSA., Fray J. B. M Apostol de tìerra Caliente, Zamora 1997