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Venerabili dell'Ordine Agostiniano: GIOVANNI NICOLUCCI

Raffigurazione di Giovanni Nicolucci da san Guglielmo in un dipinto di Janos Hainal

 

Giovanni Nicolucci da san Guglielmo

 

 

Venerabile GIOVANNI NICOLUCCI DA S. GUGLIELMO

(1552 - 1621)

di Agostino M. Giacomini   O.S.A.

 

 

 

Nato a Montecassiano (Macerata) il 15 luglio 1552, rimase ben presto orfano dei genitori, trovando un rifugio nella facoltosa casa dell'ottimo compaesano Bartolomeo Quattrini. Nel settembre 1570 entrò tra gli Agostiniani nel patrio convento di S. Marco; studiò, prima del sacerdozio (1575), nelle Marche e poi nel Veneto e in Romagna; mentre era a Padova cadde vittima di un infame tranello, per cui ebbe a soffrire, con umile rassegnazione, le più dure pene ecclesiastiche, finché, nel 1587, il generale dell'Ordine, Gregorio da Montelparo, futuro cardinale, ne riconobbe l'innocenza.

Nel frattempo aveva insegnato filosofia e teologia presso i Celestini di Sulmona, da dove era passato a S. Agostino a Roma. Il suddetto generale lo volle maestro dei novizi nel convento di S. Felice a Giano dell'Umbria. Da qui passò a Perugia e quindi, come priore, prima a Camerino (1590) e poi a Montecassiano (1592). Anelando alla solitudine, ottenne dai superiori il permesso di ritirarsi nell'eremo della Madonna della Sassetta, nel Senese, e più tardi in quello di S. Guglielmo eremita a Castiglione della Pescaia, in Maremma.

Qui la sua santità attirava pellegrini d'ogni parte, mentre dovunque era richiesto per la direzione spirituale e per la predicazione e tutti edificava con la penitenza, l'orazione e la devozione alla Passione e alla Vergine. A Tirli (sempre in territorio di Castiglione della Pescai a) fondò un romitorio, dove si ritirò.

Il 3 maggio 1621, attratto dalla riforma degli Agostiniani scalzi, entrò a fame parte nel convento di Battignano (Grosseto), assumendo il nome di Giovanni di S. Guglielmo, e vi rimase fino al 15 agosto dello stesso anno, quando santamente si spense. Inutile dire come popolo e persone eminenti, tanto ecclesiastiche che laiche, ne celebrassero, anche dopo la morte, la santità e si raccomandassero a lui, ottenendone grazie. Già fin dal 1625 fu introdotta la causa di beatificazione; nel 1771 furono approvate le virtù; nel 1894 si adunò la congregazione preparatoria sui miracoli. Il venerabile, conosciuto anche come "l'Apostolo della Maremma" lasciò diversi lavori letterari, quasi tutti manoscritti, d'indole spirituale e mariana.

 

 

ARSENIO DELL'ASCENSIONE, OAD., Vita dell'ammirabile Servo di Dio Fra Giovanni di San Guglielmo, Fermo 1629; A. DE SAN NICOLAS, OAR., Historia general de los religiosos descalzos de los Hermitanos, I, Madrid 1663, 242-273; TANI, C., OAD., Conpendio della vita del Beato Giovanni di San Guglielmo, Roma 1898; CINQUE, B. M., OAD., Glorie nostre, Napoli 1933,67-87; BARBAGALLO I., OAD., Il venerabile Giovanni Nicolucci di San Guglielmo, agostiniano scalzo. Cenni biografici, Roma 1975; ID., Un roveto ardente. Il Ven. Giovanni Nicolucci di San Guglielmo, agostiniano scalzo. Profilo biografico e spiritualità, [Roma] 1976; Batignano e Padre Giovanni di San Guglielmo Storia e memoria orale, Grosseto 1990; DOTTO B., OAD., Il Ven. Giovanni di San Guglielmo, DAD. (1552-1621), in Presenza agostiniana 18, 4-5 (1991) 37-42.