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Chiese agostiniane: L'Aquila

La chiesa di sant'Agostino a L'Aquila

Chiesa di S. Agostino a L'Aquila

 

 

CHIESA DI S. AGOSTINO DI L'AQUILA

 

 

 

La chiesa di Sant'Agostino sorge nel centro storico della città vicino alla chiesa del Suffragio, dalla settecentesca facciata di Lorenzo Bucci da Pesco Costanzo, di ispirazione borrominiana. L'edificio sorse sul luogo di una più antica struttura fondata nel 1282 da Carlo I d'Angiò, con l'intervento del Vescovo dell'Aquila Niccolò Sinizzo: il nuovo complesso divenne la nuova sede dei padri agostiniani che vi si trasferirono dal convento di S. Onofrio. La chiesa rappresenta senz'altro uno dei migliori esempi di architettura barocca aquilana e costituisce uno dei più importanti edifici settecenteschi a pianta centrale. Verso la metà del Seicento internamente la chiesa fu arricchita con nuove cappelle e, alcuni decenni più tardi, subì una trasformazione stilistica sotto la direzione di Francesco Bedeschini. Il terremoto del 1703 ebbe effetti devastanti sulla chiesa per cui furono necessari notevoli interventi di ricostruzione il cui progetto fu affidato all'architetto romano Giovan Battista Contini, che si era già trasferito a L'Aquila nel 1707 per occuparsi della ricostruzione del S. Bernardino. I lavori iniziarono nel 1709 e, dopo varie interruzioni, nel 1725 potevano dirsi terminati, a eccezione della parte decorativa e degli arredi, che furono completati negli anni successivi.

"... Degna singolarmente d'ammirazione è la Chiesa di S. Agostino fondata fin dal 1280; e perché poi venne uguagliata al suolo dal tremuoto del 1703, fu di nuovo ricostrutta con disegno del cav. Ferdinando Fuga; famoso artista e rinomato autore per la facciata di S. Maria Maggiore e pel Palazzo Corsini. In S. Agostino adunque dovrà lodarsi la facciata e la forma ellittica della Chiesa; in cui questo valente Artista con i più sani principi dell'arte, seppe contemperare la superba maestà del Panteon coi sacri sentimenti e profondi della cristiana architettura. Sono a vedersi ancora in S. Agostino le statue dei quattro Dottori di S. Chiesa eseguite in istucco dal Cornacchini ..."

L'icnografia della nuova chiesa fu impostata su pianta ellittica con ingresso sull'asse maggiore e ampio presbiterio absidato sul lato opposto. Agli estremi dell'asse minore furono poste due cappelle rettangolari e, ai lati di ognuna, altre due cappelle quadrate più piccole. L'esito di questi interventi ha prodotto una struttura finale che rappresenta uno dei pochi esempi abruzzesi di compenetrazione tra schema longitudinale e schema centrale, partendo da un ovale piuttosto allungato. Architettonicamente l'esito viene considerato una derivazione del modello berniniano di S. Maria di Montesanto a Roma. Il notevole sviluppo longitudinale della pianta, la lunghezza è pari quasi al doppio della larghezza, è ottenuto attraverso l'inserimento di un lungo presbiterio e di un altrettanto ampio spazio di accesso. Il prospetto principale si articola su un volume superiore corrispondente al tiburio e su uno inferiore collegato al vano d'ingresso. Il volume superiore ha nel mezzo uno stemma circolare in bassorilievo dedicato al vescovo di Ippona e presenta terminazioni oblique racchiudenti una balaustra centrale. Il volume inferiore apre un portale rettangolare strombato, sormontato da timpano rettangolare contenuto in uno circolare. Gli spazi laterali sono definiti da due grandi lesene per lato nelle quali sono inserite due imponenti nicchie con timpano triangolare. La facciata ha un aspetto che deriva dalla scelta di Contini di scaglionare in profondità i due piani che la compongono. Lo spazio interno non è opera di Contini, che nel 1717 abbandonò il cantiere. Tutto l'ambiente interno è definito da archi maggiori, in corrispondenza degli assi, e minori, in corrispondenza delle cappelle quadrate. A partire da queste due strutture si sviluppa un ordine di paraste corinzie giganti che sostengono una trabeazione continua da cui si eleva una cupola ellittica con lanterna. Lo stile barocco si scopre nuovamente nel coro ligneo dell'abside e nelle statue contenute nelle nicchie. Interessanti sono gli interventi di Giovan Battista Bedeschini, al quale è da attribuirsi un dipinto di S. Agostino, del Damini che oltre ad una Madonna con S. Agostino, una S. Monica e un bel S. Nicola da Tolentino, dipinti nella chiesa, affrescò la volta della sagrestia con scene della vita di S. Agostino e l'opera del Cornacchini autore delle quattro statue dei maggiori Dottori della Chiesa. Oggi la chiesa, come è accaduto per San Filippo, è stata adattata alla esecuzione di spettacoli.