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Portale della chiesa di sant'Agostino a Lanciano
CHIESA DI S. AGOSTINO DI LANCIANO
E' situata nel quartiere Lancianovecchia, in via dei Frentani. La facciata principale della chiesa presenta una grande ricchezza della decorazione secondo la sensibilità architettonica della scuola del Petrini. Gli elementi scultorei a colonnine tortili, fregi floreali, punte di diamante, esprimono compiutamente il virtuosismo di questa scuola. La facciata è costruita in pietra da taglio con vivo senso plastico ed è valorizzata dal rosone a ruota della fortuna completamente inscritta in una ornamentazione a foglie d'acanto. Il rosone sovrasta un archivolto poggiato su colonnine pensili poste a ornamento della lunetta del portale. Qui si nota una bella scultura che raffigura la Vergine con il Bambino.
I continui rimaneggiamenti non permettono di ritrovare all'interno le pure linee architettoniche originali. L'interno, costituito da un'unica navata rettangolare con una grande cappella sulla destra e altari lungo le pareti intonacate e tinteggiate, non ha l'aspetto originario: è stato rimaneggiato nel 1827 quando gli affreschi delle pareti furono coperti di stucco in quanto annerite dal tempo. Il portale, fortunatamente, fu restaurato dai Lions Club di Lanciano nel 1992.
La chiesa è stata costruita nel XIII secolo. Dal suo prospetto si può dedurre che è più antica del convento. Gli Agostiniani, tornati nel convento nel 1694, furono presto sostituiti dai Francescani che vi rimasero fino alla soppressione del convento, avvenuta nel 1807. La chiesa di sant'Agostino era collocata sull'antico colle Erminio assieme alle chiese di S. Giovanni, S. Lorenzo, S. Biagio, S. Maurizio, S. Martino. Annesso si trovava anche il convento che viene ricordato nella bolla di Alessandro IV, datata 2 maggio 1256 con la quale questo pontefice volle disciplinare l'ordine degli Eremitani. Nel rispetto di questa bolla papale, fra Nicolò da Lanciano, che viveva nell'eremo detto di Montevergine, nei pressi della città, con l'aiuto degli abitanti fonda il nuovo monastero, che nel 1278 era già completato.
Della primitiva chiesa non restano tracce, perché completamente sostituita dall'attuale. Nel 1438 fu arricchita delle reliquie di S. Simeone e S. Giuda Taddeo che gli abitanti di Lanciano avevano rubato ai veneziani. Artefice dell'episodio fu un prete, Jacopo di Clemente, forse di Lanciano, che viveva a Venezia amministrando nella chiesa di S. Simone: ed è da questa chiesa che Jacopo prelevò dalle spoglie di quei santi il capo ed il braccio per trasferirli nella città di Lanciano. Il doge di Venezia tentò di inseguire via mare i ladri fuggitivi ma dovette rinunciare perché fu colpito da un fortunale all'altezza di Ancona. In seguito cercò di recuperare le reliquie per via diplomatica ed inviò varie missive alle personalità di Lanciano, ma senza esito.
Le reliquie dei due santi assieme alla destra di uno degli innocenti, tre spine della corona del signore, l'osso della coscia di S. Giuda Taddeo ed un dente di Apollonia pervennero e restarono definitivamente in città. Esse furono conservate nella cappella dei SS. Apostoli, Simone e Giuda edificata nel 1440. In questa chiesa fin da allora fu istituita la confraternita dello stesso titolo, che esiste ancora oggi. Nella stessa cappella, che però ora è chiusa, vi è una statua di S. Biagio, realizzata dallo stesso artista che produsse l'autore della Madonna della Candelora. Si tratta di opere del XVII secolo.
L'interno della chiesa non ha più lo stile medievale dopo le trasformazioni barocche. Si presenta a navata unica con volte a crociera. L'altare maggiore, indorato nel 1602 da Bernardino Altobello, si struttura in tre scomparti per le tele; è a dossale e presenta un fastigio a cimasa con impianto tripartito. Nella parte centrale trova collocazione un grande dipinto della Madonna in Gloria tra Angeli e i santi Agostino, l'Arcangelo Michele e Apollonia, forse di Felice Ciccarelli di Atessa. Le altre due tele mostrano sant'Agostino e sant'Apollonia: le quattro piccole tele a riquadro illustrano i santi dell'ordine Francescano e Osservante, tra cui Francesco d'Assisi, Francesco di Paola, Francesco Caracciolo.
Vi si conserva anche una Madonna della Cintura la cui devozione fu proposta dall'ordine degli agostiniani. Le statue presenti nella chiesa di S. Agostino sono diverse. C'è quella della santa agostiniana Rita, una dedicata a S. Antonio da Padova e un'altra a S. Gabriele dell'Addolorata patrono d'Abruzzo. Queste statue, in gesso, hanno uno scarso valore artistico. Altre statue risalenti al XVI e XVII sec, in restauro, hanno ben altro significato storico. Di pregio è un capo altare con una doratura datata 1602 nel quale sono visibili pitture dello stesso periodo. Nella chiesa è conservato anche un busto ligneo di S. Agostino che si espone il 28 agosto, giorno della sua festa, secondo una consuetudine che dura da secoli antichi.
Gli stuccatori Gerolamo Rizza e Carlo Piazzoli nella prima metà del Settecento abbellirono gli interni. Allievi dello stuccatore lombardo Giovan Battista Gianni, attivo in Abruzzo e a Penne, realizzarono decorazioni geometriche presso le cornici delle cappelle laterali, con due putti alati che suonano le trombe e motivi che riguardano i simboli della Chiesa. Le decorazioni si estendono anche alla volta centrale a crociera, entro le cui cornici sono affrescate scene della vita di Sant'Agostino.