Contenuto
Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Chiese agostiniane > Italia > CosenzaChiese agostiniane: Cosenza
Il convento di S. Agostino
CHIESA DI S. AGOSTINO DI COSENZA
Giunti a Cosenza nel 1426, gli Agostiniani Eremitani vi fondarono un Monastero del loro Ordine, che nel 1521 aderì alla Congregazione dei Zumpani, promossa da frate Francesco di Zumpano nel 1507. Questi vissero nel Convento fino al 1810, quando in seguito al Concordato del 1741 fra il Regno di Napoli e la Santa Sede, cominciò ad attuarsi la riduzione di molte congregazioni religiose. I padri Agostiniani dovettero abbandonare il convento, che poi fu utilizzato per uso militare sotto i francesi, come caserma dei Carabinieri e come carcere dai Borboni. La chiesa è famosa perchè vi furono seppelliti i fratelli Bandiera ed i loro compagni, trasportati poi nella Cappella dell'Arciconfraternita della Morte con sede nel Duomo. Sono ancora poco chiare le motivazioni che spinsero gli Agostiniani a stabilirsi a Cosenza. Un autore locale, Andreotti, nella sua "Storia dei cosentini" afferma che un monastero di quest'ordine fu costruito nel borgo dei pignatari, che nel passato era denominato della stella. Il convento agostiniano era contiguo alla Cappella di S. Maria del Carmine, ove era presente una Congregazione con questo nome.
La struttura architettonica della chiesa prevede una navata unica a pianta rettangolare con soffitto a botte e la sua facciata ha un solo ingresso, con uno splendido portale archiacuto in pietra, sagomato e iscritto a caratteri gotici "Franciscus De Vuono di Panatteri hoc ops fieri fecit". La chiesa di S. Agostino venne distrutta da un violentissimo terremoto e da un incendio nel 1640. Venne perciò ricostruita ricostruita nel 1757 ad unica navata a pianta rettangolare in stile barocco.
Il primo altare da sinistra, è dedicato a Santa Monica con lo stemma degli agostiniani, il secondo altare ospita un quadro della Divina Misericordia ed una statuina di Santa Faustina Covalsca. Il terzo altare propone un dipinto della Sacra Famiglia ed una statuina di San Vincenzo Ferrari opera di Luigi Santifeller (1902). In fondo alla navata spicca la statua della Madonna della Consolazione, del napoletano Vincenzo Alaja, risalente al 1685, realizzata in legno arabescato in oro.
Sul lato destro si trova un altare realizzato a mosaico in madreperla colorato con una nicchia con una statua di San Nicola Tolentino. Proseguendo si trova una nicchia con un affresco della Chiesa antica, venuto alla luce durante i lavori di restauro raffigurante San Giovanni Battista decapitato e infine l'altare con un dipinto del Cuore di Gesù. Sull'altare maggiore si trova un crocifisso ottocentesco. In fondo alla navata c'è una statua cinquecentesca raffigurante la Madonna col Bambino, detta Madonna della Febbre con ai suoi piedi un ragazzo inginocchiato. Una porta consente l'accesso alla Cappella della Madonna della Consolazione alla quale fu addossata la chiesa cinquecentesca. Sulla volta sono ancora visibili tre affreschi opera di S. Tancredi: La croce, Dio Padre e Gesù Cristo. Alla destra della Chiesa, varcato un grande portale tufaceo, si entra nel chiostro a pianta quadrata, in mezzo a cui si eleva un classico pozzo circolare sormontato da due colonne quadrate, terminanti con capitelli e unite da un arco munito di un tetto in coppi.