Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Chiese agostiniane > Italia > Caserta

Chiese agostiniane: Caserta

Immagine della chiesa di sant'Agostino a Caserta

Chiesa di sant'Agostino a Caserta

 

 

CHIESA DI S. AGOSTINO DI CASERTA

 

 

 

Il complesso conventuale fu costruito nel 1441 ad opera dei Padri Agostiniani, risale ad una donazione del principe Andrea Matteo Acquaviva nel 1623. Annesso al convento sorgeva anche una chiesa che nel 1750 Luigi Vanvitelli riammordernò con un notevole rifacimento utilizzando parte dei materiali pregiati della Reggia casertana.

La chiesa di S. Agostino diventò Parrocchia in seguito all'incendio della chiesa di S. Sebastiano, il santo patrono di Caserta. Questo perché, dall'incendio che ne distrusse la chiesa nel 1783, la sede della parrocchia fu prima trasferita presso la chiesa dei Carmelitani, dal 1822 passò alla chiesa del Redentore e infine dal 1930 alla chiesa di S. Agostino. Qui si conserva la memoria del culto a questo santo, tra i più antichi a Caserta, proprio della zona pianeggiante tanto che il nome del villaggio Torre fu affiancato quello del Santo martire. La presenza degli Agostiniani in Caserta è attestata già dal sec. XIII: Carlo II concesso loro un privilegio per il commercio dei grani. La chiesa è a navata unica, con pronao e nicchie laterali poco profonde. In una delle nicchie è esposta la statua di S. Sebastiano, opera in legno scolpita nel 1992 dallo scultore Paul Morder Doss di Ortisei. Caratteristiche sono le cosiddette "gelosie" situate nel presbiterio e nelle parti laterali.

Da esse le suore di clausura dell'annesso convento seguivano le funzioni religiose. Il convento si articolava attorno ad un chiostro quasi quadrato con volte ad archi di varia ampiezza. Il convento, perché spopolato, fu soppresso da Innocenzo X nel 1652. Monsignor Schinosi rivitalizza l'antico convento di Sant'Agostino, affidandolo alle monache domenicane che vi entrano nel 1713. Esse subentrarono sfruttando una donazione di Andrea Matteo d'Acquaviva per l'istituzione di un Conservatorio per fanciulle indigenti. Il convento vero e proprio era sorto nel 1712 per l'opera di due nobildonne di Acerra e Marcianise. Non è chiaro se il sito attuale sia quello del convento medievale. Il Chiostro oggi di proprietà del Comune ospita il settore Cultura.

 

La chiesa

L'edificio attuale fu edificato su una precedente chiesa probabilmente del sec. XV. Non è noto quando nè chi fece il rifacimento settecentesco: forse fu Vanvitelli o forse un suo collaboratore (Patturelli o Bernasconi). Si sa comunque che nel 1753 le Monache supplicarono il sovrano Carlo di Borbone di far intervenire il Vanvitelli, che, in base alle più recenti ricerche, pare si sia limitato a fornire una perizia per il tetto. I lavori furono eseguiti dal Negroni nel 1756. Ad una successiva richiesta delle Monache, nel 1767-1768, Collecini e Patturelli produssero una nuova stima degli interventi. L'esterno, realizzato nel 1843-1846 ha una struttura semplice, ma l'interno è articolato e riesce a movimentare l'antica aula unica agostiniana. Nell'atrio sopravvivono due affreschi dei primi del sec. XVII (S. Antonio Abate a sinistra, Madonna delle Grazie a destra) e, nei vani sinistri della navata anche degli affreschi della metà del sec. XVI (Maria Maddalena), ancora da indagare e da riportare alla luce. Gli ovali della navata, raffigurano partendo da da sinistra S. Teresa (A. Dominici), S. Rosa (P. Bardellino), S. Caterina (G. Diano) ed una santa Carmelitana (D. Mondo), tutti della fine del Settecento. All'altare sinistro sono raffigurati i Santi Anna e Gioacchino, con la Vergine bambina e i Santi Rocco, Michele ed Antonio Abate di Diano. Sull'altare destro si può osservare una Madonna del Rosario e i santi Domenicani di Girolamo Starace Franchis. L'altare maggiore risale alla seconda metà dell'Ottocento.