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Chiese agostiniane: Roma

Immagine della chiesa di sant'Agostino a Roma

Chiesa di S. Agostino a Roma

 

 

CHIESA DI S. AGOSTINO DI ROMA

 

 

 

Di grande interesse è questa chiesa in Campo Marzio a Roma, non lontano da Piazza Navona, che il Kirch definì "il più maestoso fra tutti gli edifici sacri costruiti a Roma nel periodo del primo Rinascimento." È una delle prime chiese romane costruite nel Rinascimento ed ospita la Madonna di Loreto, detta anche Madonna del Pellegrini, un capolavoro di Caravaggio. Essa venne costruita nel 1483 a fianco della gran mole del nuovo convento, fatto su disegno di Luigi Vanvitelli romano.

La facciata, ispirata alla chiesa di Santa Maria Novella di Firenze, è stata progettata da Leon Battista Alberti e costruita nel 1483 da Giacomo di Pietrasanta, utilizzando il travertino proveniente dal Colosseo. Le due volute laterali sono state aggiunte dal Vanvitelli, che tra il 1746 e il 1750 eresse anche il convento e il chiostro.

Sostituì un altro edificio più antico del XIII secolo: è nel 1286 infatti che un nobile romano, Egidio Lufredi, ammirando lo zelo degli agostiniani, che vivevano già in Santa Maria del Popolo, donò loro alcune case in Campo Marzio perchè vi costruissero la chiesa e il convento. Papa Onorio IV con Bolla del 2 febbraio 1287 permise ai religiosi di accettare il legato, tuttavia preferì donare loro la chiesa di S. Trifone anzichè costruirne una nuova. Gli agostiniani si diedero da fare però in senso contrario, così che il 15 aprile 1296 Bonifacio VIII permetteva a Gerardo, vescovo di Sabina, di porre la prima pietra della nuova chiesa di sant'Agostino. Questa fu finita solo nel 1420 senza incontrare la soddisfazione dei religiosi, perchè era eccessivamente piccola e troppo soggetta alle inondazioni del Tevere. Gli agostiniani decisero di farne un'altra più grande e maestosa. Incontrarono il favore del cardinale Guglielmo d'Estouteville, vescovo di Ostia, che procurò i fondi necessari e gli architetti, Giacomo da Pietrasanta e Sebastiano Fiorentino. Disposte le fondamenta nel novembre 1479, già all'inizio del 1483 l'opera poteva dirsi terminata. Della primitiva struttura attualmente rimane solo la navata trasversale a crociera felicemente inserita nel piano contemporaneo, la cui rielaborazione e sistemazione definitiva interna sono opera del Vanvitelli, che li eseguì fra il 1750 e il 1760. Al suo interno furono trasportati tutti i corpi dei santi Martiri, che erano nell'antichissima chiesa di s. Tritone, ora soppressa per la nuova fabbrica del convento. "Sono in questa chiesa nobilissime cappelle ornate di marmi, depositi, e pitture celebri, fra le quali tiene il primo luogo un Profeta con due putti dipinto sopra un pilastro della nave da Raffaello da Urbino, fatto a somiglianza delle opere di Michel Angelo Buonarroti; il sant'Agostino nell'altare della crociata è del Guercino da Cento. L'altare maggiore ornato di marmi preziosi è disegno del Bernini, e gli Angioli furono terminati da Gio. Fancelli sotto la supervisione del Bernini; le pitture nella cappella di sant'Agostino, e di san Guglielmo sono di Lanfranco, il san Tommaso di Villanova, del Romanelli, il medesimo Santo scolpito in marmo, è di Melchior Gafar Maltese, terminato da Ercole Ferrata per la morte di Maltese; il deposito del Card. Imperiali è opera di Domenico Guidi; la deposizione dalla Croce è di Giorgio Vasari; il quadro del Beato Giovanni è di Giacinto Brandi; la santa Apollonia, del Muziani; l'Assunta, dell'Abbatini, e la santa Casa di Loreto, del Caravaggio.

Interno della chiesa di sant'Agostino a Roma

Interno della chiesa di S. Agostino

Al suo interno si trovano inoltre molte altre pitture, e sculture. Nel sito presso questa chiesa e il convento si crede essere stato eretto da Romolo l'altare a Marte, per cui il campo si disse Marzio, ed ancora esservi stato il Busto fatto da Ottaviano Augusto, cioè un luogo chiuso con cancellate di ferro, in cui solevano i Gentili abbruciare i cadaveri degl'Imperatori, ed il primo fu quello del medesimo Augusto."

Nel passato la chiesa aveva la caratteristica, unica a Roma, di ammettere le cortigiane e ospita le tombe di alcune di esse: Fiammetta, l'amante di Cesare Borgia, Giulia Campana con le figlie, Penelope e la famosa Tullia d'Aragona. La chiesa ospita la tomba di Santa Monica, madre di Sant'Agostino; vi è stato sepolto anche il poeta umanista Maffeo Vegio da Lodi.

 

Il titolo di Sant'Agostino (latino: titulus S. Augustini) è un titolo cardinalizio, retto da un cardinale presbitero e istituito da papa Sisto V il 13 aprile 1587 con la costituzione apostolica religiosa. Elenco dei cardinali di sant'Agostino:

• Vacante (1587-1590)

• Gregorio Petrocchini de Montelparo, Ordine Eremiti di Sant'Agostino (1590-1608)

• Fabrizio Verallo (1608-1624)

• Berlingerio Gessi (1627-1639)

• Ottaviano Raggi (1642-1643)

• Niccolò Albergati-Ludovisi (1645-1646)

• Fabrizio Savelli (1647-1659)

• Antonio Bicchi (1659-1667)

• Vacante (1667-1671)

• Federico Borromeo (1671-1672)

• Francesco Lorenzo Brancati di Lauria, Ordine dei Frati Minori Conventuali (1681)

• Vacante (1681-1687)

• Carlo Stefano Cicero (o de Ciceri) (1687-1694)

• Enrico Noris, Ordine degli Eremiti di Sant'Agostino (1696-1704)

• Carlo Agostino Fabroni (1706-1727)

• Angelo Maria Quirini, Ordine di San Benedetto (1727-1728)

• Gregorio Selleri, Ordine Domenicano (1728-1729)

• Marco Antonio Ansidei (1729-1730)

• Bartolomeo Massei (1731-1745)

• Giorgio Doria (1745-1757)

• Gaetano Fantuzzi (1759-1767)

• Mario Marefoschi (1770-1780)

• Vacante (1780-1785)

• Paolo Massei (1785)

• Vacante (1785-1800)

• Diego Innico Caracciolo di Martina (1800-1814); in commendam (1814-1820)

• Cesare Brancadoro (1820-1837)

• Vacante (1837-1842)

• Friedrich Johannes Jacob Celestin von Schwarzenberg (1842-1885)

• Antolín Monescillo y Viso (1886-1897)

• Antonio María Cascajares y Azara (1898-1901)

• Sebastiano Martinelli, Ordine degli Eremiti di Sant'Agostino (1902-1918)

• Aleksander Kakowski (1919-1938)

• Agustín Parrado y García (1946)

• Fernando Quiroga y Palacios (1953-1971)

• Marcelo González Martín (1973-2004)

• Jean-Pierre Ricard (2006-)