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Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Chiese agostiniane > Città del VaticanoChiese agostiniane: CITTA' DEL VATICANO
Agostino vescovo
CHIESA DI S. ANNA A CITTA' DEL VATICANO
La chiesa di Sant'Anna è la parrocchia di Città del Vaticano. Fu papa Pio XI, con la Costituzione Apostolica Ex Lateranensi pacto, in data 30 maggio 1929, a dare una particolare fisionomia religiosa alla Città del Vaticano: il Vescovo Sacrista, carica che fin dal 1352 papa Clemente VI aveva affidata all'Ordine di Sant'Agostino, veniva nominato Vicario Generale della Città del Vaticano.
La chiesa di Sant'Anna, già da tempo curata dai Padri Agostiniani, veniva eretta parrocchia. Sua Santità Paolo VI col Motu Proprio Pontificalis domus del 28 marzo 1968, eliminava il titolo di "Sacrista", lasciando tuttavia intatto l'ufficio, che veniva mantenuto sotto la denominazione di "Vicario Generale di Sua Santità per la Città del Vaticano".
La figura di Sant'Anna, cui è dedicata la chiesa, ricorda la casa paterna di Maria, Madre di Cristo. Là Maria è venuta al mondo, portando in sé quello straordinario mistero dell'immacolata concezione. Là era circondata dall'amore e dalla sollecitudine dei suoi genitori: Gioacchino e Anna. Là "imparava" da sua madre, proprio da Sant'Anna, come essere madre. "Anna" in ebraico significa: "Dio [soggetto sottinteso] ha fatto grazia".
In questa chiesa hanno risuonato le parole di papa Giovanni Paolo II in visita alla sua parrocchia: "Vobis ... sum episcopus, vobiscum sum christianus" ("Per voi sono vescovo, con voi sono cristiano"). Queste parole di Sant'Agostino trovarono forte eco nei testi del Concilio Vaticano II, nel suo magistero. Esse mi vengono in mente proprio oggi, mentre visito la parrocchia di Sant'Anna, parrocchia della Città del Vaticano. Questa, infatti, è la mia parrocchia. Ho dimora stabile sul suo territorio come i miei Venerati Predecessori, e anche come voi, Venerabili Fratelli Cardinali, Arcivescovi, Vescovi, Sacerdoti e voi, cari Fratelli e Sorelle, miei comparrocchiani.
Qui, in questa chiesa, posso ripetere, in modo particolare, le parole che Sant'Agostino rivolgeva ai suoi fedeli nell'anniversario della sua ordinazione episcopale: "Sed et vos sustinete me, ut secundum praeceptum apostolicum, invicem onera nostra portemus et sic adimpleamus legem Christi ... Ubi me terret quod vobis sum, ibi me consolatur quod vobiscum sum. Vobis enim sum episcopus, vobiscum sum christianus. Illud est nomen officii, hoc gratiae; illud periculi est, hoc salutis": "Ma anche voi sostenetemi, perché, secondo il comando dell'Apostolo, portiamo i pesi gli uni gli altri, e così adempiamo la legge di Cristo ... (Gal 6,2).
Se mi atterrisce l'essere per voi, mi consola l'essere con voi. Perché per voi sono vescovo, con voi sono cristiano. Quello è nome di ufficio, questo grazia; quello è nome di pericolo, questo di salvezza" (Sant'Agostino, Sermo 340, 1: PL 38,1483).