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Chiesa di S. Bartolomeo all'Olivella a Genova
CHIESA DI S. BARTOLOMEO ALL'OLIVELLA
La chiesa di san Bartolomeo dell'Olivella conserva anche un chiostro che ricorda la presenza di un antico monastero, fondato nel 1305 dall'Ordine Cistercense. La sua fondazione avvenne grazie all'intervento del banchiere genovese Bonagiunta Valente, padre di Giovanni, terzo doge della Repubblica di Genova. Nel 1470 le monache cistercensi abbracciarono la Regola di Sant'Agostino. Intorno al 1798 le monache abbandonarono il monastero.
La chiesa, originariamente costruita in stile gotico, venne sopraelevata tra il 1640 ed il 1670, modificandolo secondo i canoni dello in stile barocco. Della originaria struttura gotica rimangono segni nel portale e nell'arco all'entrata al complesso monastico. La sopraelevazione seicentesca ha lasciato traccia nella facciata nelle linee oblique che si uniscono nel rosone barocco.
L'interno si presenta ad una sola navata. Fu affrescata da Giovanni Battista Carlone e dal figlio Giovanni Andrea, autore, tra gli altri affreschi, della "Gloria di Sant'Agostino con i quattro Evangelisti" nella volta centrale.
Gli altari era tre, in marmo con colonne rosse, decorati da tre pale, opere di Luca Cambiaso: sull'altare maggiore si trovava "Il Martirio di San Bartolomeo", mentre sugli altri due altari "L'Assunzione della Vergine" e "Sant'Agostino e altri Santi".
"Il Martirio di San Bartolomeo" fu trasportato nell'Oratorio dei Re Magi alla Foce e andò distrutto assieme a tutto il complesso nel corso dei bombardamenti della Seconda Guerra Mondiale. Le altre due pale d'altare sono oggi conservate nella Chiesa di San Bartolomeo di Vallecalda a Savignone. Nel 1920 la chiesa venne sconsacrata e negli anni 50 seguì una spoliazione delle opere d'arte con lo scopo di trasformare la chiesa in un piccolo teatro.
Sul lato sinistro della chiesa un piccolo portone con una lapide marmorea costituisce ancora oggi l'ingresso al complesso monastico e al chiostro, che conserva ancora il colonnato e le volte a crociera sule scale e lungo i corridoi.