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Chiese agostiniane: Cava manara

La chiesa di sant'Agostino di Cava Manara

La chiesa di sant'Agostino di Cava Manara

 

 

CHIESA DI S. AGOSTINO A CAVA MANARA

 

 

 

Nella chiesa di sant'Agostino di Cava Manara si conservano varie testimonianze iconografiche di Agostino, soprattutto nella zona absidale. Un dipinto ricorda il miracolo avvenuto in questa località dopo la deposizione delle ossa di sant'Agostino in S. Pietro in Ciel d'Oro. La tradizione, tramandata anche da Jacopo da Varagine nella sua Legenda Aurea, rammenta che un gruppo di pellegrini oltremontani, diretti a Roma per essere guariti sulle tombe dei SS. Pietro e Paolo ebbe a Cava Manara una visione di sant'Agostino che li invitava a recarsi, invece, sulla sua tomba a Pavia, dove, poi, furono guariti.

Al centro dell'abside è collocata inoltre una tela che raffigura S. Agostino intento a scrivere il De Trinitate. Ma è sul soffitto che troviamo altre interessanti raffigurazioni iconografiche che propongono quattro episodi o momenti della vita di S. Agostino. Precisamente sono state dipinte le scene del battesimo, l'estasi di Ostia, la sua predicazione al Concilio di Cartagine e il momento della morte. Nella chiesa si conserva anche una piccola reliquia ossea del santo che è stato proclamato Patrono del paese.

 

Fino al 1817 la parrocchia di sant'Agostino appartenne alla diocesi di Pavia. Probabilmente nel 1441 Cava Manara era una chiesa chiericata dipendente da San Pietro in Ciel d'Oro di Pavia. Dagli atti della visita pastorale compiuta nel 1460 dal vescovo di Pavia monsignor de Fossulanis risulta essere alle dipendenze dell'arciprete di Sommo. Nel 1565 la chiesa di Cava Manara risultava abbandonata e cadente, tanto che nel 1575 venne unita alla parrocchia di san Pietro in Torre dei Torti. Il 19 novembre 1616 ci fu una riunione dei capi-famiglia cavesi che congiuntamente ai marchesi Olevano siglarono un atto notarile in cui si impegnavano per la costituzione di una rettoria. La parrocchia venne istituita cinque giorni dopo, il 24 novembre, con decreto di monsignor Biglia vescovo di Pavia, con il titolo di rettoria: "Reductio, erectio et dottatio Ecclesiae S. Augustini Caue lumelline Dioecesis Papiensis in titularem et rectoriam etc. cum unioneac nominatione et Institutione de eadem Ecclesia ad favorem M. R. Petri Antonj Codalii". Nel decreto si sottolinea che la Rettoria di Cava fu eretta "a lode e gloria dell'Onnipotente Iddio, della sua gloriosissima Madre sempre Vergine Maria e di tutta la celeste corte trionfante ed anche del glorioso S. Agostino, al cui nome la chiesa di Cava fu innalzata e che dai fedeli è venerato."

Nel 1817 la parrocchia venne aggregata alla diocesi di Vigevano e rimase inserita nel vicariato di San Martino Siccomario. I parroci di Cava Manara ebbero la dignità di prevosti dal 1824. Dagli atti della visita pastorale del 1845 del vescovo di Vigevano monsignor Vincenzo Forzani, si ricava che la popolazione della parrocchia di sant'Agostino, di patronato del marchese Olevano, era composta da 159 famiglie per un totale di 1.204 persone. Si ha notizia che nel 1845 era istituita in parrocchia la confraternita di sant'Agostinetta. Nel 1971 venne assegnata alla zona pastorale est, con decreto 6 gennaio 1971 del vescovo di Vigevano monsignor Luigi Barbero; dal 1972 diventa vicariato di Cava Manara, con decreto 1 gennaio 1972 del vescovo di Vigevano monsignor Mario Rossi.

La chiesa parrocchiale di Cava, dedicata a sant'Agostino, sorge sulle rovine dell'antico Oratorio dei martiri Cosma e Damiano e si trova proprio nella piazza del paese. Al suo interno, come citato più sopra, si conservano numerose testimonianze iconografiche di sant'Agostino, fra cui un ciclo nella volta del presbiterio ed altri affreschi sull'altare che rappresentano "l'apparizione del Santo ai pellegrini ultramontani", e la guarigione degli stessi nella chiesa di S. Pietro in Ciel d'oro a Pavia. Questi due affreschi, per Cava sono molto significativi, tanto da giustificare la dedicazione della chiesa, che passò dai ss. Cosma e Damiano, a Sant'Agostino.