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Chiese agostiniane: Lodi

La facciata della chiesa di S. Agnese a Lodi

La facciata della chiesa di S. Agnese a Lodi

 

 

CHIESA DI S. AGNESE DI LODI

 

 

 

La chiesa fu costruita in stile gotico lombardo nel XIV secolo, passando nel 1351 all'ordine agostiniano. La chiesa ha subito recentemente interventi di restauro. Al suo interno è conservata  una importante opera d'arte, il cosiddetto Polittico Galliani realizzato nel 1520 da Alberto Piazza. Dall'epoca della soppressione dell'Ordine degli Eremitani di Sant'Agostino, decretata il 23 Giugno 1798 dalla Repubblica Cisalpina, la chiesa di S. Agnese è divenuta "sussidiaria" della parrocchiale di S. Lorenzo. Prima di allora la chiesa aveva avuto ben altra storia: per 400 anni, dal 1351, aveva rappresentato la chiesa del complesso monastico dei monaci agostiniani. Su proposta di Gian Galeazzo Visconti, nel 1393 fu inviato a Lodi dallo "studio" di Pavia, un vescovo agostiniano, il celebre Bonifacio Bottigella (1393-1404), ideatore dell'Arca che in San Pietro in Ciel d'Oro conserva le spoglie mortali di Agostino.

Bottigella resse la diocesi fino al 1404 promuovendo l'ampliamento del monastero e la costruzione della chiesa, il cui stile riflette il momento di maggiore purezza dell'architettura gotica lombarda. Nel 1523 la chiesa passa ai Canonici Regolari Lateranensi che cinque anni dopo sono soppiantati dagli Eremitani di Sant'Agostino fino alla soppressione avvenuta nel giugno del 1798, divenendo sussidiaria della parrocchia di San Lorenzo. La facciata, coeva a quella di san Lorenzo, ne presenta aspetti simili ma se ne differenzia per la più accentuata verticalità, amplificata dalle due slanciate monofore a sesto acuto, che poggiano su una fascia marcapiano ad archetti intrecciati. È degno di nota anche il rosone decorato con maiolica policroma. La facciata è divisa in tre salienti da semicolonne addossate alla parete, con un coronamento ad archetti intrecciati e pinnacoli che ne concludono il profilo. Splendido il portale centrale, strombato, con diverse cornici che da quella più esterna con decoro floreale, arriva alla più semplice, tonda, vicino ai battenti lignei.

Molto particolari sono gli esili pinnacoli-acrotéri del frontone, la decorazione con "scodelle" in terracotta policroma e la ricca decorazione in cotto che cinge il portale. Va specificato che quest'ultima decorazione è un rifacimento tardo-ottocentesco di sapore neogotico, come l'affresco nella lunetta con Santa Agnese. Accanto alla chiesa sorge l'antico convento dal chiostro scandito da archi a sesto acuto, trasformato nel corso del XIX secolo in sontuosa residenza. Dal chiostro si può vedere l'originale abside poligonale della chiesa, illuminata da due monofore. Dallo stesso luogo si apre alla vista la bellissima torre campanaria a due ordini, percorsa da sottili lesene verticali, alquanto simile al campanile della cattedrale.

L'interno si presenta con robusti pilastri cilindrici reggenti archi a sesto acuto e volte a crociera non costolonate, che si concludono con un'abside poligonale, volta a vele con archi a costoloni a toro. Il volume interno presenta la caratteristica struttura "a sala" di tradizione nordica, con tre navate per parte di pari altezza, rette da snelli pilastri cilindrici in laterizio. La struttura architettonica è rimasta sostanzialmente inalterata nonostante i numerosi interventi. Purtroppo le le testimonianze pittoriche sono andate quasi completamente perse. Si sono conservati solo alcuni frammenti d'affresco, sufficienti a far intuire la qualità della cultura figurativa tardo gotica. Nella navata di destra, ai lati della porta che permette l'accesso alla sala del Capitolo degli Agostiniani (oggi Sala San Giovanni), sono ancora visibili i frammenti di un ciclo della passione con il Cristo porta croce ed una scena di martirio, che richiama l'estro narrativo di Michelino da Besozzo.

Nella cappella absidale a sinistra dell'altare maggiore, un affresco raffigura la Vergine col Bambino fra S. Agostino e Santa Caterina da Siena, un'opera dapprima attribuita al Bergognone, ma che ora viene attribuita a Matteo della Chiesa, un pittore pavese attivo anche all'Incoronata di Lodi. La decorazione originaria probabilmente si estendeva anche alla parete sinistra e all'abside, dove oggi si possono vedere due affreschi seicenteschi nei lunettoni sovrastanti il coro, che raffigurano un S. Agostino che predica e un S. Agostino morente, attribuiti dall'Agnelli ad un certo F. C. N. Zerbi di Lodi, pittore di cui nulla si conosce. Gioiello pittorico di Sant'Agnese è il Polittico Galliani, di Alberto Piazza, che in origine doveva essere la pala dell'altare maggiore, collocata poi nella prima cappella della navata destra.

Fu dipinta probabilmente nel 1520 e rappresenta nello scomparto centrale sant'Agostino mentre consegna la Regola. Fra i molti tesori artistici di questa Chiesa, vanno senza dubbio citati il trittico a bassorilievo in terracotta raffigurante il Cristo di pietà fra i Santi Cristoforo e Martino e un committente, sulla parete della navata destra, sopra la porta della attuale Sala San Giovanni, ed il Crocefisso ligneo quattrocentesco ancora di gusto tardo gotico, appeso sulla parete centrale dell'abside.

Degna di nota inoltre è la Crocifissione, un affresco della fine XIV secolo dipinto sulla parete destra della sacrestia, che raffigura Cristo crocifisso tra la Vergine Maria, a sinistra, e San Giovanni a destra. Ignoto è l'autore che esprime un linguaggio pittorico colto ed elevato. Lo stile sembrerebbe individuare la mano di un Maestro attivo anche nella chiesa di San Francesco a Lodi della bottega del Maestro di Ada Negri, collocabile nei primi anni del Quattrocento.