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Chiese agostiniane: Milano

La chiesa di S. Agostino a Milano in via Lanzone

Facciata e portale della chiesa di S. Agostino

 

 

CHIESA DI S. AGOSTINO DI MILANO

 

 

 

Paschalis II papae Privilegium del 14 febbraio 1102, Laterano.

 

 

Il papa Pasquale II concede a Giovanni, abate del monastero di sant'Ambrogio, e ai suoi successori l'uso della dalmatica, dei sandali e dei guanti vescovili e la licenza di farsi precedere dal suono di una campanella durante le celebrazioni solenni. Concede pure, il dominium di tutta la chiesa milanese, dopo l'arcivescovo, e analogamente concede il dominium sull'ospedale di san Michele di Milano con la chiesa ivi fondata, sulla chiesa di sant'Agostino in Milano con la parrocchia a essa pertinente, sulla chiesa di san Satiro in Milano con la parrocchia a essa pertinente, sulla chiesa di san Pietro in Sala in Milano con la parrocchia, le decime e le primizie a essa pertinenti; conferma inoltre il monastero di santa Maria d'Aurona in Milano con ogni onore, la corte di Paciliano con tutti i beni a essa pertinenti e le chiese edificate sul suo territorio, le corti di Felizzano e di Monte con le chiese edificate sul loro territorio e la corte di Capiate con le chiese e le relative decime e primizie; e, similmente, Origgio con le chiese e le relative decime e primizie, Civenna e Limonta con le chiese ivi edificate e con le relative decime e primizie, e Gnignano, Civesio, Badile, Cologno e Baraggia con la chiesa di san Damiano con le relative decime e primizie; inoltre Inzago con le chiese ivi fondate, Casterno con due chiese, Bareggio, Vialba e San Siro alla Vepra; la chiesa di san Salvatore e la chiesa fondata vicino a Codogno in onore di sant'Ambrogio, ambedue in diocesi di Lodi; in diocesi di Pavia una villa detta Villa Regia e il monastero di san Quintino; la chiesa del santo Sepolcro di Ternate con le relative decime e primizie, Dubino con una chiesa; Quinto, in diocesi di Vercelli, con una chiesa e, infine, una villa detta Cercesolla in diocesi di Piacenza.

 

 

Il Privilegium è un falso in forma di copia semplice inserito in precetto incompleto datato 1322, ASMi, AD, pergg., cart. 312, n. 5 [BF], da quest'ultimo fu tratta una copia semplice nel secolo XV, ASMi, AD, pergg., cart. 312, n. 4 [CF]; altra copia semplice fu eseguita nel secolo XVI, ASDMi, Visite Pastorali, Milano, S. Ambrogio, I, n. 24 [C'F]; altra copia semplice del secolo XVI,  in ASDMi, Visite Pastorali, Milano, S. Ambrogio, II, n. 10 [C''F]; nuova copia semplice del secolo XVI, in ASDMi, Visite Pastorali, Milano, S. Ambrogio, XXI, n. 44 [C'''F]; infine ulteriore copia semplice del secolo XVII, in ACA, pergg. sec. XII, n. 2 [C''''F]; altra copia citata Bonomi da BF, 19, n. 4.

 

Regesto:

Giorgi Registro, p. 301 e Rubrica, c. 18v; Della Croce, I/6, cc. 15r-v. BF è così introdotta:

 

In nomine Domini. Anno a nativitate eiusdem millesimo trecentesimo vigesimosecundo, indictione sexta, die .... In archiepiscopali curia Mediolanensis. Presentibus Beltrammo filio | condam domini Leonardi Mazallis, Cirollo filio domini Mainfredi de Cira et Gasparrollo filio condam domini Stephani Verrubii, ambobus porte Ticinensis, et Georgino filio domini Fatii Polvalis, porte Horientalis, | publicis Mediolanensibus notariis, et dominis Iacobo de Scaridis de Lemiate, ecclesie de Soma canonico, Mediolanensis diocesis, et Astulfo Cotta filio condam domini Raynerii, et Iohannollo filio dicti domini Astulfi, | porte Ticinensis, omnibus Mediolanensibus testibus ad infradicta vocatis et rogatis. Dominus Catelolus de Medicis, Ecclesie Mediolanensis ordinarius venerabillis in Christo Patris domini fratris .. Aycardi, Dei et apostolice | Sedis gratia sancte Mediolanensis Ecclesie archiepiscopi, vicarius generalis, sedens pro tribunali, ad requisitionem dompni Protaxii Kaymi, prioris monasterii Sancti Ambrosii Mediolani, requirens | nomine et vice reverendi viri domini dompni Astulfi Dei gratia .. abbatis dicti monasterii et capituli ipsius monasterii, precepit michi Iohannino dicto Picardo de Fenegroe, publico | Mediolanensi notario infrascripto, ut infrascriptum exemplum infrascripti privilegii ex autentico ipsius sumptum et extractum ibidem coram dicto domino vicario per ipsum dompnum Protaxium, nomine | suprascripto, exhibitum et productum ac ibidem coram eo domino vicario per me notarium infrascriptum una cum notariis infrascriptis cum eo autentico diligenter ascultatum et lectum et cum eo au|tentico concordans autenticarem et insinuarem et in publicam formam redigerem, ita quod huic autenticationi et insinuationi plena et perpetua fides adhibeatur tanquam publice et autentice et | originali scripture; cuius privilegii tenor talis est.

 

* CF, nata come copia semplice del secolo XV, è stata completata nel secolo successivo in un momento e per motivi non ulteriormente circostanziabili dall'autentica:

Ita ut supra scriptum est et copia formalis in quodam papyri folio inter acta visitationis collegiata ecclesie Sancti Ambrosii Mediolani penes me infrascriptum cancellarium existentia. Ita est Antonius Grimoldis pronotarius apostolicus universali ecclesiae, Mediolanensis cancellarius manu propria.

Edizione: PURICELLI, pp. 508-512 (alla data 1103); ARESI, Privilegiorum, p. 61; Le carte santambrosiane di un luogo scomparso, n. IX. Regesto: GIULINI, II, pp. 710-713 e VII, p. 81; JAFFÉ, n. 5890; KEHR, VI/1p. 89, n. 4; Visite pastorali di Milano, p. 26; SIRONI, Il districtus, pp. 74-76.

 

* BF presenta tre interpolazioni di mano trecentesca, segnalate anche da Kehr (KEHR, VI/1, p. 89), ed è giudicato spurio da Biscaro (BISCARO, Note I, p. 355 nota 2) in quanto, malgrado il contenuto si presti a provare la preminenza del monastero sulla canonica, non fu prodotto tra le allegationes iuris presentate dai monaci in occasione dei processi del 1143-1144, né tra quelle del 1191 e del 1200-1201.

 

Il Borghino (BORGHINO, L'ospedale di S. Ambrogio nei suoi rapporti con il monastero, p. 446 e nota 23) e l'Ambrosioni (AMBROSIONI, Il monastero di S. Ambrogio nel XII secolo, pp. 60-61 e nota 29) concordano col Biscaro nell'ammettere che si tratti di un falso; l'Ambrosioni, inoltre, osserva che prima del 1102 non ci sono altri documenti pontifici indirizzati al monastero santambrosiano, tranne quello di Gregorio V (PURICELLI, n. 195), nel quale però non vengono menzionate le insegne episcopali che nel privilegio di Pasquale II si affermerebbe essere state concesse ex apostolica auctoritate antecessorum nostrorum.

L'Ambrosioni nota che l'uso di tali insegne fu concesso all'abate di S. Ambrogio dall'arcivescovo Oberto, il quale richiama in modo generico privilegi concessi ex longo et antiquo tempore; e osserva, inoltre, che l'indicazione temporale contenuta nel documento di Oberto sembra riferirsi al diploma attribuito all'arcivescovo Tadone del febbraio 886, anch'esso impugnato come falso dal Biscaro (BISCARO, Note, I, p. 334), dal Natale (NATALE, Falsificazioni, pp. 35-37) e dalla Zagni (ZAGNI, Gli atti arcivescovili milanesi dei secoli VIII-IX, pp. 13-15), piuttosto che ad un privilegio papale di poco più di quarant'anni prima: segno, conclude, che nel 1148 il documento di Pasquale II non era ancora stato redatto. Anche il Cattaneo (CATTANEO, La preghiera benedettina nella basilica ambrosiana, p. 266 e note 29-30) ritiene falso il documento, non tanto per la concessione dell'uso delle insegne episcopali e di farsi precedere dal suono di una piccola campana durante le celebrazioni solenni, che erano prescritte nel Pontificale romano in uso anche a Milano, quanto piuttosto per l'affermazione "concedimus tibi dominium totius ecclesie post archiepiscopum ... ad honorem Dei et sancti Ambrosii confessoris et sanctorum martirum Gervasii et Protasii quorum corpora in vestro monasterio posita sunt" che sancirebbe il possesso dei monaci sulla basilica ambrosiana.

Il Tagliabue (TAGLIABUE, Cronotassi degli abati, p. 309), inoltre, afferma che non c'è alcuna altra prova documentaria dell'esistenza dell'abate Giovanni se non quella del privilegio di Pasquale II. A tutto ciò si aggiunga che non esiste altra prova documentaria a eccezione del presente documento che attesti l'esistenza di un Coiro vescovo prenestino, che qui sottoscrive. Recentemente il Fois ha pubblicato l'edizione di BF giudicandolo copia inserta in precetto non finito del 1322 e proponendo di accostarne il protocollo e il testo ad un privilegio del 1069 di Alessandro II per il monastero di S. Pietro in Ciel d'Oro di Pavia (ASMi, AD, MD, cart. 19, sec. XI n. 473), e l'escatocollo ad un altro privilegio dello stesso pontefice indirizzato nel 1102 al suddetto monastero pavese (ASMi, AD, Bolle e brevi, cart. 1, n. 2.  L'autenticazione di falsi in forma di copia è la modalità più comunemente seguita nella costruzione di documenti spuri e la sola in grado di offrire una qualche possibilità di superamento dell'esame di un giudice o di una controparte.

 

 

Paschalis episcopus servus servorum Dei dilecto in Christo filio Iohanni, venerabili .. abbati in Christo salutem suisque sucessoribus. Quamvis ex universalitate sedis cui deservimus indigni curam ecclesiarum omnium adhibita dilectione concipimus et disponendo gerimus, ampliori tamen vigilantia super his solicitarem et amore tenemur quas fidelium devotio tutelle huius sancte universalis sedis salubri institutione comisisse dinoscitur, et si quid in quo ex nostra constitucione vel consensu sublimato desiderent cum summa benivolentia concedendum nobis videtur ut impetrent. Unde te postulante a nobis ut monasterium Sancti Ambrosii, ubi sanctum eius requiescit corpus simul cum sanctis martiribus Gervasio atque Protasio, cui divina dispositio te preesse voluit, apostolice auctoritatis serie muniremur et omnia eius pertinentia peremni iure inviolabiliter permanenda confirmaremus, tuis inclinati precibus, per huius nostre sanctionis privilegium, antecessorum nostrorum auctoritatem sequentes, decernimus et propter amorem sancti Ambrosii et sanctorum martirum Gervasii et Protaxii, quorum honori dicatus est locus, concedimus tibi tuisque successoribus quicquid de usu dalmatice, sandalium necnon cirotecharum et licentiam ferendi tintinabulum capella ex apostolica auctoritate antecessorum nostrorum habere meruisti; et concedimus tibi dominium totius ecclesie post archiepiscopum, et similiter concedimus dominium hospitalis cum ecclesia inibi fundata in honore sancti Michaelis et ecclesiam Sancti Augustini cum parochia sibi pertinente et ecclesiam Sancti Satiri cum parochia sibi pertinente et ecclesiam Sancti Petri ubi dicitur a Sala cum parochia sua, cum decimis et primitiis, confirmantes monasterium infra ipsam urbem Mediolanum constitutum quod nominatur Aurone, cum omni honore, et curtem de Pasiliano cum omnibus ad se pertinentibus, cum ecclesiis inibi hedificatis, et curtem de Felitiano et curtem de Monte cum ecclesiis inibi hedificatis, et Capiate cum ecclesiis, cum decimis et primitiis; et Oleoducto similiter cum ecclesiis cum decimis et primitiis; et Civennan et Limontem cum ecclesiis inibi hedifficatis cum decimis et primitiis; et Gnignanum et in Claveso et in Baello et in Collonia et in Barazia ecclesiam unam, que vocatur Sanctus Damianus, cum decimis et primitiis; et Antizaum cum ecclesiis inibi fundatis; et Casterno cum duabus ecclesiis, et Balaradeglo, et Vite Alba, et Sanctus Syrus a Beura, et in episcopatu Laudensi ecclesiam unam Sancti Salvatoris et aliam ecclesiam iuxta Codonium fundata in honore sancti Ambrosii, et in episcopatu Papiensi villam unam que nominatur Vila Regia, et monasterium unum quod nominatur Sanctus Quintinus ut sit in potestate et regimine ipsius .. abbatis Sancti Ambrosii, et ecclesiam Sancti Sepulcri cum decimis et primitiis, et Dubini cum ecclesia una, et in episcopatu Vercelensi Quinto cum ecclesia una, et in episcopatu Placentie villam unam que vocatur Cercesolla.

Et insuper cuncta loca urbana vel rustica, culta vel inculta, cum decimis et primitiis, colonis, servis et ancilis et aldionibus que ab aliquibus fidelissimis christianis eidem monasterio concessa sunt vel que etiam per alia iuxta munimina ad eondem religionis locum pertinere videntur, cum omni securitate et quiete debeas possidere tuique sucessores, imperpetuum, ita ut nullus unquam sucessorum nostrorum pontificum nullus et imperator, rex, dux vel aliqua persona ipsum monasterium de prefatis omnibus rebus que inibi pertinere videntur presumat devestire, molestare, inquietare necnon sub divini iuditii promulgatione, confirmatione et anathematis interdictione decernimus. Quod ut nunc seu in futuris temporibus firmum et inviolabille maneat nostro privilegio confirmamus ad honorem Dei et sancti Ambrosii confessoris et sanctorum martirum Gervaxii atque Protaxii, quorum corpora in vestro monasterio posita sunt. Si quis autem temerario ausu, quod fieri non credimus, contra huius nostre apostolice auctoritatis et confirmationis seriem agere temptaverit, siat se esse excomunicatum et a beato Petro appostollorum principe ac nostra apostolica auctoritate. Qui vero custos et observator huius nostri privilegii extiterit, benedictionis gratiam et vitam eterna a Domino consequi mereatur.

Ego Paschalis catholice ecclesie episcopus subscripsi.

Ego Coyro Prenestinus episcopus subscripsi.

Ego Ricardus Albanensis episcopus subscripsi.

 

Datum Laterani per manum Iohannis sancte Romane Ecclesie diaconis cardinalis,

.XVI. kalendas martii, indictione .X., incarnationis dominice anno .MCIII., pontificatus autem domini Paschalis secundi pape .III.