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Chiese agostiniane: Pavia

L'Arca di S. Agostino a Pavia in San Pietro in Ciel d'Oro

Arca di S. Agostino a Pavia

 

 

CHIESA DI S. PIETRO IN CIEL D'ORO A PAVIA

 

 

 

La chiesa fu eretta nelle vicinanze del castello visconteo, fuori dell'antica cinta muraria della città, probabilmente nello stesso luogo dove fu martirizzato Severino Boezio nel 524, su ordine di Teodorico re dei Goti. Il nome in Ciel d'Oro deriva probabilmente dalla primitiva copertura lignea che era dorata.

Di questa chiesa parla Paolo Diacono nelle sue storie, dove racconta che al tempo d'Aginulfo, nel 604, un fulmine uccise un cantore nella Basilica del Beato Pietro Apostolo. La chiesa acquistò sempre più importanza a partire dal 712 sotto il regno di Liutprando, sicuramente il più insigne re longobardo. Nel prepararsi la chiesa che avrebbe raccolto le sue spoglie e per darle un alto rango di dignità, questo sovrano fece trasferire dalla Sardegna le reliquie di S. Agostino, affidandole alla custodia dei monaci, residenti nell'annesso monastero edificato per suo ordine. Dalle testimonianze sembra che i primi monaci praticassero gli insegnamenti di S. Colombano: nel 1221 subentrarono nella gestione della chiesa i Canonici Regolari di Mortara e, solo successivamente dopo la loro costituzione nel XIII secolo, anche gli Eremitani di S. Agostino.

Dopo contrasti e dispute tra le due comunità monastiche, nel 1509 subentrarono ai monaci di Mortara, i Canonici Lateranensi, anch'essi di regola agostiniana. Con una convenzione nel 1635 si stabilì che la navata di destra entrando in chiesa, restasse a disposizione degli Eremitani, mentre quella di sinistra fosse affidata ai Lateranensi. Quando questi ultimi furono soppressi nel 1781, subentrarono al loro posto i Padri Conventuali, ma con la soppressione degli ordini religiosi del 1799, anche quest'ordine fu sciolto. Dal portale scolpito si accede all'interno della chiesa dove si alza l'Arca di Sant'Agostino, costruita a partire probabilmente a partire dal 1362, interamente scolpita in marmo con chiare influenze stilistiche toscane.

  APPROFONDIMENTO

In una cassetta d'argento nell'altare maggiore sono custodite le spoglie di Sant'Agostino. Nella chiesa si trovano anche il monumento a Severino Boezio mentre sotto il pavimento dell'abside riposano le spoglie dello stesso re Liutprando. Su di una colonna, entrando posta sulla nostra destra, è visibile una lapide, che ricorda la sepoltura, del gran re Longobardo.

Il monastero che esisteva annesso alla chiesa era il più importante di Pavia, poichè dopo la distruzione del Palazzo Regio del 1024, ereditò alcune sue funzioni, ospitando la Curtis Episcopi e dal terzo decennio dello stesso secolo, una sua scuola (erede di quella Palatina o Regia). Il convento fu la sede abituale dove erano ospitati i re durante i loro frequenti soggiorni pavesi. Enrico III nel 1039 decise di assegnare a un monaco di questa chiesa l'importante abbazia regia di Farfa e la sua scelta cadde su Almerico, che era stato maestro dello stesso imperatore.