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Chiese agostiniane: Matelica

Facciata della chiesa di S. Agostino a Matelica

Facciata della chiesa di S. Agostino a Matelica

 

 

CHIESA DI SANT'AGOSTINO A MATELICA

 

 

 

Nella Chiesa di S. Agostino a Matelica si trova un'opera singolare che raffigura san Nicola da Tolentino dove la preghiera del santo viene simboleggiata nel suo positivo effetto come acqua che un angelo versa su un'anima purgante immersa nel fuoco. E' una visualizzazione del concetto di refrigerium così presente nelle preghiere della liturgia funebre, raffigurato in genere nei quadri che rappresentano le confraternite del suffragio.

La chiesa risale al secolo XIV e presenta una facciata ornata da un ricco portale romanico, inclinato in avanti che presenta notevoli similitudini con quello superstite della scomparsa Sant'Agostino di Camerino e con quello del Sant'Agostino di Fabriano. Il campanile è cuspidato, nel rispetto della tradizione costruttiva dell'Ordine, quantunque la parte terminale sembri appartenere alla fabbrica settecentesca. L'interno, rinnovato nel Seicento, è a pianta basilicale a tre navate su pilastri, sovrastato da una cupoletta. Decisamente ricca è la decorazione dell'interno, realizzata con stucchi. Nel presbiterio si può osservare sulla destra la bella opera pittorica "Noli me tangere" di Ercole Ramazzani (1578). Sulla sinistra si conserva un Cristo sotto il torchio, una tela seicentesca d'autore ignoto, che costituisce una rara ed eccezionale iconografia. In fondo alla navata, a sinistra, si vede una Madonna col Bambino e santi, opera di Ramazzani firmata e datata 1588.

Sull'altare del transetto sinistro è conservata una splendida Estasi di S. Francesco attribuita al Guercino. Proseguendo nella visita alle opere d'arte si scopre al terzo altare sinistro un Crocifisso ligneo intagliato del secolo XV. Tra le opere d'arte della chiesa sono da segnalare alcuni resti di affreschi trecenteschi nell'area absidale, venuti alla luce nel 2001 in occasione di restauri.

Una terza tela, raffigurante san Nicola da Tolentino che intercede per le anime del Purgatorio, è stata in passato riferita allo stesso Ramazzani, ma l'attribuzione suscita tuttora pareri controversi.

Nell'altare del braccio sinistro del transetto si trova una tela raffigurante l'Estasi di san Francesco attribuita a Francesco Mancini (1694-1758).

Nel 1661 la chiesa fu riconsacrata in conseguenza del completo rifacimento del suo interno. Nella Pinacoteca Comunale "Raffaele Fidanza" è esposta una tavola lignea o predella che raffigura al centro la Cena di Emmaus con ai lati Sant'Agostino e San Nicola da Tolentino proveniente dal Convento di Sant'Agostino, attribuita ad un ignoto maestro dell'Italia centrale del XV secolo.

Nell'Ottocento fu demolito il chiostro cinquecentesco, che costituiva l'elemento di raccordo tra la fase originaria medievale e le imponenti modificazioni sette-ottocentesche. Tale primitivo chiostro, la cui struttura è ancora in parte visibile, doveva avere sei archi impostati su mensole. Il convento venne ampliato nel 1740, anno in cui una delibera comunale contiene la richiesta da parte degli Agostiniani di demolire due caseggiati addossati alle mura castellane, probabilmente per l'urgenza di ampliare l'edificio ecclesiastico.