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Facciata della chiesa di Venafro
CHIESA DI SANT'AGOSTINO A VENAFRO
La chiesa di Sant'Agostino risale al XIII secolo ed è ubicata all'altezza di Via Leopoldo Pilla nella cittadina di Venafro. Alcuni documenti lasciano presagire che la prima chiesa di S. Agostino sia stata eretta fuori dalle mura cittadine, probabilmente vicino alla Fontana; in seguito, poiché i monaci volevano svolgere un ruolo di apostolato non solo religioso ma soprattutto sociale, fu edificato l'edificio che ancora oggi si può ammirare in città. La chiesa ebbe enorme importanza perché, oltre alle cerimonie religiose, vi si tenevano riunioni sociali, quali assemblee popolari per l'elezione dei sindaci o per prendere importanti decisioni.
Degli originari elementi architettonici di questa chiesa medioevale restano poche tracce perché nel XVIII secolo fu ristrutturata dai due monaci che ancora vi dimoravano e dal priore frate Giuseppe Massa. Il nuovo aspetto della facciata che ne risultò fu piuttosto modesto per i pochi mezzi a disposizione: la facciata ripeteva nelle grandi linee quella dell'Annunziata, e il portale era sovrastato da una nicchia in cui era raffigurato S. Agostino.
L'annesso convento fu soppresso in età napoleonica nel 1809 e fu trasformato in Carcere Mandamentale. La chiesa invece venne ristrutturata a parrocchia di San Giovanni de Graecis nello stesso anno della chiusura del convento: soppressa ed accorpata a S. Maria di Loreto nel 1962, divenne successivamente sede della Parrocchia dei SS. Martino e Nicola fino al 1972. Fu officiata fino al 2 aprile 1977 e da allora è chiusa al culto. Dopo un periodo di abbandono le autorità decisero di trasferire alcuni uffici comunali all'interno del convento. Nel 1993 fu realizzata all'interno di alcuni locali del monastero anche la biblioteca comunale "Antonio De Bellis". La facciata della chiesa è settecentesca e per alcuni aspetti molto simile a quella della chiesa dell'Annunziata. L'interno molto sobrio, fu arricchito di una cappella dedicata a S. Nicola da Tolentino, tutta decorata con argento e oro zecchino. Di notevole interesse sono l'altare, opera di Nicola Ghetti e l'organo.