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Chiese agostiniane: Ivrea

Formella del Coro lignea con san Nicola in predicazione di Francesco Mabrito

Formella lignea del Coro con san Nicola in predicazione

 

 

CHIESA DI S. NICOLA DA TOLENTINO A IVREA

 

 

 

La chiesa di san Nicola da Tolentino, ad Ivrea sorge vicino al Duomo. La sua erezione risale al 1605 ad opera della confraternita dedicata al santo marchigiano. Già dalla fine del Duecento si hanno notizie di una confraternita penitenziale che si radunava in una cappella nei pressi del Duomo: in origine era devota alla SS. Trinità. Il fondatore era un certo frate Giacobino da Cremona giunto ad Ivrea nel 1275. La confraternita oltre alla SS. Trinità, prestava devozione anche anche all'apostolo Giacomo e alla Madonna.

Non è tuttora noto in che anno la confraternita si legò in modo speciale a san Nicola da Tolentino e a san Giovanni Battista Decollato, attuali titolari della chiesa. Forse questo legame va individuato nella canonizzazione di san Nicola da Tolentino (1446).

L'altra dedicazione a san Giovanni Decollato deriva dall'impegno della confraternita nel prestare soccorso ai carcerati e, in particolare, ai condannati a morte rinchiusi nelle prigioni del castello sabaudo che sorgeva poco discosto dalla chiesa. La chiesa venne costruita nel 1605 come nuovo oratorio della confraternita proprio nell'anno in cui ricorreva il terzo centenario della morte di san Nicola di Tolentino. La confraternita si fece carico delle spese, cui contribuirono due ricche famiglie della aristocrazia locale (i De Solario e gli Scaglia).

Nel 1645 Madama Reale Cristina di Francia concesse alla confraternita eporediese il privilegio di risparmiare ogni anno la vita di un condannato a morte.

La facciata presenta linee architettoniche semplici e sul portale di ingresso si osservano rilievi lignei che ricordano i santi Giovanni Battista Decollato e Nicola da Tolentino. I dipinti all'interno conferiscono all'ambiente un fascino particolare. Il gusto è tipicamente barocco con marmi, stucchi e dipinti di architetture scenografiche che dilatano la percezione dello spazio interno e fanno da cornice alla rappresentazione a fresco di episodi della vita di san Nicola da Tolentino. Probabilmente furono realizzati tra il 1683 ed il 1694 da Cesare Chiala un pittore poco noto. Gli stalli del coro sono una testimonianza importante dell'arte lignaria del XVII secolo in terra eporediese. I sedili sono impreziositi da 33 riquadri scolpiti con scene della vita di San Nicola da Tolentino. L'opera venne realizzata dall'ebanista Francesco Mabrito nel 1684. L'autore degli stalli ha verosimilmente usato un'iconografia da immagini che corredavano una celebre opera agiografica su san Nicola da Tolentino edita nel 1578 e dovuta ad Ambrogio Frigerio.

Le statue dell'altare riproducono, a destra, san Guglielmo d'Aquitania e, a sinistra, il vescovo san Simpliciano. Nella parte superiore dell'altare è collocato un preesistente dipinto, olio su tavola, opera che tradizionalmente veniva attribuita a Defendente Ferrari, ma che recentemente è stata attribuita a Giuseppe Giovenone il Giovane (1524-1608), figlio di Girolamo Giovenone. La tavola raffigura la Vergine col Bambino incoronata da due angeli, posta tra un santo vescovo san Nicola di Bari e i santi Nicola da Tolentino e Giovanni Battista infante.