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La chiesa di S. Agostino a Saliceto
CHIESA DI S. AGOSTINO DI SALICETO
La chiesa di sant'Agostino di Saliceto sorge vicino all'attuale parrocchiale di San Lorenzo. Nel Quattrocento probabilmente qui sorgeva una cappella di cui sopravvivono in condizioni precarie gli affreschi su due lati e sulla volta. Sono affreschi di buona fattura: sulla lunetta di fondo spicca una Crocefissione molto semplice, ma ricca di dettagli, con la Madonna e San Giovanni ai lati della croce.
Sotto la lunetta della Crocefissione si estende un "trittico" che vede raffigurato san Giovanni Battista con in mano un cartiglio e la scritta evangelica "ECCE AGNUS DEI". Il santo è dipinto con un vestito di pelli di cammello, con l'aggiunta di un umile mantello. Sulla destra è raffigurato san Vincenzo Ferrer, come è indicato dalla scritta sottostante l'affresco. Entrambi i santi invitano a guardare al centro verso il crocifisso. La presenza di san Vincenzo permette una possibile datazione post quem, poiché fu canonizzato da papa Callisto III nell'anno 1455.
La parte centrale e più rilevante del "trittico" è senz'altro la bellissima Madonna in trono con Gesù Bambino sulle ginocchia, collocata tra i santi Agostino e Bernardino, quest'ultimo proclamato santo pochi anni prima di Vincenzo Ferrer nell'anno 1450 da papa Niccolò V.
San Bernardino, posto a destra della Madonna indica con l'indice il sovrastante monogramma di Cristo in lettere d'oro, antichissimo, che si prodigò a diffondere in tutta la cristianità (JHS). Nella mano sinistra sorregge un voluminoso libro dalle pagine aperte, dove per ulteriore chiarezza sta scritto "Pater, manifestavi nomen tuum omnibus"
Il dipinto esprime nel volto della Madonna una straordinaria dolcezza e raffinatezza, accompagnate dal gesto elegante della mano destra che stringe delicatamente tra il pollice e l'indice un candido fiore.
Il Bambin Gesù, nudo dalla cintola in su, stringe una rodine nella mano destra che gli becca l'indice della dell'altra mano e dal collo pende un "rametto" di corallo che nel Medioevo era simbolo delle gocce di sangue sulla croce. Era credenza comune che proteggesse dai pericoli e, per questo motivo, era messo al collo degli infanti.
La presenza della rondine allude per certi versi ai Vangeli Apocrifi: in questo caso la leggenda vuole che Gesù Bambino si dilettasse a forgiare uccellini di creta o di fango per poi infondergli la vita con il suo alito divino.
Infine si possono osservare sono i committenti, di piccole dimensioni, ai lati del trono della Vergine, due per lato, che pregano con devozione, inginocchiati umili, che facilmente si riconoscono nella confraternita dei "Battuti Bianchi."