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La chiesa di sant'Agostino a Saluzzo
CHIESA DI S. AGOSTINO DI SALUZZO
Fondata il 13 febbraio 1500 alla presenza del Marchese Ludovico II e della moglie Margherita di Foix con l'attiguo convento, è destinata ad ospitare i Padri Agostiniani e favorire uno dei poli di sviluppo della città fuori le mura, in zona già interessata da insediamenti fin dal 1000. Dalla veduta di Saluzzo annessa al "Theatrum Sabaudiae" del 1682 si può vedere come l'ampia chiesa a tre navate aveva in origine un campanile che superava poco più d'un piano il tetto del tempio e come essa fosse fornita di altari laterali ed affrescature in facciata. Semidistrutta da un incendio, la chiesa è ricostruita a metà 1600: l'edificazione della nuova chiesa è in relazione all'arrivo dei padri Agostiniani Scalzi, che giunsero a Saluzzo nel 1628 per combattere l'eresia calvinista che da più di un secolo tormentava il territorio. La sua costruzione, iniziata nel 1651, fu eseguita sotto la direzione di Amedeo di Castellamonte, grande architetto ed ingegnere che con il padre Carlo lavorava per la corte sabauda.
La chiesa fu terminata nel 1673, ma fu aperta al culto già a partire dal 1652. Durante la guerra di successione austriaca, che durò dal 1740 al 1748 e che ebbe notevoli ripercussioni nel territorio saluzzese, il re Carlo Emanuele III di Savoia, essendosi schierato in favore di Maria Teresa d'Austria, si attirò le ire dei Franco Spagnoli che posero così assedio a Cuneo e si diressero contro Saluzzo. Per contrastare la loro avanzata Carlo Emanuele mise due accampamenti militari nella città e convertì la chiesa ed il convento di S. Agostino in ospedale militare. Gli agostiniani si trasferirono poco distante e con la pace di Aquisgrana, conclusa nel 1748, fu tolto l'ospedale da S. Agostino ed i frati fecero ritorno in loco. Nel 1757 il conte Benedetto Saluzzo della Manta, governatore della città, dà l'avvio a grandi lavori di dipintura dell'edificio: prende così vita la decorazione a trompe-l'oeuil sulla facciata con lo stemma della famiglia dei Saluzzo della Manta che sormonta un'epigrafe datata 1762. La data ricorda i lavori di restauro e la realizzazione degli affreschi interni della volta, opera dei fratelli Alberoni. Nel 1794 Vittorio Amedeo III, temendo le ondate rivoluzionarie francesi, fortificò i punti di confine e fece un deposito per gli approvvigionamenti militari in Saluzzo ed il convento di S. Agostino fu nuovamente trasformato in ospedale. Chiuso repentinamente nel 1796 e soppressi gli ordini religiosi nel 1798, anche gli agostiniani, che erano rientrati nel convento il 24 aprile 1797, furono costretti ad abbandonarlo nuovamente. Nel 1802 in età napoleonica il complesso cessa di esistere come convento e viene affittato dall'ex-agostiniano Costanzo Isasca. La chiesa viene sconsacrata, venduta all'asta ed adibita a magazzini privati e scuderia. Il convento fu convertito in piccoli alloggi ed il cortile del chiostro fu diviso in orti. Nel 1875 fu messa all'asta una parte della chiesa; nel 1878 la chiesa viene acquistata dal vescovo Alfonso Buglioni di Monale. Dell'antico edificio non restava quasi più nulla e dunque il vescovo incaricò Melchiorre Pulciano (ingegnere che a fine '800 restaura e recupera notevoli monumenti in Piemonte secondo lo stile neogotico) di ricostruire l'edificio e l'annesso campanile secondo le forme che oggi possiamo ammirare. Restaurata la chiesa venne chiuso il piazzale antistante con una cancellata in ferro e sull'alto della facciata venne posta la croce in ferro che nel 1848 era stata tolta dalla guglia della torre civica. Riaperta al culto il 28 agosto 1882, dieci anni dopo divenne sede parrocchiale acquisendo la parrocchia dei SS. Marino e Bernardo. Il convento è destinato a Seminario minore (1897).
Importante recupero è il frammento di affresco di Hans Clemer (inizio sec. XVI) raffigurante la Madonna fra S. Agostino e S. Domenico. Diventa chiesa parrocchiale dal 1886. I lavori di restauro eseguiti tra il 1864 e il 1869 permisero l'apertura di quattro nuove finestre nella facciata della chiesa per offrire una migliore illuminazione all'interno. La facciata presenta esternamente una finta architettura eseguita nel 1762. Il campanile settecentesco ha il basamento inglobato nel complesso conventuale e la canna sporgente formata da tre ordini sovrapposti e scanditi da cornici marcapiano. Presenta una particolare cuspide a bulbo rivestita da scandole di ceramica smaltata policroma. Internamente la chiesa si presenta a navata unica con copertura a volta con decorazioni a motivi geometrici e floreali realizzata nel 1762 dai fratelli Alberoni. Al centro è stato raffigurato lo Spirito Santo.
Sulla navata si affacciano due altari e due cappelle. Un altare è dedicato a santa Rita, segue la Cappella de Suffragio in cui gli affreschi delle pareti presentano atti di penitenza e preghiera, misericordia e perdono. Sull'altare c'è una tela che raffigura la presentazione di Gesù al Tempio. Addossato alla parete di fondo si trova l'altare maggiore intitolato a San Nicola e Sant'Anna: sulla mensa è posto il gruppo statuario rappresentante S. Anna che insegna a Maria Fanciulla. Nel 1869 ai lati dell'altare maggiore, in due nicchie furono poste la statua di S. Nicola da Tolentino e quella di S. Giuseppe che tiene in braccio Gesù Bambino. Nel presbiterio si conservano due tele della metà del Seicento che rappresentano scene della vita di S. Nicola. Le pitture sono attribuite alla scuola saviglianese e precisamente alla cerchia del Molineri, in cui si intravede la nuova rinascenza caravaggesca ed il particolare uso della luce. Sulla destra si trova la Cappella dell'Angelo Custode sul cui altare si trova una pala raffigurante Tobia e l'Angelo Raffaele.
Ai suoi lati si levano due statue che raffigurano S. Carlo Borromeo e S. Caterina. Sulla parete destra della cappella c'è il quadro dello Sposalizio della Vergine mentre su quella di sinistra è appesa la Morte di S. Giuseppe. Altri quadri con episodi dell'antico testamento (Agar nel deserto salvata da Javè e Giuditta che consegna il capo di Oloferne) sono disposti più alto.