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Chiesa di santa Rita a Torino
CHIESA DI S. RITA A TORINO
Cascia fu il luogo dove S. Rita visse eroicamente il primato della Grazia, dell' amore e di Cristo: trilogia della teologia affettiva della Scuola Agostiniana fondata nella seconda metà del 1200 dal noto frà Egidio Romano; trilogia che costituisce anche la spiritualità dell'Ordine di S. Agostino. Ma l'eroica virtù, vissuta con ardente desiderio agostiniano da Rita, per secoli rimase circoscritta alla sola Umbria, quasi sconosciuta all'Italia e al mondo. Solo con la canonizzazione, avvenuta agli albori del 1900, i frati agostiniani cominciarono a promuoverne la diffusione, suscitando, ovunque andassero, nel popolo una grande devozione per la figlia spirituale di S. Agostino e S. Monica. In precedenza si trova traccia della devozione a S. Rita, in qualche chiesa, nella quale è stata trovata dipinta la sua immagine. Traccia se ne trova, per esempio, a Torino, dove gli agostiniani furono presenti dal 1452 al 1801.
Durante tale periodo di tempo officiarono anche la chiesa dei Santi Filippo e Giacomo, che, successivamente, dedicarono a S. Agostino. In essa si trova un dipinto raffigurante S. Rita, per cui si presume che ella fosse conosciuta ed onorata da quanti frequentavano la chiesa di S. Agostino ed i frati agostiniani. Ma l'ambiente in cui si affermò fortemente la devozione a S. Rita fu quello della parrocchia di S. Secondo, poco distante dalla stazione di Porta Nuova, grazie a Monsignor Giovanni Battista Pinardi e al suo giovane coadiutore don Giovanni Baloire. Nel 1924, i due sacerdoti, con grande devozione, celebrarono per la prima volta i quindici giovedì di S. Rita, con grande afflusso di parrocchiani, ma anche di Torinesi provenienti da ogni parte della città e dintorni. Per la prima volta numerosi devoti in preghiera sostarono davanti all'immagine della Santa; dipinta dall' artista Giovanni Crida, esposta nella chiesa di S. Secondo. Da lì in poi, la devozione a S. Rita cominciò ad essere devozione torinese, tanto che nel mese di febbraio del 1925 fu fondata la compagnia dei "devoti di S. Rita da Cascia", alla quale aderirono molti devoti e non solo torinesi. Lo stesso anno si diede anche inizio alla pubblicazione di un bollettino d’informazione ritiana. Per l’occasione, la grande artefice della diffusione dell'eroica virtù "della perla dell'Umbria" in Italia e nel mondo, Madre Teresa Fasce, badesse del Monastero di Cascia, inviò a Monsignor Baloire il seguente caloroso messaggio augurale: "Mi rallegro di cuore per l'onore e la venerazione che con tanto zelo procura alla nostra gloriosa Santa Rita.
Tutte in comunità preghiamo per la S. V. per quanto le sta a cuore, fiduciose che la Santa benedica dal Cielo l'opera intrapresa in suo onore". Incoraggiati da tale messaggio, nel 1926, i numerosi devoti organizzarono un grande pellegrinaggio a Cascia. Successivamente l'iniziativa fu sospesa, poiché nacque l'idea di costruire un santuario dedicato alla santa. L'annuncio venne dato sul bollettino pubblicato nel mese di marzo del 1926, precisando che "in Torino la Santa degli impossibili deve avere degna glorificazione; dare assistenza religiosa ad una vastissima zona della città deserta di chiese; poter moltiplicare le sue grazie e le sue consolazioni". L'idea di erigere il Santuario sbocciò ai piedi dell'unico altare esistente nella parrocchia di S. Secondo, eretto nella primavera del 1925. Quando Monsignor Baloire manifestò il progetto a Monsignor Pinardi, questi, con gioia, ma anche con grande preoccupazione, rispose: "Affronti un'opera ardua, che ti domanderà lavoro e sacrifici; ma un'opera di grande merito ... Ti sarò sempre vicino. Coraggio! Santa Rita ti benedirà".
Il progetto fu disegnato dall'ingegnere Giulio Valotti. Monsignor Baloire, proprio come Madre Teresa Fasce, era convinto che "con tanti milioni si può fare un grandemente brutto edifico, con mezzi limitati l'artista crea un capolavoro". E Valotti creò un vero capolavoro, nonostante gli attacchi, le critiche e l'invidia. Il 30 giugno del 1929 Monsignor Pinardi, con il cuore traboccante di gioia, benedisse l'inizio dei lavori del tempio "nel campo dove ancora pascolava un candido branco di pecore", alla periferia della città. Mentre i lavori procedevano non senza difficoltà, nel 1933 fu lanciata l'idea di forgiare una gigantesca statua, tutta in argento massiccio. L'iniziatiava ebbe molti consensi. Una grande quantità di oggetti preziosi fu messa a disposizione dello scultore Luigi Aghemo perché realizzasse l'ambito progetto. Il 12 maggio del 1935 la statua di S. Rita era pronta. Venne benedetta durante una solenne funzione liturgica, in presenza di migliaia di devoti accorsi per l'occasione alla nuova chiesa. Il Santuario, ultimato, si presenta bello ed imponente. L'esterno è di pietra di Luserna.
E' un compendio di stile romanico con quello gotico-medioevale. Nel nuovo tempio venne trasportato in processione per le strade di Torino l'artistico quadro di S. Rita dell'artista Giovanni Crida dalla parrocchia di S. Secondo. A cinque secoli dalla morte della Santa delle rose; 1'11-5-1957, il nuovo tempio venne solennemente consacrato dal Cardinale Arcivescovo Maurilio Fossati. Pio XII, in riconoscimento di meriti acquisiti, nominò il canonico Giovanni Baloire Promotore del Santuario, il secondo in Italia dedicato alla grande donna di Cascia.