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Chiese agostiniane: Bisceglie

Immagine della chiesa di sant'Agostino di Bisceglie

Chiesa di S. Agostino a Bisceglie

L'arrivo delle spoglie di Agostino nella chiesa di sant'Agostino di Bisceglie

Le spoglie di Agostino a Bisceglie

 

 

CHIESA DI S. AGOSTINO DI BISCEGLIE

di Marcello Pellegrino

 

 

 

La chiesa di S. Agostino è da tutti conosciuta come "La Cappella". Questo nome si estende anche al rione e in passato indicava la chiesetta di S. Maria delle Grazie, situata nello stesso luogo dove poi sorse la Chiesa di S. Agostino. Mancano notizie relative alla costruzione di questa chiesetta e solo dalla metà del sec. XVI, si hanno notizie sulla sua esistenza. Pare che la chiesetta fosse di proprietà dell'Episcopio. In questa piccola chiesa due Vescovi avevano predisposto la propria tomba. Nelle sue vicinanze era stata avviata la costruzione di una villa per la residenza estiva del Vescovo, probabilmente per la calma e la tranquillità del luogo, ideale sia per il riposo in vita che dopo la vita.

Nel 1711 Santa Maria delle Grazie con l'incompiuta villa fu ceduta dalla Mensa Episcopale ai Francescani Minori Conventuali, presenti a Bisceglie da molto tempo. Infatti S. Francesco aveva edificato nel 1222 il primo convento, annesso alla chiesa di SS. Annunziata, nel Borgo, poi demolito prima della fine del '400 per favorire la costruzione di mura più solide per la difesa dai Turchi. In seguito i Conventuali costruirono un nuovo convento all'interno delle mura di cui si appropriarono nel 1711 le Clarisse, inducendo i frati a vendere loro l'edificio e a comprare la chiesetta di Santa Maria delle Grazie e l'incompiuta casa estiva della Mensa Vescovile.

I frati si accontentarono di svolgere le funzioni religiose nella chiesetta, mentre si occupavano della costruzione del nuovo convento. Il 18 settembre del 1809 il Governo francese occupante decretò la soppressione del convento, incamerando l'edificio; con la restaurazione l'immobile passò nelle mani dei Borboni, che lo donarono ai Domenicani di Trani, poiché i Minori Conventuali avevano abbandonato Bisceglie. I nuovi proprietari nel 1828 cedettero in convento agli Eremitani di S. Agostino. Questi erano già presenti nella città biscegliese da circa tre secoli e avevano avuto un loro convento dal 1546 al Largo del castello con l'annessa chiesa di S. Maria Incoronata. Anch'esso era stato soppresso dal Governo francese, riaperto nel 1821 dopo la restaurazione. Nel 1828 essendo questo convento angusto e la chiesa pericolante lo abbandonarono stabilendosi nel convento di S. Francesco di nuova costruzione, rilevato dai Domenicani di Trani. Nei primi anni svolsero le pratiche religiose nella chiesetta di S. Maria delle Grazie, in seguito decisero di rifarla.

La decisione fu approvata nel 1840 dal Vicario Generale degli Agostiniani "Padre Giovanni Crisostomo Matemucci", venuto in visita à Bisceglie. Il 31 Marzo del 1841 cominciarono i lavori di demolizione della cappella, per costruirvi nello stesso luogo una chiesa più grande. L'architetto fu Vincenzo Mastrapasqua di Giovinazzo. La chiesa dedicata a S. Agostino fu completata nel 1845 e benedetta il 12 dicembre del 1846. La presenza degli Agostiniani nel convento e nell'annessa chiesa durò solo per 15 anni, infatti nel 1861 la comunità fu soppressa. La chiesa corse il rischio di essere sconsacrata.

Ma avendo dimostrato il consigliere delegato della cassa ecclesiastica, a cui era stata consegnata, l'impossibilità di chiederla per la grande diffidenza del popolo, la chiesa fu affidata ad un Agostiniano, per rendere omaggio all'ordine che l'aveva edificata. In seguito alla soppressione della comunità erano mutate le condizioni economiche della chiesa, che non poteva per l'incameramento dei beni far fronte alla spesa del culto e delle beneficenze. Questa situazione spinse i rettori nominati a dimettersi e non essendo riuscita l'asta pubblica per la vendita dell'immobile anche la chiesa fu data al Comune. Il convento fu sede prima del Ginnasio Regio, poi della Scuola Tecnica Commerciale e infine del Ginnasio Comunale e di un gruppo di classi elementari e della Direzione didattica. L'edificio era vasto e soleggiato, fu venduto dal Comune alla Casa della Divina Provvidenza cioè all'opera di Padre Uva nel 1931. La chiesa ormai ceduta al comune rischiò di essere sconsacrata, perché il Prefetto di Bari aveva chiesto di conoscere quali chiese degli Ordini religiosi soppressi fossero di assoluta necessità per il culto. Il sindaco nella sua relazione aveva affermato la necessità che tale chiesa rimanesse aperta al culto, perché circondata da molti rioni e per la grande affluenza del popolo soprattutto nei giorni di festa, Successivamente il Prefetto delega il Comune di affidarla a qualche congregazione religiosa, se non volesse assumersi le spese dell'officiatura.

Il Comune cedette l'incarico e con le relative spese del culto alla Confraternita dell'Immacolata Concezione, che già dalla fondazione della chiesa celebrava i suoi riti ad un altare riservato della chiesa. Ma il Prefetto non accettò la decisione del Comune di affidare la chiesetta ad una confraternita e come alternativa propose la sua chiusura. E dopo svariate lotte tra Prefettura e Comune, i Biscegliesi ebbero la meglio, e la chiesa rimase aperta al culto ed affidata alla Confraternita dell'Immacolata Concezione fino al 1892. Dopo la soppressione nel 1891 dell' Abbazia di S. Nicolò, aumentarono i rioni, facenti parti dell' Arcipretura della Cattedrale, divenuta troppo vasta. Questo spinse l'Arcivescovo a chiedere al Prefetto della Sacra Congregazione del Concilio la creazione di due Vicarie, che non avrebbero sminuito la giurisdizione della Cattedrale, ma ne sarebbero state dipendenti. Queste Vicarie hanno avuto sede nella Chiesa della Madonna della Misericordia ed in quella di S. Agostino rispettivamente verso ovest alla posizione della Cattedrale. Il progetto fu approvato e l'officiatura della chiesa passò dalla Confraternita dell'Immacolata Concezione al Vicario Curato nominato dall' Arcivescovo. In seguito le due Vicarie furono soppresse e furono istituite le Rettorie Curate, e fu nominato Rettore Curato di S. Agostino con Bolle dell' Arcivescovo del 6 novembre 1911 don Uva. Dopo esser stato nominato Rettore e dopo aver ricevuto il possesso di modesti beni della Parrocchia, don Uva rivelò ben presto le sue capacità e l'impegno pastorale animato da una profonda fiducia in Dio e dello slancio di carità verso il prossimo: per la chiesa egli intentò un giudizio contro il Fondo per il Culto al fine di ottenere il supplemento di congrua come beneficio parrocchiale e le spese di culto come chiesa ex conventuale.

Ma il tribunale respinse le sue richieste perché tale supplemento non era concesso ai titolari di parrocchie erette dopo la legge del luglio 1866 eccetto che in casi di necessità, stabiliti dal governo. Inoltre l'Avvocatura Erariale in difesa del Fondo del Culto aveva rilevato che la chiesa di S. Agostino non era parrocchiale, essendo stato soppresso il convento nel 1861. Don Uva tentò la via amministrativa, dopo il fallimento di quella giudiziaria, ma anche questa si rivelò improduttiva perché le due Rettorie istituite non erano state elette parrocchie autonome, pertanto egli non poteva ottenere il supplemento di congrua. Gli insuccessi non fermarono don Uva, che continuò la sua battaglia imperterrito; egli comprese che se si fosse abolita la legge che vietava la concessione del supplemento alle parrocchie istituite dopo il 1866 e nello stesso tempo si fosse chiesto con un Decreto Arcivescovile l'abolizione della Rettoria e l'istituzione della Parrocchia egli avrebbe ricevuto il supplemento di congrua. Questo poteva comunque avvenire con la ratifica della Bolla Episcopale ad opera di un Decreto Regio.

Egli dovette aspettare molto tempo ma riuscì nel suo intento e nel luglio del 1919 fu concesso il supplemento di congrua con un nuovo Decreto, animato da una profonda fiducia nel Signore. Ricorse all'aiuto degli uomini e convinto che gli ostacoli danno un significato alla vita degli uomini, perché stimolano, e ogni ostacolo è annullato da Dio. Il 4 luglio del 1919 egli fu nominato titolare della nuova Parrocchia.