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Chiesa di S. Agostino a Taranto
CHIESA DI S. AGOSTINO DI TARANTO
A novembre 2007 è stata riaperta dal parroco della cattedrale monsignor Marco Morrone, la chiesa di Sant'Agostino, in città vecchia. Gli interventi eseguiti sull'edificio sacro hanno richiesto la sostituzione del pavimento e la ripulitura del soffitto e della facciata. Posto agli inizi di via Duomo, il luogo di culto si raggiunge attraverso un vicolo intitolato al santo d'Ippona. L'originaria edificazione della chiesa pare sia avvenuta sulle rovine del tempio di Venere, di cui nel '700, fu rinvenuta un'ara, durante scavi nelle case vicine. La costruzione della chiesa e dell'annesso convento risale al 1402, gli Agostiniani si insediarono in città. Con la soppressione degli ordini religiosi del 1809, il convento fu adibito a caserma per le truppe di passaggio.
La facciata della chiesa è d'epoca settecentesca ma con un'interpretazione locale del rococò; in basso, due nicchie con le statue di Sant'Agostino e della madre, Santa Monica. Il soffitto ligneo originario andò distrutto durante i bombardamenti della seconda guerra mondiale. La riapertura, dopo i lavori di restauro, avvenne solo nel 1956 durante l'episcopato di mons. Ferdinando Bernardi. L'interno si presenta a navata unica, con un'arcata trionfale che immette sul presbiterio. Vicino all'ingresso è visibile la tomba del grande umanista Tommaso Nicolò D'Aquino (1665-1721) autore delle "Deliciae tarantinae", cui è dedicata la più importante via cittadina. Dopo il gruppo statuario rappresentante la Pietà, si osservano una di seguito all'altra le tre cappelle di destra.
Sono intitolate a: Sant'Antonio da Padova, al Crocifisso (costruita dalla famiglia Calò) e alla Madonna della Cintura sostituita dalla Madonna dei Fiori.
A sinistra dell'altare maggiore, sovrastato dalla statua di Sant'Agostino, le cappelle dedicate a San Nicola da Tolentino, al Cuore di Gesù e a San Gaetano da Thiene. Il tempio ospita anche la statua di Sant'Anna e quella della Santissima Trinità, un tempo venerata nell'omonimo tempio in Città vecchia, poi demolito per far posto alle colonne doriche.