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S. Agostino vecchio ad Alghero
CHIESA DI S. AGOSTINO DI ALGHERO
Scarse sono le notizie sicure storicamente circa le sue origini. Tuttavia è accertata la sua esistenza già dai primi anni del 1400. La chiesa è aperta solo nel mese di agosto e il suo interno è piuttosto severo e spoglio. Non ci sono preziosi altari o affreschi di pregio, ma solo un povero altare in pietra arenaria e due statue, una raffigurante Sant'Agostino, l'altra un angelo. Il fascino di questi poveri arredi consiste proprio nella loro semplicità e nell'atmosfera che si respira al suo interno.
La statua di sant'Agostino è posta alla sinistra dell'altare: il santo vi è rappresentato con un classico gesto del braccio destro sollevato mentre tiene in mano il cuore. L'opera non è datata, ma i tratti e le numerose imperfezioni stilistiche riportano ad un'origine settecentesca e la mano di un artigiano locale. Anche sant'Agostino "nuovo" custodirebbe il corpo di una martire uccisa nell'anno 300 dal preside Barbaro: si tratta di Santa Florentina, convertitasi grazie all'intervento di San Sisinnio e per questo martirizzata.
All'interno della chiesa non vi sono riferimenti alla Santa, ma nulla smentisce l'antichissima tradizione. Oggi inserita nel quartiere che porta il suo stesso nome, la chiesa di Sant'Agostino è la seconda intitolata al grande dottore della Chiesa, anche se l'originaria dedicazione era quella di San Rocco e Sebastiano, realizzata presumibilmente intorno al 1400 e reintitolata a sant'Agostino circa un secolo più tardi, quando in essa si insediarono i padri agostiniani, costretti a lasciare Santa Maria degli Angeli (posta a poca distanza dalle mura) nel 1528 poiché demolita per ragioni militari.
Un'altra interessante notizia ci arriva da Cecilia Tasca che ha condotto uno studio sulla presenza degli Ebrei in Sardegna. La studiosa afferma che gli abitanti cristiani di Alghero lamentavano disagi per la vicinanza del fossar (il cimitero ebraico) ai loro orti ed alle loro vigne nella zona detta Lo Reyal. Allora il re impose di farlo trasferire "... al di fuori del centro abitato, ed esattamente verso la chiesa di S. Agostino lungo la via che conduceva al mare, dove la terra era infruttifera". E infatti quella è la zona delle cave di pietra, dove il terreno non era coltivabile.
Un altro documento riportato da Sechi Copello conferma l'origine dell'aggettivo "vecchio" dato a sant'Agostino della Pietraia. Nel 1583 il vescovo monsignor Bacallar enumera le processioni che si svolgevano in città per sciogliere i voti fatti in ricordo di eventi legati alle pestilenze e dice: "Il giorno di San Sebastiano a 20 gennaio, vanno i Consiglieri in processione, ed ascoltano la messa in sant'Agostino."
Sechi Copello ci dà anche un'altra informazione, quando dice che la chiesa di S. Agostino vecchio era il "luogo dove solitamente si incontravano le personalità che arrivavano nella piazzaforte". Così avvenne anche nel 1664 quando arrivò ad Alghero il Viceré e capitano Generale del regno Nicolò Ludivisio che giungeva da Sassari. Nel pomeriggio il vescovo con il Capitolo e i consiglieri gli andarono incontro presso la chiesetta. Quando l'ospite andò via, due giorni dopo, venne riaccompagnato a S. Agostino.