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Chiese agostiniane: Forza d'Agrò

La chiesa di Forza d'Agrò

Facciata della chiesa di Forza d'Agrò

 

 

CHIESA DI S. AGOSTINO DI FORZA D'AGRO'

 

 

 

La chiesa è nota anche come chiesa della SS. Trinità, ma la presenza di un convento agostiniano ha imposto la consuetudine di chiamarla chiesa di sant'Agostino. L'edificio ha subito un restauro nel 1576: lo testimonia una scritta che si scopre sull'arco del portoncino di accesso al campanile nonchè sull'architrave del portone d'ingresso alla chiesa. L'accesso all'edificio religioso è assai bello poichè è preceduto da una scalinata e dal grande portone durazzesco che introduce al piazzale detto della Triade, che si sviluppa in una zona panoramica sopra il paese.

Caratteristico é pure il campanile, che termina con una cuspide avente forma di piramide a base ottagonale ed i cui lati sono "percorsi" da una serie di fori con bordo sporgente. La facciata della chiesa, orientata a sud-ovest, quasi sicuramente è stata ristrutturata da un preesistente edificio quattrocentesco di cui ha inglobato alcune parti che hanno richiesto un paziente lavoro di "decorazione", per esempio nel portone d’ingresso al tempio e nelle bugne e nelle lesene che si interrompono ad una certa altezza. Il campanile, dalla cuspide terminale a forma di piramide a base ottagonale, ha un aspetto originale e caratteristico. All'interno, sul frontale di una arcata che sorregge il coro si legge ancora una scritta del 1748 che ricorda un certo Giuseppe Giardina:

 

SUMPTIBUS CONPRN /

D: JOSEPH GIARDINA PRON /

ANNO DNI MDCCXLVIII.

 

In mezzo all'arcata di trionfo, una seconda scritta esplicita la dedicazione della chiesa: TRINO UNI DEO. In origine il pavimento, si presentava con una speciale decorazione dove le mattonelle si alternavano a colori bianchi e neri. L'icnografia presenta una chiesa a navata unica dove la ricchezza delle decorazioni dei quattro altari si contrappone alla semplicità e al nitore delle pareti bianche. Alcuni altari sono caratteristici per le strutture in legno colorate di blu oltremare con fregi d’oro pallido, fanno con le pareti bianche e prive di decorazioni, se si escludono il cornicione e gli "angioletti alati". A destra si può ammirare un eccellente pulpito di legno, prima di passare, attraverso una piccola porta prima al chiostro e poi alla sagrestia del convento. Tra le opere d'arte conservate nella chiesa di particolare pregio è una tela di modeste dimensioni di autore ignoto che raffigura una Madonna con Bambino, incastonata in una cornice dorata in legno "scolpito" e maestosa con i suoi angioletti che sorreggono una grande corona.

A fianco, un quadro di grandi dimensioni mostra la Madonna che appare a S. Agostino e a S. Monica, d'autore ignoto. Sulla sinistra invece si può scoprire un bel San Tommaso di Villanova, agostiniano e arcivescovo di Valencia, esaltato per la sua opera in favore di oppressi e poveri. Fra gli altri quadri presenti vanno citati un Sant'Alessio morto dono delle eredi Paguni (le sorelle Giuseppa, Concetta ed Angela), un Cenacolo e soprattutto la Visita dei tre angeli ad Abramo, che a buon diritto può essere considerato l'emblema della ospitalità forzese. Questa chiesa per secoli è stata proprietà della Confraternita della SS. Trinità, che aveva la sua sede presso lo stesso edificio. Nel giorno della Festa della SS. Trinità è consuetudine offrire agli ospiti delle piccole ciambelle, dette "cuddure", che poi vengono esposte come protezione della casa dai temporali.

I Monaci di S. Agostino avevano stretti legami con la chiesa della Triade e, quindi, con la Confraternita della SS. Trinità, che ne era la proprietaria.

Gli uni e gli altri erano dipendenti all'Archimandrita. Nonostante la costruzione del cenobio di S. Agostino a lato della Chiesa della Triade, è stata quindi sempre la confraternita a mantenere il possesso della chiesa continuando a svolgere una notevole attività artistica e religiosa, almeno fino al 1960 circa quando la Curia di Messina ha preso possesso dell'antica chiesa forzese.