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La probabile posizione della chiesa di Sant'Agostino a Messina
CHIESA DI S. AGOSTINO DI MESSINA
La chiesa di Sant'Agostino con l'annesso convento dei frati dell'Ordine agostiniano, distrutta nel 1908 da un terremoto, era ubicata lungo la strada denominata Dromo o «via dei Monasteri».
Monaci di regola agostiniana giunsero in Sicilia verso il 439 fuggendo dall'Africa ove erano sottoposti alle persecuzioni dei Vandali. Un gruppo di monaci si stabilì sulle alture occidentali di Messina, precisamente sulla collina denominata «Scirpi».
Il trasferimento dell'insediamento monastico nel nucleo cittadino si colloca in epoca posteriore. Solo nel 1387 è nota la documentazione relativa ala cessione ai religiosi dell'oratorio di San Cristoforo e di un palazzo ubicati vicino alla «via dei monasteri». Il palazzo venne concesso dalla contessa Pasca Romano Colonna. La chiesa fu ricostruita sotto il titolo di sant'Agostino e amministrata dagli Agostiniani conventuali.
Nel 1593 un incendio distrusse il convento che venne ricostruito nel 1601. Il Senato di Messina contribuì nel 1635 al suo potenziamento e al suo ingrandimento. Nel corso della dominazione spagnola appartenevano agli agostiniani la chiesa di Santa Restituta nel «Piano di Terranova» e il convento annesso; la chiesa dei Santi Cosma e Damiano e il convento annesso; la chiesa della Santissima Annunziata alla Zaera e il convento annesso e la chiesa di San Giovanni Decollato nel «Piano di Terranova».
L'interno della chiesa aveva diverse cappelle e altari fra cui si ricordano: l'altare della Vergine con la statua raffigurante la Vergine col Bambino, la Cappella Calvo nella cui sopraelevazione si trovava il dipinto raffigurante la Presentazione, opera di Cesare Di Napoli. A seguire esisteva la Cappella Abate con un altare del 1670 con un bassorilievo marmoreo raffigurante la Natività, opera di Rinaldo Bonanno. Al 1603 risale il Mausoleo di Giovanni Abbate e al 1670 quello di Gabriele Abbate Sull'altare maggiore era posto un quadro opera di Stefano Giordano. A seguire si trovava il Sepolcro di Leonardo Testa, filosofo e medico; la Lapide di Vincenzo Ferrarotto giureconsulto. Nella chiesa era ospitata la tomva del pittore Antonino Alberti. Nella Cappella Cicala, infine, si trovavano diversi manufatti marmorei, commissionati per le sepolture nella cappella gentilizia patrocinata dalla famiglia Cicala, opere di Giovanni Angelo Montorsoli.
Sulle pareti si conservavano numerosi quadri seicenteschi fra cui un San Cono, dipinto ad olio, opera di Andrea Suppa, un Sant'Agostino, dipinto da Alonso Rodriguez, una tela con i santi Cosma e Damiano, opera di Deodato Guinaccia, un Angelo Custode, opera di Giovanni Simone Comandè e Alonso Rodriguez. Erano presenti infine una Disputa di Gesù nel tempio, opera di Alfonso Franco e una Madonna della Pietà, manufatto marmoreo, opera di Lorenzo Calamech.
Il convento fu il primo in Sicilia ed era soggetto solo al Generale dell'Ordine.