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Il complesso di sant'Agostino a San Gimignano
CHIESA DI S. AGOSTINO DI SAN GIMIGNANO
Gli eremiti dell'Ordine di S. Agostino vennero a San Gimignano grazie all'intervento di Brogio del fu Michele, che nel 1272, per testamento, lasciò loro una serie di proprietà fra cui un podere con nove pezzi di terreno a Racciano, un podere con sette pezzi di terreno a S. Lucia ed altri beni immobili, tra cui un palazzo con torre in via S. Giovanni. Queste proprietà dovevano essere alienate per costruire nel luogo da essi prescelto una chiesa e un convento (Chartularium Conventus sanctì Geminiani Ordinis Eremitanim S. Augustini, a cura di P. Saturninus Lopez O. E. S. A, Romae MCMXXX pp. 7-10). In Toscana in quest'Ordine che era stato istituito il 16 dicembre 1243 da Innocenzo IV furono convogliati numerosi eremiti.
Essi seguivano la regola di S. Agostino, avevano un unico priore generale, al quale dovevano prestare obbedienza (David Gutierrez OSA, Storie dell'Ordine di S. Agostino, Volume I, parte prima: gli Agostiniani nel Medioevo (1256-1355), Roma 1986, pp. 56-67). In Toscana gli eremiti di S. Agostino erano divisi nelle tre province di Lucca, di Pisa e di Siena. Nel 1256 Alessandro IV a questa congregazione eremitica toscana unì altre quattro congregazioni eremitiche: quella di San Guglielmo; quella di Fra Giovanni Bono; quella di Favale e quella di Brettino.
Il 9 luglio 1272 Fra Clemente, priore generale degli agostiniani, prese possesso del podere di Racciano e vi introdusse una piccola comunità di Agostiniani, che si stabiliscono nella casa di Brogio del fu Michele. In base alle disposizione testamentarie furono costruiti una chiesa ed un convento. Ma nel 1279 nulla era stato ancora fatto. Il 1 ottobre di tale anno infatti gli Agostiniani di Racciano incaricano Ranieri di esigere dal prevosto della pieve di San Gimignano, esecutore testamentario di detto Brogio, il denaro della vendita di alcuni beni immobili, che era destinato alla costruzione in Racciano della chiesa e del convento. Nel 1280 Fra Ventura, priore di Racciano, da parte del convento agostiniano, ed il canonico M. Bindo, eletto dal capitolo dei canonici della pieve, determinano il luogo entro le mura della città dove dovrà sorgere la nuova chiesa con annesso convento. Quello stesso anno ebbero inizio i lavori.
Icnografia di sant'Agostino
Il 10 novembre 1280 intervenne di nuovo il vescovo di Volterra Raniero concedendo l'indulgenza di 40 giorni ed altri benefici spirituali a coloro, che con offerte o manodopera contribuissero alla fabbrica della nuova chiesa, intitolata alla S. Croce e a S. Agostino. Tra i benefattori merita di essere ricordato il Beato Bartolo Buompedoni. Nel 1298 la chiesa venne consacrata dal cardinale Matteo d'Acquasparta, vescovo di Porto e S. Rufina, legato apostolico in Toscana. Nella stessa circostanza fu consacrato il cimitero dei frati, adiacente alla chiesa, ed il nuovo convento con le officine. L'interno della chiesa, in stile romanico con elementi gotici (finestroni e cappelle del presbiterio) è costituito da un'unica grande navata, che termina con le tre cappelle con volte a sesto acuto del presbiterio.
Chiesa di sant'Agostino
Tra le due cappelle della contra-facciata nel 1916 fu costruito un arco con la volta allo scopo di sistemarvi la sovrastante cantoria con organo. Nel corso dei secoli XIV - XVI la chiesa si arricchì di pregevoli opere d'arte. Completa l'edificio il campanile, su cui vi è una campana, fusa nel 1241, donata nel 1955 dal gen. Marri Gagiotti. Soppressa nel 1782 dal Granduca di Toscana, Pietro Leopoldo, la Congregazione di Lecceto, alla quale il convento di san Gimignano era unito, questo fu annesso alla provincia di Pisa e vi rimase finché la vita regolare fu interrotta con la soppressione napoleonica del 1809. Nel secolo XIX il locale fu adibito ad abitazioni private; la chiesa veniva ufficiata da un sacerdote secolare; per alcuni anni fu anche sede della parrocchia di S. Michele a Casale. Nel 1861 i Camaldolesi abbandonarono la Badia sulle Balze di Volterra e si trasferirono in un appartamento di piazza S. Agostino: in questa chiesa celebravano la liturgia fino alla loro estinzione agli inizi del secolo XX.
Nel 1927 gli Agostiniani vi ritornarono ed istituirono il Noviziato per tutte le province d'Italia. All'interno della chiesa si conserva uno splendido ciclo di affreschi di Benozzo Gozzoli che narrano la vita di sant'Agostino. Gli affreschi furono eseguiti da Benozzo Gozzoli e dai suoi allievi negli anni 1464-1465 su committenza del priore Fra Domenico Strambi. Eleganti pilastrini, opera di Giusto di Andrea, decorati alcuni con putti e racemi ed altri con fogliame stilizzato, separano i vari episodi. Pur collocato tra lo sfarzoso Corteo dei Magi della cappella Medici di Firenze (1459) e l'imponente ciclo del Camposanto di Pisa (1469), per la sua semplicità questo ciclo si avvicina a quello di Montefalco (1452). I paesaggi idilliaci, le limpide architetture rinascimentali, i personaggi colti dal vivo riflettono la cultura classica del committente.