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Chiesa di sant'Agostino a Monte San Savino
CHIESA DI S. AGOSTINO DI MONTE SAN SAVINO
La chiesa di Sant'Agostino si affaccia sulla piazza di Monte San Savino nell'aretino, dirimpetto al battistero di San Giovanni. Venne costruita nel Trecento dagli agostiniani in stile gotico-umbro con una facciata a capanna in pietra bigia in cui spiccano, divisi da un cornicione, un registro superiore con l'occhio strombato e un registro inferiore con il ricco portale archiacuto con eleganti colonnine tortili che risente di influssi dello stile gotico umbro. La porta lignea a formelle è del secolo XV. La chiesa subì diverse ristrutturazioni. Uno fra gli interventi più significativi fu quello operato da Sansovino che nel 1525 addossò alla contro facciata della chiesa una cantoria in stile gotico e infine la chiesa fu rimodernata nel Settecento. Al suo interno si conservano varie opere d'arte. Di un certo interesse è la bella vetrata del rosone che è stata istoriata dalla bottega di Guillaume de Marcillat con un lavoro forse di Maso Porro con una rappresentazione di Sant'Agostino fra due angeli, opera del 1524. La torre campanaria a base quadrata con un bulbo a cappello sulla sommità è del secolo XIX.
L'interno
La chiesa si presenta a navata unica con tetto a capriate nella prima campata, finestroni a monofora, quattro altari laterali in stucco, volta a crociera nella seconda campata e presbiterio con volta a botte dipinta. Appoggiato alla controfacciata si trova il vestibolo o atrio, di lineare armonia, costituito da tre arcate con cornici sagomate su due colonne ioniche scanalate e campate con volte a vela. La soprelevazione del vestibolo che fu eseguita nel secolo XVIII presenta una loggia in stucco con volte a crociera e timpano affrescato. In questa zona sono conservate due tele del 1600 con immagini di Sant'Antonio. Nella graziosa cantoria lignea intagliata e dorata della fine secolo XVI era già sistemato un organo cinquecentesco di Dionisio Romani.
Un dipinto del Vasari che raffigura l'Assunta si trova sull'altare maggiore; altre pitture sono ascrivibili a Orazio Porta fra cui una Natività e un'Adorazione dei Magi.
Al Quattrocento risalgono alcuni affreschi che si conservano nella contro facciata e nelle pareti laterali e che sono attribuiti a Giovanni d'Agnolo di Balduccio e a P. Schiavo. In questa chiesa fu sepolto nel 1529 il Sansovino, di cui si conserva, sulla parete sinistra della navata, la lastra tombale. La struttura della chiesa deve molto all'opera del Sansovino, che progettò anche il chiostro attiguo alla chiesa. La sua realizzazione dimostra la grande dell'artista che, pur lavorando su una pianta molto irregolare, riuscì a fondere architettonicamente gli ambienti ottenendo una splendida armonia e gradevolezza di forme.
Sempre al Sansovino va attribuito il portale del Battistero di San Giovanni, che sorge nella stessa piazza e che fu chiesa della compagnia dei Neri. Di questa chiesa così scrive Mario Salmi: «Venne edificata dagli agostiniani con una graziosa facciata in pietra bigia, animata da lesene d'angolo e da un avancorpo mediano nel quale campeggia la porta che, per la struttura e per certe nervose eleganze gotiche, rammenta l'architettura umbra del ‘300. La chiesa fu rialzata e ingrandita nei primi del sec. XVI e trasformata ancora nel secolo XVIII; ma qualche abbellimento cinquecentesco vi rimane ancora, come la pila marmorea e l'elegante coretto ionico – o "tramezzo" come dice il Vasari – addossato al muro interno della facciata da Andrea Sansovino; la bella vetrata nell'occhio, figurante S. Agostino e due angeli, intonata ad una calda armonia di colori dal famoso pittore di vetri Guglielmo de Marcillat e dal suo discepolo Maso Porro (1524-25), ed una grande Assunzione del Vasari (1537-38).
I dipinti
Nella parete della contro facciata si può ammirare una Presentazione al tempio e Adorazione dei Magi, affresco attribuito a Giovanni d'Agnolo di Balduccio, seguace di Spinello Aretino.
Lungo la parete destra della chiesa in successione si possono ammirare numerosi quadri disposti nella diverse cappelle che affacciano alla navata centrale. Anzitutto spicca un bel San Lorenzo con scene della sua vita, affreschi di scuola di Spinello Aretino della fine secolo XIV e quindi ordinatamente:
1° altare destro: dietro la statua della Vergine si trova una nicchia che conserva una tela della Madonna del Buon Consiglio posta in una cornice traforata che risale alla seconda metà del Settecento. Nella cimasa dell'altare si osserva un buon tondo dipinto nell'Ottocento che raffigura San Giovanni Evangelista che reca un cartiglio dove è riportata una frase della Genesi.
2° altare destro: grande statua del Sacro Cuore di Gesù e poi ai lati dell'arcata che delimita la seconda campata si possono osservare gli stemmi settecenteschi della famiglia Galletti fra i cui esponenti vengono qui ricordati Alessandro vescovo di Volterra e Domenico cavaliere di S. Stefano.
Sempre nella seconda campata, sopra gli stalli del coro ligneo, è visibile un quadro con La Vergine in gloria e santi. La scena rappresenta la Fuga in Egitto. Già attribuito a Niccolo Soggi poi a Domenico Pecori, la critica moderna vi vede una certa influenza signorelliana e più precisamente del Genga.
Lungo la parete di sinistra si nota una Resurrezione di Cristo di Grazio Porta dipinta nel 1581. Sotto il dipinto si trova la porta che immette nel chiostro del convento detto del Sansovino.
Nel secondo altare di sinistra si può ammirare una scultura lignea policroma (sec. XVII) che raffigura il monaco agostiniano San Nicola da Tolentino. Un piccolo pulpito ligneo intagliato e dorato (opera del 1642) di forma rettangolare, provvisto di tettuccio e sorretto da mensole intagliate a forma di arpie, presenta anteriormente uno stemma vescovile agostiniano e all'interno due tavole, che fungevano da sportelli, che propongono L'Annunciata e L'Angelo annunciante. Sono opera di Grazio Porta e risalgono circa al 1570.
Segue la lastra tombale di Andrea Sansovino, il celebre scultore ed architetto di San Savino: vi sono scolpiti lo stemma gentilizio dei Sansovino (tre monti sovrapposti sormontati da un compasso) e un'iscrizione in cui si legge, fra l'altro, ANDREAE SANSOVINO SCULPTORI.
Nel primo altare di sinistra si osserva una moderna immagine oleografica di Santa Teresa. Nella cimasa si conserva un tondo con dipinto seicentesco che riproduce S. Nicola da Tolentino. In quest'area si scoprono dipinti quattrocenteschi fra cui un affresco frammentario, di gusto tardo gotico, con la Pietà e i santi Nicola da Tolentino, Ludovico di Tolosa, Giorgio, Jacopo e Monica del pittore Paolo Schiavo che lo dipinse verso il 1440). Paolo Schiavo era un pittore fiorentino interessato alle novità di Masolino e Masaccio. Infine vanno rammentati una SS. Trinità circondata da profeti, affresco di scuola di Spinello Aretino (fine sec. XIV) e, sulla parete della controfacciata, una Crocifissione (d'inizio Quattrocento) attribuita a Giovanni d'Agnolo di Balduccio.
Il Presbiterio
Vi sono conservate pregevoli tele fra cui una Annunciazione, olio su tela del pittore toscano Ulisse Ciocchi, dipinta nel tardo cinquecento, una bella Adorazione dei Magi, dipinto firmato di Grazio Porta circa nel 1580 con un bel paesaggio che definisce dettagli naturalistici.
Al centro del presbiterio si trova l'altare maggiore con ricco baldacchino con colonne purpuree che sostengono una tenda in stucco. Al centro di questo baldacchino c'è un dipinto su tavola datato 1539 e firmato di Giorgio Vasari che rappresenta l'Assunzione della Vergine e i santi Agostino e Romualdo. Anche i pannelli della predella sono attribuiti a Vasari ma le scene ivi dipinte del battesimo di S. Agostino e il martirio di S. Bartolomeo sono oggi ad Arezzo presso la Casa Vasari. Il ciborio rococò dell'altare, in alabastro, che risale al Settecento proviene dall'ex chiesa dei Cappuccini. Nella volta si scorgono affreschi che raffigurano lo Spirito Santo e un coro di angeli opera di Ovidio Gragnoli di Arcidosso (1933). Appresso si osserva una Natività, dipinto firmato di Orazio Porta (ca. 1580), il cui modello deriva da opere vasariane dello stesso soggetto. Altro dipinto di O. Porta raffigura la La Vergine in gloria che incorona le sante Lucia e Caterina d'Alessandria (opera databile al 1581 circa).
Sacrestia
Oltre al notevole arredo ligneo quattrocentesco, in sacrestia si conservano due tavole con San Savino e San Vitale di D. Sozzini un pittore della seconda metà del seicento, che un tempo si trovavano ai lati della pala dell'altare maggiore della pieve. Sempre in sacrestia si ammira un'Adorazione dei Magi (del secolo XVIII) e una Trinità opera di pittore di scuola toscana del Settecento che proviene dalla chiesa del Suffragio). Nella canonica si conserva una tela della Madonna del Soccorso, una tipica devozione agostiniana. L'opera risale al Cinquecento ed è attribuita a Niccolo Soggi (1479?-1552).
Il chiostro
Il chiostro a fianco della chiesa fu costruito per gli agostiniani da Domenico di Nanni Piffero e dal figlio Antonio nel 1532, ma su disegno del Sansovino con arcate in basso e loggiato al piano superiore. La bella architettura a due piani, di ordine toscano, è una applicazione originale delle norme bramantesche senza ricerca di grandi effetti monumentali ma di armonia nelle proporzioni e di buon gusto nei quieti e misurati accostamenti di luci ed ombre».