Percorso : HOME > Monachesimo agostiniano > Chiese agostiniane > Italia > Pietrasanta

Chiese agostiniane: Pietrasanta

Immagine della chiesa di sant'Agostino a Pietrasanta

Chiesa di sant'Agostino a Pietrasanta

 

 

CHIESA DI S. AGOSTINO DI PIETRASANTA

 

 

 

Nel piccolo paese di Pietrasanta, a nord est di Pisa, esiste una antica chiesa intitolata a S. Agostino e all'Annunziata, che fu costruita dagli Eremitani nel Trecento. Il complesso costituito dalla chiesa di S. Agostino e dal chiostro dell'attiguo ex-convento costituisce, insieme agli altri monumenti che si affacciano sulla Piazza del Duomo di Pietrasanta, un polo di grande interesse storico-artistico. La chiesa fu edificata a partire dal sec. XIV dai frati agostiniani, già presenti in romitori della Versilia, che successivamente (sec. XVI) costruirono l'attiguo convento. Il campanile è del 1780. L'edificio apparteneva a un complesso formato dal Convento e dall'Ospedale dei Mercanti. Furono, infatti, i commercianti lucchesi a finanziarne la costruzione. Il prospetto presenta un registro inferiore molto sviluppato, scandito da tre alte arcate cieche, in cui si apre un unico portale di accesso. L'opera è attribuita ad Antonio Pardini e sembra prendere a modello la Chiesa di S. Martino a Lucca.

Il campanile, posto molto indietro sul lato sinistro, è di fattura settecentesca. Elevata sopra una breve scalinata di marmo, la sobria facciata, anch'essa in marmo, è caratterizzata da tre grandi archi a fondo cieco, sormontati da un ordine di eleganti archetti gotici dalle esili colonnette. A navata unica, con soffitto a capriate, la chiesa ha un pavimento disposto su tre livelli, a seguire il declivio della collina ai cui piedi sorge l'edificio, e costellato di numerose lapidi sepolcrali di antiche famiglie nobili di Pietrasanta e di Lucca. L'interno è formato da un'aula unica coperta da capriate. La pavimentazione include anche antiche lastre tombali. L'edificio oggi non svolge più funzioni religiose e ospita mostre ed esposizioni, la visita alla chiesa è pertanto possibile solo in occasione di tali eventi. I nove altari, tranne il primo a sinistra, sono tutti ornati di dipinti.

Tra i dipinti che vi si conservano, spiccano gli affreschi di fine Trecento, che sono di notevole interesse anche se in condizioni frammentarie, e alcune decorazioni del XVIII secolo. Gli altari originariamente presenti sono stati rimossi. Quelli attualmente visibili sono seicenteschi, eccetto l'altare dell'Annunziata (1512) che è di età precedente. In passato era possibile ammirarvi una tela della Natività di Zacchia il Vecchio, pittore lucchese del XVI sec., cui è dovuta la lunetta raffigurante la Deposizione dalla Croce posta nella parte superiore dell'altare. A seguito di un furto, ne rimane solo la lunetta, dove è raffigurata la Pietà. Gli altri altari presentano, in senso orario, questi dipinti: Immacolata Concezione (sec. XVII, Astolfo Petrazzi), Madonna del Rosario (sec.XVII, Astolfo Petrazzi), Incoronazione della Vergine (1764, di JeanImbert), Annunciazione (sec. XVII, attribuito a Matteo Boselli), Gloria di angeli che sorreggono un'immagine della Vergine (1791, autore ignoto), Madonna con Bambino; S. Anna e altri Santi (sec. XVII,Tommaso Tommasi), Crocifissione (1650 ca., di Francesco Curradi); un altro dipinto, posto nell'abside e raffigurante l'Annunciazione, è opera di Jean Imbert (1763).

Immagine del convento di sant'Agostino a Pietrasanta

Chiostro di sant'Agostino

A fianco della chiesa, il chiostro è circondato da un peristilio di colonne di marmo e un tempo era interamente decorato da lunette affrescate raffiguranti episodi della vita di S. Agostino, illustrati da brevi scritte in latino poste sotto ai dipinti, ciascuna intramezzata da un piccolo stemma. Di tali affreschi sono oggi visibili le sette lunette di un lato e una lunetta sul lato attiguo, nella quale è inserita una finestra della Sagrestia. L'autore è il pittore senese Adolfo Petrazzi (1579-1665).

Allievo di Salimbeni e di Sorri, Petrazzi appartiene al gruppo dei pittori eclettici che non sono tentati dal nuovo stile barocco e dipingono invece in modo tradizionale. I temi trattati da Petrazzi nel ciclo sono i seguenti: Monica chiede un figlio, la nascita di Agostino, gli studi di grammatica, l'Angelo che rassicura Monica, l'imbarco per Roma, Monica che viene consolata, il discorso a Simmaco e Agostino che confuta le eresie. A seguito delle soppressioni napoleoniche degli ordini monastici, l'intero complesso divenne proprietà comunale. Dopo la Restaurazione come ricorda una lapide posta sopra l'ingresso del chiostro, il convento ospitò la scuola tenuta dagli Scolopi e successivamente ha continuato ad essere utilizzato come edificio scolastico.

La chiesa, dopo l'allontanamento degli agostiniani, fu gestita dalla Confraternita del SS. Sacramento. La chiesa di Sant'Agostino a Pietrasanta, in stile gotico, è legata alla figura di padre Eugenio Barsanti, ideatore, insieme a Felice Matteucci, del primo prototipo di motore a scoppio. Qui, infatti, Barsanti celebrò la sua prima Messa. Inoltre, il 10 giugno 1864, si riunirono in questa chiesa molte persone per le solenni onoranze al padre scolopio, morto improvvisamente in Belgio. Nel 1933 vi fu collocato un busto commemorativo, scolpito dallo scultore Leone Tommasi, in seguito trasportato a Firenze sulla tomba dello studioso nella Basilica di Santa Croce e sostituito con una copia voluta dai figli dello scultore. Nel 1954 le ceneri di Barsanti furono traslate dalla chiesa di San Giovannino a Firenze nella Basilica di Santa Croce.