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Facciata della chiesa di san Nicola a Pisa
CHIESA DI S. NICOLA DA TOLENTINO DI PISA
Percorrendo via Santa Maria, la strada che univa il centro religioso con l'Arno in corrispondenza del Pontenovo (distrutto nel XIV secolo), si incontra, quasi al termine della strada, la chiesa agostiniana di San Nicola, costruita intorno alla metà del XII secolo e in seguito ampliata e trasformata. È citata, con l'annesso convento, dal 1097. Fra il 1297 e il 1313 fu ampliata dagli Agostiniani, forse ad opera di Giovanni Pisano. La facciata presenta lesene, archi ciechi e losanghe, ed è decorata da tarsie del XII secolo. Alcuni lavori seicenteschi hanno permesso l'inserimento di nuovi altari e della cappella del Sacramento ad opera di Matteo Nigetti (1614).
Al suo interno si conservano importanti opere del Trecento, come il dipinto con Madonna con Bambino, del pisano Francesco Traini, il Crocifisso ligneo policromato attribuito a Giovanni Pisano, un'Annunciazione di Nino Pisano e il dipinto con San Nicola da Tolentino che salva Pisa dalla peste del XV secolo, con una delle prime vedute di Pisa. Si possono osservare anche tele del Maruscelli e di Giovanni Bilivert e sculture lignee dei secoli XIV-XV.
Tra i pezzi di maggior pregio si può citare anche il grande organo Balbiani-Tamburini situato in parte sulla tribuna d'ingresso e in parte sulla tribuna a sinistra dell'altare maggiore, che si compone di tre tastiere con 61 registri.
Interessante è l'insolito campanile ottagonale, il più caratteristico della città dopo la Torre pendente, risale forse alla seconda metà del XIII secolo ed è leggermente inclinato e interrato rispetto al piano del calpestio attuale. La pianta è a forma ottagonale con arcate cieche su ciascun lato che culminano con ovali e losanghe al disotto degli archi.
La cella campanaria si presenta come un prisma a base esagonale, con una monofora su ciascun lato sulla quale si affacciano le campane. La cella è circondata da una galleria ad archetti sostenuta da colonnine, mentre la copertura è piramidale. L'insieme è abbellito da una raffinata policromia che fa uso di diversi tipi di pietre: verrucano grigio chiaro nel corpo inferiore, pietra panchina livornese grigio scuro nella cella campanaria, colonnine in marmo apuano bianco e in granito proveniente dall'Isola d'Elba e inserti in calcare grigio di San Giuliano Terme. All'interno corre una scala a chiocciola, che, a differenza del campanile del Duomo, non è circondata da due muri, ma è libera verso l'interno, impostata su una galleria elicoidale di eleganti archetti rampanti su colonnine. Originariamente isolato, la sua ideazione fu attribuita dal Vasari a Nicola Pisano: « ... a Nicola Pisano, il quale fu non meno eccellente scultore che architetto, si deve la più bella, più ingegnosa e più capricciosa architettura che facesse mai: il Campanile di San Nicola di Pisa ... »
L'attribuzione resta comunque incerta. Taluni lo datano 1170 e lo attribuiscono a Diotisalvi, altri lo datano tra il 1230 e 1250, altri ancora ipotizzano due o tre fasi costruttive: 1173 e tra il 1230 e il 1250. In ogni caso sembra che sia stato costruito seguendo le complesse scoperte aritmetiche del matematico pisano Leonardo Fibonacci.
La chiesa è collegata da un cavalcavia, una specie di passaggio coperto sostenuto da archi, al Palazzo Reale, costruito per volontà del granduca Francesco I dei Medici (1583-1588) inglobando alcune torri medioevali, tra cui l'alta torre del Cantone.
Il passaggio prosegue fino al Palazzo delle Vedove, dove vissero alcune donne di Casa Medici: seguendo il percorso descritto esse potevano recarsi alla messa senza scendere in strada.