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Chiesa di sant'Agostino a Siena
CHIESA DI S. AGOSTINO DI SIENA
La chiesa di Sant'Agostino si trova sul cosiddetto Prato Sant'Agostino. La cripta della chiesa ha in via S. Agata il suo ingresso che si apre su un piazzale. Le costruzioni della chiesa e del vicino convento furono iniziate verso il 1258 e si protrassero per oltre cinquant'anni subendo nel corso dei secoli ampliamenti e risistemazioni. L'interno, rinnovato su progetto di Luigi Vanvitelli dal 1747 al 1755, conserva i monumentali altari in marmi policromi eretti nel Cinquecento e nel Seicento. All'epoca dell'intervento vanvitelliano risalgono le quattro statue in stucco della navata centrale e del transetto opera di Giuseppe Mazzuoli e di Giuseppe Silini.
L'ampio e bellissimo vano della cripta, un po' rovinato e mascherato per adibirlo a mensa universitaria, corrisponde al transetto della chiesa superiore ed è chiuso da robuste volte a mattone. Da qui si dipartono caratteristiche gallerie sotterranee anch'esse rivestite di mattone. La cripta fu un tempo officiata dalla soppressa Compagnia di Santa Croce ed era mirabilmente affrescata dal Sodoma. Questi affreschi furono staccati nel 1842 dalla famiglia Griccioli e finirono in parte alla Pinacoteca Nazionale e in parte nella chiesa di S. Eugenio a Munisterio nei dintorni di Siena. Nella zona absidale della cripta si scorgono alcuni importanti resti di affreschi cinquecenteschi con figurazioni monocrome a grottesche con quattro tondi degli Evangelisti (sono rimasti S. Marco e S. Giovanni) già attribuiti al Riccio e recentemente al Beccafumi o anche a Bartolomeo di David. Nella calotta absidale, sempre in affresco, è una Esaltazione della Croce, completamente rifatta e ripassata da una mano popolaresca nel XVII secolo.
Interno della Chiesa di sant'Agostino a Siena
Ricchissimo è il patrimonio storico-artistico conservato nella chiesa. Nelle cappelle di sinistra troviamo: il Battesimo di Costantino opera di Francesco Vanni; la pala con la Trinità e santi opera di Pietro Sorri; il monumento funerario di Agostino Chigi realizzato nel 1631 da Tommaso Redi; la tela di Rutilio Manetti che rappresenta sant'Antonio tentato dal diavolo. Nel presbiterio sorge il monumentale ciborio a tempietto con il bassorilievo di Cristo risorto e i due angeli adoranti opera magnifica di Francesco, Giovanni Antonio e Giuseppe Mazzuoli. Nelle cappelle di destra si possono osservare le immagini di due Sibille affrescate da Luca Signorelli; la Nascita della Vergine e la Natività di Francesco eseguita da Giorgio Martini e bottega; il monumento sepolcrale di Orso d'Elci opera di Giovanni Antonio Mazzuoli; la pala con l'Andata al Calvario, firmata da Ventura Salimbeni. Seguono altre opere degne di rilievo fra cui: il monumento marmoreo a Papa Pio II scolpito da Giovanni Duprè nel 1850; l'altare Piccolomini, in marmi policromi, fatto erigere nel 1596, che racchiude il dipinto su tavola del Sodoma con l'Adorazione dei magi e infine la tavola con la Crocifissione eseguita dal Perugino.