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Chiesa di sant'Agostino a Città di Castello
CHIESA DI S. AGOSTINO DI CITTA' DI CASTELLO
La chiesa di sant'Agostino apparteneva ai padri eremitani agostiniani che nel 1256 ottennero l'autorizzazione dal vescovo Pietro V a trasferirsi dentro le mura della città.
Poterono così abbandonare il luogo dove si erano insediati appena fuori città, oltre il ponte sul Tevere.
L'edificio venne consacrato nel 1388 e in breve tempo divenne una delle chiese più ricche della città per l'importanza delle opere artistiche che vi erano conservate. Tra le varie opere possiamo citare la pala di San Nicola da Tolentino per la cappella Baronci, commissionata a Raffaello e ad Evangelista di Pian di Meleto nel 1500 e già terminata nel 1501. Questa pala venne fortemente danneggiata dal terremoto del 1789. Venduta dai frati agostiniani a papa Pio VI, venne ridotta in frammenti ed oggi è divisa tra vari musei. Vi sono conservate anche due tavole di Signorelli e un San Giovanni Battista del Parmigianino.
La struttura della chiesa subì gravi danni durante il terremoto del 1789 per cui venne chiusa nel periodo del dominio napoleonico. Fu ristrutturata a partire dall'inizio dell'Ottocento dal vescovo Francesco Mondelli, che inaugurò nell'adiacente convento un Istituto di istruzione affidato alle Suore Salesiane fatte venire da Firenze.
In seguito alla ristrutturazione è cambiato l'orientamento della facciata della chiesa che si apre oggi sulla piazzetta in via Cacciatori del Tevere e non più in direzione dell'Oratorio di San Filippo.
Una segnalazione di Maria Eletta Benedetti rileva che al pittore Vincenzo Chialli (Città di Castello 27 luglio 1787 - Cortona 24 settembre 1840), secondo il testo biografico di Dragomanni dedicato all'artista, venne commissionato dal vescovo Francesco Mondelli un quadro da collocare nella chiesa di Sant'Agostino di Città di Castello. Dragomanni scrive (pp. 37-38): " Nella parte superiore vi rappresentò l'Eterno padre maestosamente seduto con il Divin Figlio alla destra, e l'Increato Spirito scintillante di viva luce che circonda il celeste trono della Sacra Triade posato sulle nudi, ed attorniato da una gloria di Angioli, parte in atto di adorare e parte di cantare le lodi del Santo dei Santi. Nella parte inferiore figurò un altare sul quale Sant'Agostino vestito di piviale, e di mitria sembra che voglia scrivere intorno al mistero della Trinità che reverentemente contempla; a sinistra del quadro si vede san Francesco di Sales che consegna per mezzo di un grazioso Angioletto a Santa Francesca Chatal le regole del suo ordine che essa accetta con viva gioia e con devota umiltà".